Berlusconi: "Meno immigrati
significa meno criminalità"
I numeri dei sondaggi, che attribuiscono al capo del governo e all’esecutivo consensi «imbarazzanti», rassicurano Silvio Berlusconi, che si dice certo di poter vincere le elezioni regionali anche senza un allargamento della coalizione. Ed è sulla sicurezza che il presidente del Consiglio batte per raccogliere voti nella sfida elettorale di fine marzo, a cominciare dalla lotta all’immigrazione irregolare.
«I risultati sui nostri contrasti all’immigrazione clandestina sono molto positivi» e questo è importante perchè una «riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali», dice infatti il premier, incontrando la stampa al termine del Consiglio dei ministri organizzato a Reggio Calabria per varare il piano straordinario contro le mafie.
Il contrasto agli ingressi irregolari non è all’ordine del giorno del Cdm. Ma Berlusconi lo tira fuori ugualmente, facendo propria una linea cara alla Lega: meno clandestini significa meno criminalità. A questo scopo, Berlusconi promette di spendersi personalmente per fare in modo che l’Europa si carichi dei costi del pattugliamento delle coste del nord Africa. Un tema, quello dell’immigrazione, strettamente connesso a quello del contrasto alla criminalistà organizzata. Battaglia che, sottolinea il premier, si può vincere solo «aggredendo il patrimonio» delle mafie. Il varo dell’Agenzia per la gestione dei beni confiscati, deciso con decreto, va in questa direzione. Ci tiene però a sottolineare che finora il governo «non è rimasto con le mani in mano». Snocciola i dati del ministero dell’Interno, citando in particolare le 4.236 persone arrestate e i 310 latitanti presi. Dato, quest’ultimo, che segna un aumento dell’85% rispetto ai «precedenti governi». L’intento è di sottolineare la differenza con il passato: «Soltanto il nostro governo ha fatto interventi efficaci: da quelli della sinistra non c’è stato alcun provvedimento al riguardo».
E per non danneggiare ulteriormente l’immagine dell’Italia, Berlusconi torna ad auspicare che «finisca questa brutta abitudine di fare fiction sulla mafia» Il premier si sente ormai in piena campagna elettorale, e ostenta la consueta sicurezza: «Sono assolutamente fiducioso, anche per i numeri degli ultimissimi sondaggi, che potremmo andare anche da soli, ovunque», dice a proposito del voto di fine marzo. Certo, i singoli candidati governatori possono stringere intese con altre forze politiche, come quella conclusa con l’Udc proprio in Calabria. Ma ciò non significa cedere alle sirene di Pier Ferdinando Casini: «Io non mi faccio incantare da nessuno», avverte Berlusconi, alludendo alle preoccupazioni di Umberto Bossi. Tanto che in Puglia, dice con piglio sicuro, un candidato «c’è già» ed è Rocco Palese.
Il resto, per il premier, sono chiacchiere. Gli ultimi sondaggi, sottolinea, sono «imbarazzanti» con un gradimento del 68% per il premier e del 51% per il governo. Dati che, aggiunge, hanno dell’incredibile vista la congiuntura economica. In questo clima uno scontro frontale con i magistrati non gli conviene. Ed infatti Berlusconi glissa alla domanda sull’annunciata protesta dell’Anm contro il governo: «Da parte nostra non c’è nessuna volontà di avere uno scontro con le istituzioni», taglia corto il premier che però lascia ad Angelino Alfano il compito di bastonare l’Associazione Nazionale magistrati. È solo una «manifestazione elettorale» in vista del rinnovo del Csm, attacca il ministro della Giustizia.
significa meno criminalità"
I numeri dei sondaggi, che attribuiscono al capo del governo e all’esecutivo consensi «imbarazzanti», rassicurano Silvio Berlusconi, che si dice certo di poter vincere le elezioni regionali anche senza un allargamento della coalizione. Ed è sulla sicurezza che il presidente del Consiglio batte per raccogliere voti nella sfida elettorale di fine marzo, a cominciare dalla lotta all’immigrazione irregolare.
«I risultati sui nostri contrasti all’immigrazione clandestina sono molto positivi» e questo è importante perchè una «riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali», dice infatti il premier, incontrando la stampa al termine del Consiglio dei ministri organizzato a Reggio Calabria per varare il piano straordinario contro le mafie.
Il contrasto agli ingressi irregolari non è all’ordine del giorno del Cdm. Ma Berlusconi lo tira fuori ugualmente, facendo propria una linea cara alla Lega: meno clandestini significa meno criminalità. A questo scopo, Berlusconi promette di spendersi personalmente per fare in modo che l’Europa si carichi dei costi del pattugliamento delle coste del nord Africa. Un tema, quello dell’immigrazione, strettamente connesso a quello del contrasto alla criminalistà organizzata. Battaglia che, sottolinea il premier, si può vincere solo «aggredendo il patrimonio» delle mafie. Il varo dell’Agenzia per la gestione dei beni confiscati, deciso con decreto, va in questa direzione. Ci tiene però a sottolineare che finora il governo «non è rimasto con le mani in mano». Snocciola i dati del ministero dell’Interno, citando in particolare le 4.236 persone arrestate e i 310 latitanti presi. Dato, quest’ultimo, che segna un aumento dell’85% rispetto ai «precedenti governi». L’intento è di sottolineare la differenza con il passato: «Soltanto il nostro governo ha fatto interventi efficaci: da quelli della sinistra non c’è stato alcun provvedimento al riguardo».
E per non danneggiare ulteriormente l’immagine dell’Italia, Berlusconi torna ad auspicare che «finisca questa brutta abitudine di fare fiction sulla mafia» Il premier si sente ormai in piena campagna elettorale, e ostenta la consueta sicurezza: «Sono assolutamente fiducioso, anche per i numeri degli ultimissimi sondaggi, che potremmo andare anche da soli, ovunque», dice a proposito del voto di fine marzo. Certo, i singoli candidati governatori possono stringere intese con altre forze politiche, come quella conclusa con l’Udc proprio in Calabria. Ma ciò non significa cedere alle sirene di Pier Ferdinando Casini: «Io non mi faccio incantare da nessuno», avverte Berlusconi, alludendo alle preoccupazioni di Umberto Bossi. Tanto che in Puglia, dice con piglio sicuro, un candidato «c’è già» ed è Rocco Palese.
Il resto, per il premier, sono chiacchiere. Gli ultimi sondaggi, sottolinea, sono «imbarazzanti» con un gradimento del 68% per il premier e del 51% per il governo. Dati che, aggiunge, hanno dell’incredibile vista la congiuntura economica. In questo clima uno scontro frontale con i magistrati non gli conviene. Ed infatti Berlusconi glissa alla domanda sull’annunciata protesta dell’Anm contro il governo: «Da parte nostra non c’è nessuna volontà di avere uno scontro con le istituzioni», taglia corto il premier che però lascia ad Angelino Alfano il compito di bastonare l’Associazione Nazionale magistrati. È solo una «manifestazione elettorale» in vista del rinnovo del Csm, attacca il ministro della Giustizia.
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