- 31 Agosto 2010
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Il direttore del quotidiano dei
vescovi critica "l'assoluzione"
degli autori di un concorrente
CITTA' DEL VATICANO
«Trovo assai grave, e mi sembra incredibile e incivile, che la dirigenza di Mediaset continui a subire e, dunque, avalli tutto questo». Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, condanna duramente le «incivili indulgenze» che ci sono state sul caso della bestemmia al «Grande Fratello».
«Personalmente - scrive Tarquinio rispondendo a una lettrice - ho cancellato la brutta china del Grande Fratello dai miei possibili percorsi televisivi. Rifiutare certi prodotti tv è l’arma più forte di cui disponiamo, ma so anch’io che non è sempre sufficiente. E anche stavolta, purtroppo, ne abbiamo una prova assai chiara». Secondo il direttore del giornale dei vescovi, «ci sono ideatori di spettacoli che pur di "fare ascolti" e tenere accesi i riflettori programmano - ma mi verrebbe da dire premeditano - incidenti-esca. Il caso del bestemmiatore è emblematico».
Tarquinio sottolinea amaramente che «mentre nel mondo ci sono decine di milioni persone che soffrono e vengono uccise per la propria fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte per "blasfemia" solo perchè non rinunciano alla nostra fede in Gesù Cristo "vero Dio e vero uomo", in Italia - culla del cristianesimo e cuore della cattolicità - non si fa solo spettacolo dell’offesa a Dio e alla buona educazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il rito dell’indulgenza verso un’autentica blasfemia espressa nella sua forma più volgare e urtante».
vescovi critica "l'assoluzione"
degli autori di un concorrente
CITTA' DEL VATICANO
«Trovo assai grave, e mi sembra incredibile e incivile, che la dirigenza di Mediaset continui a subire e, dunque, avalli tutto questo». Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, condanna duramente le «incivili indulgenze» che ci sono state sul caso della bestemmia al «Grande Fratello».
«Personalmente - scrive Tarquinio rispondendo a una lettrice - ho cancellato la brutta china del Grande Fratello dai miei possibili percorsi televisivi. Rifiutare certi prodotti tv è l’arma più forte di cui disponiamo, ma so anch’io che non è sempre sufficiente. E anche stavolta, purtroppo, ne abbiamo una prova assai chiara». Secondo il direttore del giornale dei vescovi, «ci sono ideatori di spettacoli che pur di "fare ascolti" e tenere accesi i riflettori programmano - ma mi verrebbe da dire premeditano - incidenti-esca. Il caso del bestemmiatore è emblematico».
Tarquinio sottolinea amaramente che «mentre nel mondo ci sono decine di milioni persone che soffrono e vengono uccise per la propria fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte per "blasfemia" solo perchè non rinunciano alla nostra fede in Gesù Cristo "vero Dio e vero uomo", in Italia - culla del cristianesimo e cuore della cattolicità - non si fa solo spettacolo dell’offesa a Dio e alla buona educazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il rito dell’indulgenza verso un’autentica blasfemia espressa nella sua forma più volgare e urtante».
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