Anziano si barrica in casa: spara ed uccide un ufficiale

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Utente Colossal
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7 Aprile 2009
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L'ufficiale


Un anziano di 84 anni, Battista Zanellato, si era asseragliato nella sua casa di Bosco di Nanto in provincia di Vicenza e armato di fucile, ha fatto fuoco. Secondo quanto si è appreso l'uomo ha aperto il fuoco e ucciso un ufficiale dei carabinieri. Non è chiaro il motivo del folle gesto dell'anziano. A quanto avrebbe riferito il figlio, l'anziano da alcuni giorni non era in sè e aveva un'ossessiva paura dei ladri. I carabinieri sarebbero stati chiamati dal figlio preoccupato perché il padre non apriva la porta.

L'UFFICIALE UCCISO Era arrivato a Vicenza solo cinque giorni fa da Roma, dove comandava la compagnia di Montesacro, il tenente colonnello Valerio Gildoni, ucciso da Battista Zanellato, 84 anni che, asserragliato in casa, ha aperto il fuoco colpendolo alla testa. Gildoni aveva risolto a Montesacro l'omicidio di Roberto Intini, ucciso con una coltellata in un parcheggio di via Val Senio da Stefano Melone, all'epoca 22enne, suo coetaneo. Gildoni, all'epoca maggiore, era riuscito ad ottenere la confessione di Melone, il quale aveva ucciso Intini per 300 euro, il prezzo di tre grammi di cocaina. «Gli dovevo quei soldi ma non li avevo, lui mi tormentava, mi minacciava e un paio di volte mi aveva anche menato ma non lo volevo ammazzare, è stato un incidente».

VOLEVA DIFENDERE LA FIGLIA Valerio Gildoni, l'ufficiale dei carabinieri ucciso dal pensionato Battista Zanellato, è morto per proteggere la figlia dell'anziano che stava per salire in casa del padre. Durante i tentativi di contatto tra l'ufficiale e l'uomo asserragliato è giunta anche la donna che ha tentato di convincere il padre ad arrendersi. Lui l'ha invitata a salire le scale che conducono a casa assicurandole che non le avrebbe sparato. Ma Gildoni, temendo per la vita della donna, non ha voluto che salisse da sola ed ha avvisato che l'avrebbe accompagnata, mostrandosi con le mani alzate e procedendo prima di lei. Appena un gradino oltre e l'uomo ha fatto fuoco uccidendolo. «Oltre che come ufficiale dei carabinieri - ha detto un collega di Gildoni - lo ha fatto perchè era un signore, un gentiluomo: non avrebbe mai consentito che una donna si esponesse ad un rischio simile».

LUNEDI' LA CAMERA ARDENTE Sarà aperta da lunedì mattina alle 10 alla caserma «Chinotto» di Vicenza, sede del Coespu, la gendarmeria europea, la camera ardente per Valerio Gildoni, l'ufficiale dei carabinieri ucciso ieri con un colpo di fucile da Battista Zanellato. Poco prima sarà eseguita l'autopsia. Stamani, alle camere mortuarie di Vicenza, sono giunti i parenti dell'ufficiale, le autorità civili e militari. Ancora non è stata fissata la data dei funerali dell'ufficiale.

BLOCCATO DAI GIS Inutile ogni altro tentativo, mentre il pensionato ha sparato almeno un'altra volta per «spegnere» un faro puntato contro una finestra dai carabinieri, è stato chiesto l'intervento dei Gis che, giunti attorno alla mezzanotte, sono entrati nella casetta di due piani scalandone la facciata. Una, due, tre quattro serie di granate stordenti e l'uso del gas hanno fatto desistere l'anziano che è stato arrestato. Non è rimasto ferito, ma è ricoverato in ospedale per controlli.

I PRECEDENTI L'uomo che si è barricato in casa a Vicenza e che ha aperto il fuoco contro un ufficiale dei carabinieri, uccidendolo, è solo l'ultimo di numerosi episodi finiti in tragedia negli ultimi anni. Il più eclatante risale al 27 giugno del 2005, quando a Bogogno, in provincia di Novara, un uomo si barricò dentro casa, per nove ore e mezzo, sparando con il fucile da caccia contro i carabinieri e l'ufficiale giudiziario che gli stava notificando un'ingiunzione di sfratto. Il bilancio fu di tre morti e nove feriti. Una strage. L'uomo si chiama Angelo Sacco, 54 anni. Il primo a essere colpito fu un geometra del Comune incaricato di periziare la sua casa che doveva essere pignorata, Claudio Morsuillo, 39enne novarese. Poi toccò a un carabiniere, Giampiero Cossu, trentenne, di Bogogno e in servizio nella vicina stazione di Gattico. Terza vittima un motociclista che passava nella strada antistante la sua abitazione, Giovanni Paracchini, 45 anni, di Borgomanero (Novara). Nella sua follia omicida l'uomo ferì in totale 9 persone, tra cui una donna e sei carabinieri. L'incubo durò nove ore e mezzo: dalle 14.30 a poco dopo la mezzanotte, quando l'omicida fu catturato con un blitz dei Gis dei carabinieri.

DA CATANIA A GUIDONIA Altro luogo, altra strage. Il 26 ottobre del 2002 a Catania, un ex paracadutista si asseragliò in casa e aprì il fuoco sui passanti, fortunatamente senza fare vittime. Nico Buonpane, all'epoca 24enne, si asserragliò in viale Castagnola, nel popoloso rione Librino a Catania, e con una pistola K47 calibro 22 ed un fucile da caccia, uscito sul balcone e protetto da un giubbotto antiproiettili, cominciò a sparare contro la folla in strada e contro le pattuglie di carabinieri e polizia che nel frattempo, ricevuto l'allarme, avevano raggiunto l'edificio. L'ex parà fu protagonista di un vero e proprio Far West. Riuscì infatti a sfuggire all'irruzione delle forze dell'ordine e a dileguarsi 'rubandò una delle volanti della polizia parcheggiate in strada. Ne seguì un folle inseguimento tra le strade del centro di Catania affollate di persone fino a quando la volante rubata da Buonpane si schiantòcontro un'impalcatura dei tubi metallici davanti ad un antico palazzo in corso di restauro in via Vittorio Emanuele, a poche centinaia di metri alla centralissima piazza Duomo. Il giovane, ancora armato, puntò l'arma contro i carabinieri, che esplosero alcuni colpi di pistola ferendolo gravemente alla gola, al torace e alle gambe. L'ultimo episodio avvenne a Guidonia il 3 novembre del 2007 quando Angelo Spagnoli si barricò nella sua abitazione aprendo il fuoco contro i passanti e uccidendo Giuseppe Di Gianfelice e la guardia giurata Lugi Zippo. Il bilancio finale fu di 2 morti e 7 feriti. Erano le 19 quando alcune persone segnalano un incendio. Non possono sapere che ad appiccare il fuoco sul terrazzo con delle taniche di benzina è Spagnoli. L'uomo gli urla di farsi i fatti loro e inizia a sparare: colpisce Giuseppe Di Gianfelice e sua moglie, per un soffio si salva la figlia. I tre sono solo i primi bersagli della follia omicida del cecchino, un ex ufficiale dell'Esercito e tiratore scelto che si accanisce contro passanti, forze dell'ordine e personale medico che interviene per soccorrere i feriti. La svolta a pochi minuti dell'intervento dei Nocs: dopo due ore di terrore Spagnoli viene catturato.



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