ROMA - A due settimane dal voto per il primo turno, molti italiani tornano ai seggi per esprimere la loro preferenza nei ballottagi di 67 Comuni, tra cui 11 capoluoghi di provincia: Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Lodi, Roma, Siena, Treviso e Viterbo. Alle urne si recheranno anche oltre un milione e mezzo di siciliani per il primo turno in 142 Comuni, con eventuale ballottaggio il 23 e il 24 giugno. Quattro i capoluoghi che sceglieranno il primo cittadino: Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. Per tutti, le urne sono aperte oggi dalle 8 alle 22 e domani dalle 7 alle 15.
LO SPECIALE / I RISULTATI DEL PRIMO TURNO
COME SI VOTA / IL SISTEMA ELETTORALE
Affluenza in generale forte calo. La percentuale di affluenza alle urne alle ore 22 rilevata dal Viminale è pari al 33,8%, in calo di 11 punti rispetto al primo turno quando era pari al 42,6. Nella Capitale il dato è ancora più basso, 32,3%, ma con una diminuzione minore rispetto al primo turno, quando alle 22 aveva votato solo il 38,2%.
Affluenza in calo anche in Sicilia. In base ai dati raccolti dall'ufficio elettorale della Regione, nei quattro capoluoghi di provincia chiamati al rinnovo delle amministrazioni comunali, si registra una flessione di votanti.
Le sfide. Quella principale, dal valore politico più importante, rimane quella di Roma, dove Ignazio Marino (centrosinistra) sfida il sindaco uscente Gianni Alemanno (centrodestra): nel primo turno, il candidato sostenuto dal Pd ha ottenuto il 42%, dodici punti in più del suo avversario. Un vantaggio considerevole, ma come è noto al ballottaggio tutto è molto aperto perché si rimettono in circolo i voti dei candidati esclusi al primo turno. E Alfio Marchini e Marcello De Vito non hanno voluto accettare nessun apparentamento per il ballottaggio.
Ma indicazioni sul 'sentimento' politico degli italiani arriveranno dalle urne di tutta la Penisola. A Treviso ad esempio il sindaco/sceriffo leghista Giancarlo Gentilini, già due volte primo cittadino e poi due volte vice, ha subito uno smacco al primo turno, fermandosi al 34%, contro il 43% di Giovanni Manildo, sostenuto da Pd e Sel. Se la sinistra conquistasse questa roccaforte del Carroccio, per il partito di Maroni sarebbe un colpo durissimo.
In vantaggio la sinistra in tutti i grandi Comuni, anche quelli storicamente legati a esponenti Pdl, come Imperia. A Siena, il successo del Pd è stato limitato dallo scandalo Montepaschi, ma il candidato Bruno Valentini (vincitore delle primarie) parte dal 40% del primo turno contro il 23% del centrodestra. Considerando il 10% di Rifondazione, l'elezione di Valentini non dovrebbe essere in dubbio.
Sicilia, termometro M5S. Se il voto nei ballottaggi vede Pd contro Pdl - alleati nella maggioranza di governo ma contrapposti nella corsa per i sindaci - la sfida in Sicilia è più complessa. Qui sono soprattutto il Movimento 5 Stelle, maggiore forza politica nelle ultime due tornate elettorali, e il governatore Rosario Crocetta a cercare una conferma dopo otto mesi di collaborazione a Palazzo dei Normanni.
IL VOTO IN SICILIA: LE SFIDE
Le sfide più importanti sono quelle di Messina e Catania. Nella città sullo Stretto, il centrosinistra compatto più l'Udc sostengono Felice Calabrò, ex capogruppo del Pd in consiglio comunale. Il centrodestra invece si è diviso su due diversi candidati. A Catania il Pd schiera un peso da novanta, l'ex sindaco Enzo Bianco, per tornare a guidare la città dopo 13 anni. A sfidarlo, il primo cittadino uscente, Raffaele Stancanelli.
Ma come detto il dato politicamente più rilevante in Sicilia arriverà dalla tenuta del movimento grillino che alle regionali di ottobre e alle politiche di febbraio era ampiamente il primo partito sull'isola. Nelle regionali in Friuli e nelle comunali di due settimane fa la flessione è stata netta e un crollo anche qui potrebbe dare nuovo impulso alle polemiche all'interno del M5S e avere ripercussioni anche sui gruppi parlamentari.
La Repubblica.it
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COME SI VOTA / IL SISTEMA ELETTORALE
Affluenza in generale forte calo. La percentuale di affluenza alle urne alle ore 22 rilevata dal Viminale è pari al 33,8%, in calo di 11 punti rispetto al primo turno quando era pari al 42,6. Nella Capitale il dato è ancora più basso, 32,3%, ma con una diminuzione minore rispetto al primo turno, quando alle 22 aveva votato solo il 38,2%.
Affluenza in calo anche in Sicilia. In base ai dati raccolti dall'ufficio elettorale della Regione, nei quattro capoluoghi di provincia chiamati al rinnovo delle amministrazioni comunali, si registra una flessione di votanti.
Le sfide. Quella principale, dal valore politico più importante, rimane quella di Roma, dove Ignazio Marino (centrosinistra) sfida il sindaco uscente Gianni Alemanno (centrodestra): nel primo turno, il candidato sostenuto dal Pd ha ottenuto il 42%, dodici punti in più del suo avversario. Un vantaggio considerevole, ma come è noto al ballottaggio tutto è molto aperto perché si rimettono in circolo i voti dei candidati esclusi al primo turno. E Alfio Marchini e Marcello De Vito non hanno voluto accettare nessun apparentamento per il ballottaggio.
Ma indicazioni sul 'sentimento' politico degli italiani arriveranno dalle urne di tutta la Penisola. A Treviso ad esempio il sindaco/sceriffo leghista Giancarlo Gentilini, già due volte primo cittadino e poi due volte vice, ha subito uno smacco al primo turno, fermandosi al 34%, contro il 43% di Giovanni Manildo, sostenuto da Pd e Sel. Se la sinistra conquistasse questa roccaforte del Carroccio, per il partito di Maroni sarebbe un colpo durissimo.
In vantaggio la sinistra in tutti i grandi Comuni, anche quelli storicamente legati a esponenti Pdl, come Imperia. A Siena, il successo del Pd è stato limitato dallo scandalo Montepaschi, ma il candidato Bruno Valentini (vincitore delle primarie) parte dal 40% del primo turno contro il 23% del centrodestra. Considerando il 10% di Rifondazione, l'elezione di Valentini non dovrebbe essere in dubbio.
Sicilia, termometro M5S. Se il voto nei ballottaggi vede Pd contro Pdl - alleati nella maggioranza di governo ma contrapposti nella corsa per i sindaci - la sfida in Sicilia è più complessa. Qui sono soprattutto il Movimento 5 Stelle, maggiore forza politica nelle ultime due tornate elettorali, e il governatore Rosario Crocetta a cercare una conferma dopo otto mesi di collaborazione a Palazzo dei Normanni.
IL VOTO IN SICILIA: LE SFIDE
Le sfide più importanti sono quelle di Messina e Catania. Nella città sullo Stretto, il centrosinistra compatto più l'Udc sostengono Felice Calabrò, ex capogruppo del Pd in consiglio comunale. Il centrodestra invece si è diviso su due diversi candidati. A Catania il Pd schiera un peso da novanta, l'ex sindaco Enzo Bianco, per tornare a guidare la città dopo 13 anni. A sfidarlo, il primo cittadino uscente, Raffaele Stancanelli.
Ma come detto il dato politicamente più rilevante in Sicilia arriverà dalla tenuta del movimento grillino che alle regionali di ottobre e alle politiche di febbraio era ampiamente il primo partito sull'isola. Nelle regionali in Friuli e nelle comunali di due settimane fa la flessione è stata netta e un crollo anche qui potrebbe dare nuovo impulso alle polemiche all'interno del M5S e avere ripercussioni anche sui gruppi parlamentari.
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