NAPOLI - Tragedia a Giugliano stamane dopo le sette. Un bambino di tre anni è giunto cadavere al pronto soccorso dell'ospedale San Giuliano in seguito a quello che pare un drammatico incidente. Nel pomeriggio il padre della piccola vittima è stato iscritto al registro indagati con l'ipotesi di omicidio colposo aggravato. Un atto dovuto perchè l'uomo possa tutelarsi con l'assistenza di un avvocato nel corso delle indagini.
Il colpo che ha ucciso il piccolo Francesco sarebbe partito dalla pistola del padre, Giuseppe Panico, 37 anni, incensurato. Contrariamente a quanto appreso in un primo momento la mamma del piccolo, Daniela Salato, 30 anni, era a casa. Sono stati padre e madre, infatti, a presentarsi al pronto soccorso alle 7, 30 stamane, con il figlioletto, colpito ad un fianco e ferito al petto. I segni della traiettoria del proiettile, in entrata ed in uscita.
Era probabilmente il padre ad usare la pistola ma pare confermato che il colpo sia partito accidentalmente. La famiglia ha un'altra piccola, M.C. di sei anni. Francesco era il loro secondo figlio.
Secondo i carabinieri, che indagano coordinati dal pubblico ministero Monica Campese, la pistola sarebbe stata detenuta legalmente. Vengono ascoltate tutte le persone che possono avere assistito. In particolare il padre. La sua versione, per quel che trapela dalla versione degli inquirenti, è che il piccolo - in circostanze da chiarire - sia inciampato e caduto sulla pistola, dalla quale è partito il colpo.
Un racconto che viene soppesato in tutti i dettagli. Panico avrebbe raccontato che stamane dormiva per terra, per il caldo. Francesco, a questo punto avrebbe sfilato la pistola del padre da dietro il materasso e sarebbe sceso dal letto per avvicinarsi al papà.
A questo punto l'incidente. Ed emerge che la mamma, Daniela Salato, era appena uscita - roba di pochi minuti - per andare a prendere servizio alla Circumvesuviana dove lavora. Per i carabinieri, dunque, l'episodio non avrebbe al momento altro testimone diretto che il padre del bimbo.
Panico avrebbe telefonato alla moglie che è tornata indietro. Non è stato allertato il 118, i due si sono precipitati in ospedale insieme, una volta rientrata la madre. I carabinieri hanno trovato in casa una seconda pistola, questa scarica, custodita nel comodino.
Interrogatori a raffica per mettere in chiaro una serie di punti. Innanzitutto la dinamica dell'incidente. Gli inquirenti avrebbero accertato che la pistola era custodita fra spalliera e materasso del letto matrimoniale. La pistola, una 7, 65, è poi dotata di diversi apparati di sicurezza. Come sia accaduto che il colpo fosse in canna ed il bimbo potesse inciamparci è da capire. Il padre aveva la licenza per usi sportivi e usava la 7,65 al tiro a segno.
Il pubblico ministero con i carabinieri stanno sentendo parenti e vicini. In particolare una residente nella palazzina.
L'uomo, sconvolto, è stato ascoltato alla presenza di un avvocato, Salvatore Cacciapuoti, e questo ha suggerito subito che l'uomo sarebbe stato, a sua tutela, indagato.
Il piccolo abitava con la sua famiglia in una palazzina in via Santa Maria a Cubito, alla periferia della città. In casa, al momento della tragedia, c'erano alcuni familiari, tra cui il padre, che svolge la professione di idraulico. Il bimbo era stato trasportato, subito dopo l'incidente, al locale ospedale, dove i medici, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Fonte:ilmattino.it