Il tecnico del Chelsea sul nuovo collega: "Roberto è un amico, all'Inter ha fatto un ottimo lavoro". Intanto Cook del Manchester City rivela: "Mancini era già stato contattato dal Liverpool nel 2007". Intanto i brasiliani sarebbero già dala sua parte, mentre sul mercato si punta Henry
LONDRA (Gb), 24 dicembre 2009. L’intenzione era quella di scagionare il Manchester City nel pasticcio Hughes-Mancini, facendo vedere che il club dell’Eastlands non è il solo ad avvicinare gli allenatori quando ne ha già altri in panchina, ma di certo l’ultima uscita pubblica di Garry Cook non pare destinata a passare sotto silenzio. Perlomeno dalle parti di Liverpool, visto che l’amministratore delegato del City ha sostenuto che nel 2007 anche i Reds avevano contattato Roberto Mancini per rimpiazzare Rafa Benitez, che a quei tempi si diceva fosse molto vicino al Real Madrid.
“TUTTI HANNO UNA LISTA” — “E’ abbastanza ingenuo pensare che le società non guardino ad altre opzioni – ha detto Cook – perché è naturale che lo facciano e tutte hanno una loro lista di preferenze. Pensate che il Liverpool abbia parlato solo con Jurgen Klinsmann? Sono sicuro che hanno sondato anche altri e non ho dubbi sul fatto che Mancini sia stato uno di questi”. Come scrive il “Times”, per ora il Liverpool non ha rilasciato commenti ufficiali alle dichiarazioni del dirigente del City, ma privatamente pare che la sua esternazione abbia lasciato molti sconcertati, a partire dallo stesso Benitez.
ANCELOTTI APPOGGIA MANCINI — E a proposito di allenatori, Carlo Ancelotti ha dato il benvenuto al collega, sostenendo che farà benissimo nell’Eastlands perché gli italiani sono più abili degli inglesi: “Roberto è un amico – si legge sul “Daily Mirror” – abbiamo giocato insieme in Nazionale vent’anni fa e abbiamo sempre avuto un buon rapporto, anche se non mi ha chiamato prima di arrivare al City. E’ stato mio avversario all’Inter quando allenavo il Milan e ha fatto un ottimo lavoro. E’ vero, è giovane, ma ha già un sacco di esperienza. Allenare in Italia è un’ottima palestra, perché ci sono tante soluzioni tattiche e tu devi trovare la migliore per la tua squadra. In Inghilterra, invece, si gioca prevalentemente con il 4-4-2 e c’è un gioco più offensivo, ma questo rende la Premier League diversa da tutte”.
IL MANCIO E LA CANNABIS — E proprio la coppia Mancini-Ancelotti fu protagonista di un’intervista doppia alle “Iene” nel 2003, quando il Mancio allenava la Lazio e Ancelotti il Milan, nella quale il neo allenatore del City ammise di essersi fatto delle canne. Perché torna d’attualità sei anni dopo? Perché il solito “Daily Mirror” ha malignamente deciso di rispolverarla oggi, omettendo ovviamente nel titolo che si tratta di roba vecchia di oltre un lustro.
UNO “SPIONE” AL CITY — Ma che Mancini possa non avere vita facilissima a Manchester lo conferma anche il “Sun” che gli dà dello “spione”, rivelando che l’allenatore avrebbe chiesto agli amici informazioni su Brian Kidd, che la società gli ha piazzato come numero 2 e che lui non conosce per niente, anche se il suo vero braccio destro alla fine sarà Fausto Salsano.
I BRASILIANI SONO CON IL NUOVO TECNICO — Quanto alla squadra, se Shay Given e Craig Bellamy sono sul piede di guerra per la cacciata del mentore Hughes e si sarebbero incontrati martedì sera per decidere del loro futuro (con il gallese che, stando al “Daily Express”, sarebbe diventato l’obiettivo del Tottenham di Harry Redknapp), i brasiliani Silvinho e Robinho hanno accolto con favore il cambio in panchina. “Sono stati dei giorni strani – ha ammesso il difensore al “Times” – ma queste cose nel calcio succedono e un giocatore deve essere pronto ad adattarsi in fretta ai cambiamenti”. “Penso che il nuovo allenatore sia davvero molto bravo – gli fa eco il fantasista – e siamo tutti con lui”.
HENRY NELL’EASTLANDS? — E con Mancini potrebbe presto esserci anche Thierry Henry, almeno a dar retta al “Daily Mirror” (), che parla di un interessamento del City per l’attaccante del Barcellona, che piace però anche in MLS, ai New York Red Bulls. Ma se la trattativa dovesse davvero andare in porto, chissà come la prenderà il portiere irlandese Given nel ritrovarsi in squadra l’uomo che gli ha fregato la qualificazioni ai Mondiali.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
LONDRA (Gb), 24 dicembre 2009. L’intenzione era quella di scagionare il Manchester City nel pasticcio Hughes-Mancini, facendo vedere che il club dell’Eastlands non è il solo ad avvicinare gli allenatori quando ne ha già altri in panchina, ma di certo l’ultima uscita pubblica di Garry Cook non pare destinata a passare sotto silenzio. Perlomeno dalle parti di Liverpool, visto che l’amministratore delegato del City ha sostenuto che nel 2007 anche i Reds avevano contattato Roberto Mancini per rimpiazzare Rafa Benitez, che a quei tempi si diceva fosse molto vicino al Real Madrid.
“TUTTI HANNO UNA LISTA” — “E’ abbastanza ingenuo pensare che le società non guardino ad altre opzioni – ha detto Cook – perché è naturale che lo facciano e tutte hanno una loro lista di preferenze. Pensate che il Liverpool abbia parlato solo con Jurgen Klinsmann? Sono sicuro che hanno sondato anche altri e non ho dubbi sul fatto che Mancini sia stato uno di questi”. Come scrive il “Times”, per ora il Liverpool non ha rilasciato commenti ufficiali alle dichiarazioni del dirigente del City, ma privatamente pare che la sua esternazione abbia lasciato molti sconcertati, a partire dallo stesso Benitez.
ANCELOTTI APPOGGIA MANCINI — E a proposito di allenatori, Carlo Ancelotti ha dato il benvenuto al collega, sostenendo che farà benissimo nell’Eastlands perché gli italiani sono più abili degli inglesi: “Roberto è un amico – si legge sul “Daily Mirror” – abbiamo giocato insieme in Nazionale vent’anni fa e abbiamo sempre avuto un buon rapporto, anche se non mi ha chiamato prima di arrivare al City. E’ stato mio avversario all’Inter quando allenavo il Milan e ha fatto un ottimo lavoro. E’ vero, è giovane, ma ha già un sacco di esperienza. Allenare in Italia è un’ottima palestra, perché ci sono tante soluzioni tattiche e tu devi trovare la migliore per la tua squadra. In Inghilterra, invece, si gioca prevalentemente con il 4-4-2 e c’è un gioco più offensivo, ma questo rende la Premier League diversa da tutte”.
IL MANCIO E LA CANNABIS — E proprio la coppia Mancini-Ancelotti fu protagonista di un’intervista doppia alle “Iene” nel 2003, quando il Mancio allenava la Lazio e Ancelotti il Milan, nella quale il neo allenatore del City ammise di essersi fatto delle canne. Perché torna d’attualità sei anni dopo? Perché il solito “Daily Mirror” ha malignamente deciso di rispolverarla oggi, omettendo ovviamente nel titolo che si tratta di roba vecchia di oltre un lustro.
UNO “SPIONE” AL CITY — Ma che Mancini possa non avere vita facilissima a Manchester lo conferma anche il “Sun” che gli dà dello “spione”, rivelando che l’allenatore avrebbe chiesto agli amici informazioni su Brian Kidd, che la società gli ha piazzato come numero 2 e che lui non conosce per niente, anche se il suo vero braccio destro alla fine sarà Fausto Salsano.
I BRASILIANI SONO CON IL NUOVO TECNICO — Quanto alla squadra, se Shay Given e Craig Bellamy sono sul piede di guerra per la cacciata del mentore Hughes e si sarebbero incontrati martedì sera per decidere del loro futuro (con il gallese che, stando al “Daily Express”, sarebbe diventato l’obiettivo del Tottenham di Harry Redknapp), i brasiliani Silvinho e Robinho hanno accolto con favore il cambio in panchina. “Sono stati dei giorni strani – ha ammesso il difensore al “Times” – ma queste cose nel calcio succedono e un giocatore deve essere pronto ad adattarsi in fretta ai cambiamenti”. “Penso che il nuovo allenatore sia davvero molto bravo – gli fa eco il fantasista – e siamo tutti con lui”.
HENRY NELL’EASTLANDS? — E con Mancini potrebbe presto esserci anche Thierry Henry, almeno a dar retta al “Daily Mirror” (), che parla di un interessamento del City per l’attaccante del Barcellona, che piace però anche in MLS, ai New York Red Bulls. Ma se la trattativa dovesse davvero andare in porto, chissà come la prenderà il portiere irlandese Given nel ritrovarsi in squadra l’uomo che gli ha fregato la qualificazioni ai Mondiali.
Fonte: La Gazzetta dello Sport