Berlusconi - Un impero pieno di ombre. Perché?

tommy12

Utente Guru
Autore del topic
21 Novembre 2010
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Costruzioni, edilizia, televisioni, editoria, calcio e infine politica. Un impero dalle mille sfaccettature e dai mille problemi. Successi, certo, ma indubiamente alcuni da analizzare nel dettaglio, ed è quanto stanno facendo, da diversi anni, inquirenti e giudici di diverse procure.
Berlusconi si affaccia alla ribalta nell'ormai lontano 1961, quando nasce la Cantieri Riuniti Milanesi srl, germe dal quale sarenne sporta poco più tardi la Edilnord, che si getta a capofitto nela realizzazione di Cologno Monzese e Milano 2, dove anni dopo Berlusconi erigerà le superantenne delle sue emittenti televisive. Un buon colpo poi avviene nel 2001, con la vendita della Edilnord che viene acquistata dalla Pirelli, e con un patrinomio stimato in 425 miliardi delle vecchie lire. Un tesoro però non scevro da ombre che ne offuscano la reputazione.
Da dove arriva questa montagna di soldi? Come mai in pochissimo tempo vi è una spropositata disponibilità di liquidità con finanziamento di ignota e oscura origine?
Il dubbio viene gettato, fra i primi, dal giornale "La Padania", quello dei futuri "alleati leghisti", che suggerisce di indagare sulla dubbia provenienza di tutti quei soldi con i quali Berlusconi compra, nel 1968, la grande area dove sarebbe sorta Milano 2: a soli 32 anni e senza alcun patrimonio di tale entità a disposizione, da un giorno all'altro Berlusconi investe tre miliardi di lire per l'operazione commerciale e allestisce un grande cantiere edile che sarebbe costato circa mezzo miliardo di lire al giorno.
Il Cavaliere dichiara che la lilquidità viene direttamente da un finanziamento concessogli con la liquidazione del padre Luigi, mentre resta ancora nel dubbio assoluto la provenienza dei finanziamenti venuti dalla Svizzera per la Fininvest fra il 1975 e il 1978. Al pm Antonio Ingroia che lo interroga in proposto, Berlusconi oppone la facoltà di non rispondere.
Sono gli anni in cui avviene il salto di qualità, dal mattone alla mondo della comunicazione, che ha inizio da una sentenza della Corte di Cassazione del 1976 con la quale ha termine il monopolio dello Stato in materia di comunicazione radiotelevisiva, aprendo di fatto il capitolo dell'emittenza privata. Un'occasione da non lasciarsi sfuggire. Berlusconi compra, nel 1978, l'emittente via cavo Telemilano e nel 1980 la ribattezza Canale 5, portandola a diffusione nazionale, con la nascita di Fininvest. Subito dopo piovono ricchi contratti pubblicitari e nel 1982 nasce Italia 1, quindi due anni più tardi Rete 4. In poco tempo la Rai si trova a dover combattere un degno concorrente e inizia la guerra delle frequenze: le preture di Roma, Torino e Pescara decidono l'oscuramento dei canali Fininvest accusandola di avere violato il monopolio nazionale. Nella diatriba interviene il governo allora presieduto da Bettino Craxi (testimone alle nozze del Cavaliere con Veronia Lario), che emette una sanatoria tramite l'erogazione di una legge apposita, mettendo la parola fine alla kermesse con la seguente approvazione della Legge Mammì del 1990. Come "sanzione" Berlusconi viene però costretto a cedere le quote della società editrice del quotidiano "Il Giornale". Poco male, le "vende" al fratello Paolo, e la cosa rimane in famiglia...
La corsa continua: nel 1986 in Francia lasce "La Cinq" poi chiusa nel '92, quindi parte Tele5 in Germania, chiusa nel '92 e riaperta nel 2002, nel 1990 parte la spagnola TeleCinco, attiva ancora oggi.
E naturalmente, come ben si sa, non è finita: nel 1990 scoppia il caso Mondadori, con la controversa acquisizione del gruppo da parte della Silvio Berlusconi Communication, in contrasto con il Gruppo L'Espresso di De Benedetti, che alla fine avrà ragione e Berlusconi sarà obbligato al risarcimento di oltre mezzo miliardo di euro. E ancora, dal 1986 il Cavalier Silvio diventa proprietario della società sportiva Milan A.C. che versava in pessime condizioni finanziarie. Il Milan risorge dalle proprie ceneri come la mitica Araba Fenice e conquista 8 campionati italiani, 5 Coppe dei Campioni, 3 Coppe Intercontinentali, 6 Supercoppe Italiane, 5 Coppe Europa e 1 Coppa Italia.
Si prosegue con l'acquisizione del marchio Standa, poi con i Supermercati Brianzoli, poi con la vendita del marchio Euromercato, le trattative con Gruppo Coin, la società con Blockbuster, la Medusa Film e finalmente, dopo avere pubblicamente dichiarato nel corso di diverse interviste, la ferma intenzione di non immischiarsi nella politica, arriva invece l'entrata in politica, favorita dal vuoto che in Italia si è venuto a creare con il ciclone Mani Pulite/Tangentopoli, nel 1993. Ecco nascere Forza Italia, che nel giro di un solo anno porta Berlusconi a Palazzo Chigi. E naturalmente, per non creare conflitti di interessi, il Cavaliere dedice di disfarsi di ogni incarico che potesse dare adito a polemiche, lasciando ai propri figli... Marina diventa presidente Fininvest e Mondadori, cosigliere d'aministrazione Medionalum, Medusa, Mediobanca e Fininvest, entrando nel novero delle donne più potenti del mondo; Piersilvio è vicepresidente Fininvest nonché presidente e amministratore delegato di RTI e consigliere di amministrazione di tutte le società del Gruppo Fininvest; Barbara diventa consigliere d'amministrazione Fininvest e del Milan.
Nel 2011 Forbes ha stimato il patrimonio di Silvio Berlusconi in 7,8 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 9 miliardi del 2010. Possiede il 99,5% della Dolcedrago S.p.A. (lo 0,5% è di Marina e Piersilvio), che controlla le proprietà immobiliari di famiglia, le quote di alcune società immobiliari e la Videodue S.r.l., che gestisce i diritti di decine di film. Possiede il 61% di Fininvest mentre la restante quota è dei cinque figli e Fininvest a sua volta controlla il 38% di Mediaset, il 50% di Mondadori, il 100% del Milan, il 35% di Mediolanum e il 100% di Teatro Manzoni. Oltre naturalmente a proprietà immobiliari sparse in mezzo mondo e tre superyacht di gran lusso.
In mezzo a tutto questo, il divorzio da Veronica e le note vicissitudini giudiziarie che sono ancora ben lontane dal terminare.
E soprattutto una domanda: crisi o non crisi, chi è veramente Silvio Berlusconi?

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