Facevano funzionare le automobili prima del petrolio, ora vogliono prendersi la rivincita. Ma è vero che ci tolgono il pane di bocca? Sono "puliti" come dicono? Dal bioetanolo ai semi di jatropa, dalla crisi alimentare all'ingegneria genetica: il punto, le nuove ricerche, le domande che aspettano una risposta. (Luca Masali, 19 gennaio 2009)
È facile lasciarsi conquistare dall'idea dei biocarburanti: muoversi mettendo un girasole nel motore è molto più affascinante della realtà di oggi, cioè una mobilità a base di greggio e idrocarburi. Attualmente i biocarburanti vengono per lo più prodotti sfruttando biomasse agricole ricche di zuccheri: per il bioetanolo, cioè l'alcool adoperato per alimentare i motori a benzina, si usano la canna e la barbabietola da zucchero, il mais, le vinacce, le piante ricche di amidi come il riso e la patata. Il biodiesel invece viene prodotto a partire da olii vegetali (e anche da grassi animali di scarto) trattati con alcool metilico, anch'esso ricavato da biomasse. Si può allora affermare che, dal punto di vista ambientale, il biocarburante sia più "sostenibile" e meno dannoso dei combustibili fossili (benzina e gasolio, ma anche gpl e metano)? Sorprendentemente il dibattito è aperto e molto acceso: non c'è una risposta semplice a questa domanda, e la questione è ben lontana dall'essere risolta. Perché in un bilancio ideale di pro e contro entrano di prepotenza l'economia globale, la crisi alimentare, i Paesi in via di sviluppo, la disponibilità di acqua, la desertificazione, la crisi energetica e via dicendo. Tutto ciò vuol dire, in definitiva, che i biocarburanti sono una delusione? No, perché ci hanno indicato la strada: a partire dalle biomasse vegetali è possibile ottenere carburante di qualità. Ora però dobbiamo fare il passo successivo, e cioè trovare il modo di ottenere biocarburanti sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Questa è la sfida della ricerca nei prossimi anni: vediamo a che punto siamo.
Fonte; ilmondo.com
È facile lasciarsi conquistare dall'idea dei biocarburanti: muoversi mettendo un girasole nel motore è molto più affascinante della realtà di oggi, cioè una mobilità a base di greggio e idrocarburi. Attualmente i biocarburanti vengono per lo più prodotti sfruttando biomasse agricole ricche di zuccheri: per il bioetanolo, cioè l'alcool adoperato per alimentare i motori a benzina, si usano la canna e la barbabietola da zucchero, il mais, le vinacce, le piante ricche di amidi come il riso e la patata. Il biodiesel invece viene prodotto a partire da olii vegetali (e anche da grassi animali di scarto) trattati con alcool metilico, anch'esso ricavato da biomasse. Si può allora affermare che, dal punto di vista ambientale, il biocarburante sia più "sostenibile" e meno dannoso dei combustibili fossili (benzina e gasolio, ma anche gpl e metano)? Sorprendentemente il dibattito è aperto e molto acceso: non c'è una risposta semplice a questa domanda, e la questione è ben lontana dall'essere risolta. Perché in un bilancio ideale di pro e contro entrano di prepotenza l'economia globale, la crisi alimentare, i Paesi in via di sviluppo, la disponibilità di acqua, la desertificazione, la crisi energetica e via dicendo. Tutto ciò vuol dire, in definitiva, che i biocarburanti sono una delusione? No, perché ci hanno indicato la strada: a partire dalle biomasse vegetali è possibile ottenere carburante di qualità. Ora però dobbiamo fare il passo successivo, e cioè trovare il modo di ottenere biocarburanti sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Questa è la sfida della ricerca nei prossimi anni: vediamo a che punto siamo.