- 22 Ottobre 2011
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Basta un minimo contatto tra le cellule del sangue e il virus dell’Hiv per marchiarle per sempre. La scoperta, tutta italiana, si deve a un gruppo di ricercatori, guidati da Claudio Casoli, del Centro Ricerca e Diagnostica Molecolare Gemiblab di Parma, e da Andrea Cossarizza, dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Gli studiosi hanno scoperto che il virus dell’Hiv riesce a modificare la qualità anche di piccole molecole di Rna, non solo di quelle cellule che poi andrà a infettare. Queste microparticelle, denominate MiRna (circa l’1% del totale del codice genetico) prima erano molto difficili da individuare per le loro dimensioni infinitesimali. Oggi invece, grazie alle nuove tecnologie, è stato possibile analizzare anche questa piccola parte del nostro trascritto genetico.
Per la ricerca sono stati presi in esame diversi tipi di pazienti: da quelli con l’infezione in stato avanzato ai partner sieronegativi di pazienti con Hiv, fino a quei rari casi in cui il virus viene gestito in modo autonomo dal proprio sistema immunitario. La marcatura dei miRna è diversa per ogni tipologia di soggetti analizzati, differenziandosi quindi da gruppo a gruppo. I miRna dei linfociti T helper CD4+, quelli adibiti alla risposta immunitaria del nostro corpo, sarebbero segnati anche nelle persone che hanno avuto un minimo contatto con le proteine virali. Questa scoperta, che individua un nuovo modo del virus d’attaccare le nostre difese, potrebbe aprire la strada a nuove innovative terapie.