<center>
</center>
Gigi D’Alessio nasce a Napoli il 24 febbraio 1967, ultimo di tre figli. Ha soltanto quattro anni quando il padre, costretto spesso ad emigrare in Venezuela per assicurare una vita decorosa alla sua famiglia, gli regala una fisarmonica comprata a Caracas. E’ il primo contatto con la musica: Gigi studia lo strumento con la stessa passione con cui i suoi coetanei si dedicano ai giochi dell’infanzia, e in breve impara a suonarlo ad un buon livello, tanto promettente che a dodici anni si iscrive al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli conseguendo a ventun anni il diploma di pianoforte.
Molto presto entra nel circuito degli studi di registrazione della sua città avviando una serie di collaborazioni sia come musicista e arrangiatore, che come autore.Ha soltanto 23 anni quando si trova a dirigere la prestigiosa Orchestra Scarlatti, esperienza esaltante che accresce di molto la sua statura professionale. Poco dopo D’Alessio diventa il pianista di Mario Merola con il quale scrive “Cient’anne”, interpretato da entrambi, brano destinato ad un grande successo che segna il passaggio di Gigi dal “dietro le quinte” alla platea nella veste di cantautore. Sulla scia di “Cient’anne” esce nel 1992 il suo primo album “Lasciatemi cantare”. I buoni risultati di vendita, accompagnati dall’entusiasmo dei fans sempre più numerosi, spalancano le porte al secondo lavoro “Scivolando verso l’alto” che vende 30.000 copie al netto dei falsi ( la precisazione è d’obbligo considerata la zona ad alta presenza di “mercato parallelo”).
Il 1994 è l’anno del suo ingresso nella discografia ufficiale con l’album “Dove mi porta il cuore” pubblicato dalla Ricordi, mentre con l’anno seguente arriva il grande successo dell’album “Passo dopo passo” che contiene canzoni fortunatissime, futuri inni da stadio, come “Fotomodelle un un po’ povere” e “Annaré”.Ormai D’Alessio ha spiccato il volo: un suo concerto al Palapartenope raccoglie 8.000 persone, il record per questo famoso spazio meta di prestigiosi artisti italiani e internazionali. Nel 1997 arriva il grande successo dell’album “Fuori dalla mischia” e dei singoli “Anna se sposa” e “Chiove” in buona compagnia di altri brani destinati ad entrare stabilmente nel suo repertorio, che si fa via via più corposo, come “30 Canzoni”, “San Valentino” e “Di notte”.
Il risultato straordinario ottenuto da questo lavoro consente a Gigi di realizzare un grande sogno: quello di suonare allo Stadio San Paolo di Napoli. La serata, memorabile, arriva il 7 giugno del 1997: 20.000 persone sono lì per acclamare una star, nello stesso luogo che ha ospitato i concerti dei Rolling Stones, di Pino Daniele, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni. Gigi D’Alessio diventa il “fenomeno” Gigi D’Alessio, con tanto di spiegamento di forze da parte di tutti i mass media. Nella primavera del 1998 pubblica il suo sesto album intitolato “E’ stato un piacere”, lavoro che contribuisce non poco a disegnare la vera fisionomia dell’artista: “fenomeno” D’Alessio non lo è affatto, è semmai un autore e un musicista di razza, un talento che applica istintivamente le regole della comunicazione immediata e popolare senza giocare sulla facile retorica dei sentimenti; un artista che ha i “tempi”narrativi giusti, che sa costruire piccoli spaccati di vita reale all’interno di strutture musicali moderne e solide sotto l’aspetto compositivo. Ancora una volta il successo di vendite e di pubblico è consistente; i concerti-adunata si ripetono in ogni parte d’Italia.
In giugno esce nelle sale cinematografiche “Annaré” per la regia di Ninì Grassia. Il film che Gigi interpreta (sua naturalmente la colonna sonora) al fianco di Fabio Testi e Orso Maria Guerrini, nella prima settimana di programmazione polverizza in Campania gli introiti di “Titanic” arrivando nella sola Napoli ad incassare circa 30 milioni di lire per ogni sala dove viene proiettato. I giornali tirano in ballo la “D’Alessiomania” in contrasto con la “Dicapriomania”: naturalmente è solo un gioco, gratificante, ma solo un gioco. Molto più seriamente, qualche settimana più tardi, la stampa darà notizia del concerto di Gigi al “Todi Festival ‘98” parlando di lui come della “riscoperta della nostra tradizone musicale. Sul finire di questo straordinario 1998, Gigi decide di fare una bella foto di gruppo: lui, il suo pubblico, i suoi musicisti, i suoi amici, i teatri, i palasport, le canzoni cantate in coro dall’inizio alla fine, il suo mondo: la fotografia viene benissimo e ha un titolo preciso, “Tutto in un concerto”, il settimo album, 13 brani di una scaletta in crescendo e un inedito, “Quel che resta del mio amore”, registrato in studio, a testimonianza di un momento creativo intimo, privato. 1999: “Portami con te”, l’album n.8, immette nel circolo virtuoso che Gigi ha stabilito con il pubblico, altri 11 brani inediti alcuni dei quali diventano subito altri pilastri del suo repertorio ormai vastissimo come “Una magica storia d’amore”, “Portami con te”, “Dove sei” e specialmente “Buongiorno”, la canzone che apre il disco: un affresco di colori che si accendono con il risveglio della città, un piano sequenza dai vicoli al porto, ai quartieri spagnoli, a Fuorigrotta; un susseguirsi di immagini che rimandano alla malinconica dolcezza di un film di De Sica, forse soltanto l’introduzione ad un musical che Gigi ha nella sua testa.a cultura più vera, la migliore per rappresentare l’Italia nel mondo”.
Febbraio 2000: Festival di Sanremo. La nuova fase. D’Alessio non è soltanto il vincitore morale è, banalmente, quello numerico: la sua “Non dirgli mai” ha per mesi il più alto airplay radiofonico di tutte le canzoni in gara, mentre il relativo album dal titolo profetico, “Quando la mia vita cambierà” ( il nono) è già disco d’oro a quindici giorni dall’uscita ( arriverà a superare le 400.000 copie). Un album che si rivela un formidabile hit maker dopo il grande successo del secondo singolo “Una notte al telefono” e, in particolare, di “Caro Bambino Gesù” i cui proventi vengono devoluti all’associazione inglese promotrice delle adozioni a distanza “Azione Aiuto” (Action Aid) alla quale Gigi, già padre di Claudio e Ilaria, ha nel frattempo aderito. Stessa, fortunatissima sorte, ha la tournée che, dopo una partenza europea (Zurigo, Neu Ulm, Karlsrhue, Manneheim), tocca le maggiori città italiane per tutta l’estate fino al concerto record – 220.000 spettatori - di Piazza del Plebiscito del 19 settembre.
Festival di Sanremo 2001: la storia si ripete. “Tu che ne sai”, la canzone presentata alla 51° edizione, porta subito alla conquista del primo posto della classifica dei dischi più venduti l’album n.10 “Il cammino dell’età”. Un titolo rappresentativo per natura. Da un lato sottintende ai contenuti di canzoni che fissano sul pentagramma tipiche situazioni adolescenziali: versi che colgono l’emozione intima di un ricordo, descrivono un momento di difficoltà nell’eterna commedia dell’amore, raccontano per immagini come può cambiare nel corso della vita l’intensità di un sentimento. Dall’altro è un titolo che esplicita il senso di una maturazione, di un progresso, di una evoluzione tangibile che rende perfettamente l’idea di come il “pianeta” D’Alessio sia in continuo movimento. Questo lavoro ne è la prova. Un disco compiuto, riuscito, frutto delle scelte artistiche, tecniche e strategiche di un team di lavoro che da anni si dedica esclusivamente al progetto D’Alessio. Scritto di getto, come vuole la proverbiale immediatezza della “pronta ispirazione” di Gigi, il disco ha visto poi la sua realizzazione in tre studi diversi ( “Il Mulino” di Acquapendente, lo “Splash” di Napoli, il “Quattro 1” di Claudio Mattone a Roma ) nell’arco di tre mesi. Sufficienti ad Adriano Pennino, produttore artistico e arrangiatore, per coordinare al meglio gli interventi di una squadra di musicisti di prim’ordine: da Alfredo Golino alla batteria, a Cesare Chiodo e Roberto D’Aquino al basso, Erasmo Petringa al contrabbasso acustico, Phil Palmer , Maurizio Fiordiliso e Maurizio Pica alle chitarre, Rosario Jermano alle percussioni, fino alla sezione d’archi diretta da Bob Rose. Il risultato è un album dalla fisionomia precisa che percorre ogni angolo conosciuto delle espressioni di D’Alessio e in un caso sconosciuto: ovvero il D’Alessio nel ruolo di interprete puro che fa sua una bella canzone di Mariella Nava, “Verrà il tempo”. Tutto il resto ( ancora una volta firmato dall’inossidabile coppia Gigi D’Alessio/Vincenzo D’Agostino ) si muove con senso della “par condicio” musicale tra il repertorio delle ballad che carezzano – “Il primo amore non si scorda mai”, “Il cammino dell’età” – e quelle che graffiano sia fuori come “Un’altra donna dentro te”, “Tu che ne sai”, che dentro come “Insieme a lei” e “Parlammene dimane”, l’unico brano in dialetto, piccola perla di teatralità malinconica e struggente recitata dai protagonisti su una melodia lieve da grande classico della moderna canzone napoletana. E poi il Gigi D’Alessio più ritmico e divertente di “Che serata” ( cronaca opportunamente censurata di un “dopo-concerto”), di “Tatataratatà”, e infine il Gigi D’Alessio più dichiarato sul fronte latino, interprete di due futuri inni da stadio, due anticipazioni dell’estate 2001: “Bum bum” e “Mon Amour”, ideale seguito del discorso iniziato con “Como suena el corazon”. Tutte canzoni già “assorbite” sotto forma di melodie subito cantabili, di incisi contagiosi , di parole da cantare tutti insieme ammassati sotto un palcoscenico.
Già, perché le canzoni di Gigi D’Alessio hanno una caratteristica: rimangono dell’autore solo per poco tempo, fino al momento in cui non le canta in pubblico. Dopo, corrono veloci e non c’è più niente da fare, vanno dappertutto e sono di tutti. Meno male che Gigi non ne è geloso, anzi...
L' "anima di Napoli", il cantautore che porta il sole e il mare partenopei nel cuore è tornato a cantare il suo mondo in una veste insolita.
Dopo un'assenza di più di un anno dalle scene musicali, Gigi D'Alessio torna alla ribalta con "Uno come te", il disco in uscita in questi giorni. L'album contiene 14 canzoni ed è certamente una novità, forse il punto di svolta nella carriera dell'artista. Grazie al maggior tempo impiegato per lo studio dei brani e alla collaborazione ottenuta da artisti stranieri di primo piano - tra cui bisogna ricordare Michael Thompson, Pino Palladino e Vinnie Colaiuta - i pezzi appaiono maggiormente costruiti e privi delle scorie del "pop" usuale.
Senza abbandonare l'impianto melodico che gli è proprio, D'Alessio canta una musica nuova, ricca di virtuosismi e richiami melodici, in cui la parte orchestrale lascia spazio agli assoli strumentali di piano e basso. Gli arrangiamenti sono estremamente curati e mettono in risalto il nuovo stile. I brani si avvicinano così al soul d'autore anche se non perdono la loro orecchiabilità.
Il pezzo più riuscito è certamente "Oj Nenna né": cantato in napoletano, è la sintesi delle caratteristiche del disco, tradizione e innovazione che si integrano e si conciliano. Ma non possono essere trascurati brani di più facile ascolto come "Miele", già presentato in video al pubblico o "Mi vida", scritto sul ritmo della rumba, genere ormai familiare a Gigi. Confuse insieme alle immancabili canzoni d'amore, spiccano poi due chicche che l'autore dedica a due suoi famosi conterranei. "Donna Sofì", dedicata a Sofia Loren, è una canzone breve e frizzante che riporta alla mente le viuzze di San Gregorio Armeno, dove l'odore di mare si mischia al chiaccherio della gente, e dove la Loren si aggirava con un cesto di frittelle, indimenticabile protagonista dell' "Oro di Napoli". "Caro Renato" è invece più malinconica, una vera e propria serenata ad un artista che non c'è più, un triste addio a chi ha cantato Napoli, i suoi colori e la sua gente.
Emozioni troppo intense, canzoni che raccontano storie di vita quotidiane, ricordi. L'amore dei suoi fan è grande, e Gigi questo lo sa. Se la critica lo ha bersagliato per anni, l'unica realtà fedele che gli ha dato coraggio sono proprio i suoi fedelissimi fan.
Da questo presupposto Gigi, ha voluto ringraziare tutti coloro che per anni gli sono stati vicino. E da questo pensiero è nato il doppio cd Buona Vita, un perfetto mix delle canzoni più belle della fantastica avventura di Gigi, alcune rivisitate in chiave prettamente acustica, e più due inediti "La forza delle donne e Buona Vita". Ma si sa, Gigi non è mai stato uno che si accontenta facilmente!
Immediata all'uscita dell'album, subito è iniziato per lui un intenso tour in tutti i più famosi teatri Italiani. Una scelta venuta dal cuore. Per ringraziare le migliaia di persone che ogni volta fanno chilometri per andare da Gigi. Adesso sarà Gigi ad andare nelle case dei suoi fan!!!
Uno spettacolo straordinario e atipico… si sa, Gigi è abituato a riempire gli stadi di tutta Europa, ma questa scelta è stata dettata da un bisogno di contatto e famigliarità con il pubblico. Con un ottimo risultato. Ad ogni data, si creava sempre la stessa atmosfera di famigliarità e di armonia. Un contatto diretto Palco-Pubblico.
Fantastici gli arrangiamenti che Gigi stesso ha dedicato per questo tour, tutto sotto un profilo prettamente acustico, con un massimo di cinque elementi in band. Tutto questo seguito da un altro grande regalo! Il Dvd del meglio di Gigi D'Alessio dal vivo, con la partecipazione dei Nexuno e di Tullio De Piscopo. Bellissimi i contenuti extra, dal dietro le quinte di Uno come te, al video della Forza delle Donne, singolo hit del momento.
Ormai Gigi lo si conosce, egli stesso sa benissimo l'amore che prova per i suoi innumerevoli fan, e l'amore che loro provano per lui.
Gigi D’Alessio nasce a Napoli il 24 febbraio 1967, ultimo di tre figli. Ha soltanto quattro anni quando il padre, costretto spesso ad emigrare in Venezuela per assicurare una vita decorosa alla sua famiglia, gli regala una fisarmonica comprata a Caracas. E’ il primo contatto con la musica: Gigi studia lo strumento con la stessa passione con cui i suoi coetanei si dedicano ai giochi dell’infanzia, e in breve impara a suonarlo ad un buon livello, tanto promettente che a dodici anni si iscrive al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli conseguendo a ventun anni il diploma di pianoforte.
Molto presto entra nel circuito degli studi di registrazione della sua città avviando una serie di collaborazioni sia come musicista e arrangiatore, che come autore.Ha soltanto 23 anni quando si trova a dirigere la prestigiosa Orchestra Scarlatti, esperienza esaltante che accresce di molto la sua statura professionale. Poco dopo D’Alessio diventa il pianista di Mario Merola con il quale scrive “Cient’anne”, interpretato da entrambi, brano destinato ad un grande successo che segna il passaggio di Gigi dal “dietro le quinte” alla platea nella veste di cantautore. Sulla scia di “Cient’anne” esce nel 1992 il suo primo album “Lasciatemi cantare”. I buoni risultati di vendita, accompagnati dall’entusiasmo dei fans sempre più numerosi, spalancano le porte al secondo lavoro “Scivolando verso l’alto” che vende 30.000 copie al netto dei falsi ( la precisazione è d’obbligo considerata la zona ad alta presenza di “mercato parallelo”).
Il 1994 è l’anno del suo ingresso nella discografia ufficiale con l’album “Dove mi porta il cuore” pubblicato dalla Ricordi, mentre con l’anno seguente arriva il grande successo dell’album “Passo dopo passo” che contiene canzoni fortunatissime, futuri inni da stadio, come “Fotomodelle un un po’ povere” e “Annaré”.Ormai D’Alessio ha spiccato il volo: un suo concerto al Palapartenope raccoglie 8.000 persone, il record per questo famoso spazio meta di prestigiosi artisti italiani e internazionali. Nel 1997 arriva il grande successo dell’album “Fuori dalla mischia” e dei singoli “Anna se sposa” e “Chiove” in buona compagnia di altri brani destinati ad entrare stabilmente nel suo repertorio, che si fa via via più corposo, come “30 Canzoni”, “San Valentino” e “Di notte”.
Il risultato straordinario ottenuto da questo lavoro consente a Gigi di realizzare un grande sogno: quello di suonare allo Stadio San Paolo di Napoli. La serata, memorabile, arriva il 7 giugno del 1997: 20.000 persone sono lì per acclamare una star, nello stesso luogo che ha ospitato i concerti dei Rolling Stones, di Pino Daniele, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni. Gigi D’Alessio diventa il “fenomeno” Gigi D’Alessio, con tanto di spiegamento di forze da parte di tutti i mass media. Nella primavera del 1998 pubblica il suo sesto album intitolato “E’ stato un piacere”, lavoro che contribuisce non poco a disegnare la vera fisionomia dell’artista: “fenomeno” D’Alessio non lo è affatto, è semmai un autore e un musicista di razza, un talento che applica istintivamente le regole della comunicazione immediata e popolare senza giocare sulla facile retorica dei sentimenti; un artista che ha i “tempi”narrativi giusti, che sa costruire piccoli spaccati di vita reale all’interno di strutture musicali moderne e solide sotto l’aspetto compositivo. Ancora una volta il successo di vendite e di pubblico è consistente; i concerti-adunata si ripetono in ogni parte d’Italia.
In giugno esce nelle sale cinematografiche “Annaré” per la regia di Ninì Grassia. Il film che Gigi interpreta (sua naturalmente la colonna sonora) al fianco di Fabio Testi e Orso Maria Guerrini, nella prima settimana di programmazione polverizza in Campania gli introiti di “Titanic” arrivando nella sola Napoli ad incassare circa 30 milioni di lire per ogni sala dove viene proiettato. I giornali tirano in ballo la “D’Alessiomania” in contrasto con la “Dicapriomania”: naturalmente è solo un gioco, gratificante, ma solo un gioco. Molto più seriamente, qualche settimana più tardi, la stampa darà notizia del concerto di Gigi al “Todi Festival ‘98” parlando di lui come della “riscoperta della nostra tradizone musicale. Sul finire di questo straordinario 1998, Gigi decide di fare una bella foto di gruppo: lui, il suo pubblico, i suoi musicisti, i suoi amici, i teatri, i palasport, le canzoni cantate in coro dall’inizio alla fine, il suo mondo: la fotografia viene benissimo e ha un titolo preciso, “Tutto in un concerto”, il settimo album, 13 brani di una scaletta in crescendo e un inedito, “Quel che resta del mio amore”, registrato in studio, a testimonianza di un momento creativo intimo, privato. 1999: “Portami con te”, l’album n.8, immette nel circolo virtuoso che Gigi ha stabilito con il pubblico, altri 11 brani inediti alcuni dei quali diventano subito altri pilastri del suo repertorio ormai vastissimo come “Una magica storia d’amore”, “Portami con te”, “Dove sei” e specialmente “Buongiorno”, la canzone che apre il disco: un affresco di colori che si accendono con il risveglio della città, un piano sequenza dai vicoli al porto, ai quartieri spagnoli, a Fuorigrotta; un susseguirsi di immagini che rimandano alla malinconica dolcezza di un film di De Sica, forse soltanto l’introduzione ad un musical che Gigi ha nella sua testa.a cultura più vera, la migliore per rappresentare l’Italia nel mondo”.
Febbraio 2000: Festival di Sanremo. La nuova fase. D’Alessio non è soltanto il vincitore morale è, banalmente, quello numerico: la sua “Non dirgli mai” ha per mesi il più alto airplay radiofonico di tutte le canzoni in gara, mentre il relativo album dal titolo profetico, “Quando la mia vita cambierà” ( il nono) è già disco d’oro a quindici giorni dall’uscita ( arriverà a superare le 400.000 copie). Un album che si rivela un formidabile hit maker dopo il grande successo del secondo singolo “Una notte al telefono” e, in particolare, di “Caro Bambino Gesù” i cui proventi vengono devoluti all’associazione inglese promotrice delle adozioni a distanza “Azione Aiuto” (Action Aid) alla quale Gigi, già padre di Claudio e Ilaria, ha nel frattempo aderito. Stessa, fortunatissima sorte, ha la tournée che, dopo una partenza europea (Zurigo, Neu Ulm, Karlsrhue, Manneheim), tocca le maggiori città italiane per tutta l’estate fino al concerto record – 220.000 spettatori - di Piazza del Plebiscito del 19 settembre.
Festival di Sanremo 2001: la storia si ripete. “Tu che ne sai”, la canzone presentata alla 51° edizione, porta subito alla conquista del primo posto della classifica dei dischi più venduti l’album n.10 “Il cammino dell’età”. Un titolo rappresentativo per natura. Da un lato sottintende ai contenuti di canzoni che fissano sul pentagramma tipiche situazioni adolescenziali: versi che colgono l’emozione intima di un ricordo, descrivono un momento di difficoltà nell’eterna commedia dell’amore, raccontano per immagini come può cambiare nel corso della vita l’intensità di un sentimento. Dall’altro è un titolo che esplicita il senso di una maturazione, di un progresso, di una evoluzione tangibile che rende perfettamente l’idea di come il “pianeta” D’Alessio sia in continuo movimento. Questo lavoro ne è la prova. Un disco compiuto, riuscito, frutto delle scelte artistiche, tecniche e strategiche di un team di lavoro che da anni si dedica esclusivamente al progetto D’Alessio. Scritto di getto, come vuole la proverbiale immediatezza della “pronta ispirazione” di Gigi, il disco ha visto poi la sua realizzazione in tre studi diversi ( “Il Mulino” di Acquapendente, lo “Splash” di Napoli, il “Quattro 1” di Claudio Mattone a Roma ) nell’arco di tre mesi. Sufficienti ad Adriano Pennino, produttore artistico e arrangiatore, per coordinare al meglio gli interventi di una squadra di musicisti di prim’ordine: da Alfredo Golino alla batteria, a Cesare Chiodo e Roberto D’Aquino al basso, Erasmo Petringa al contrabbasso acustico, Phil Palmer , Maurizio Fiordiliso e Maurizio Pica alle chitarre, Rosario Jermano alle percussioni, fino alla sezione d’archi diretta da Bob Rose. Il risultato è un album dalla fisionomia precisa che percorre ogni angolo conosciuto delle espressioni di D’Alessio e in un caso sconosciuto: ovvero il D’Alessio nel ruolo di interprete puro che fa sua una bella canzone di Mariella Nava, “Verrà il tempo”. Tutto il resto ( ancora una volta firmato dall’inossidabile coppia Gigi D’Alessio/Vincenzo D’Agostino ) si muove con senso della “par condicio” musicale tra il repertorio delle ballad che carezzano – “Il primo amore non si scorda mai”, “Il cammino dell’età” – e quelle che graffiano sia fuori come “Un’altra donna dentro te”, “Tu che ne sai”, che dentro come “Insieme a lei” e “Parlammene dimane”, l’unico brano in dialetto, piccola perla di teatralità malinconica e struggente recitata dai protagonisti su una melodia lieve da grande classico della moderna canzone napoletana. E poi il Gigi D’Alessio più ritmico e divertente di “Che serata” ( cronaca opportunamente censurata di un “dopo-concerto”), di “Tatataratatà”, e infine il Gigi D’Alessio più dichiarato sul fronte latino, interprete di due futuri inni da stadio, due anticipazioni dell’estate 2001: “Bum bum” e “Mon Amour”, ideale seguito del discorso iniziato con “Como suena el corazon”. Tutte canzoni già “assorbite” sotto forma di melodie subito cantabili, di incisi contagiosi , di parole da cantare tutti insieme ammassati sotto un palcoscenico.
Già, perché le canzoni di Gigi D’Alessio hanno una caratteristica: rimangono dell’autore solo per poco tempo, fino al momento in cui non le canta in pubblico. Dopo, corrono veloci e non c’è più niente da fare, vanno dappertutto e sono di tutti. Meno male che Gigi non ne è geloso, anzi...
L' "anima di Napoli", il cantautore che porta il sole e il mare partenopei nel cuore è tornato a cantare il suo mondo in una veste insolita.
Dopo un'assenza di più di un anno dalle scene musicali, Gigi D'Alessio torna alla ribalta con "Uno come te", il disco in uscita in questi giorni. L'album contiene 14 canzoni ed è certamente una novità, forse il punto di svolta nella carriera dell'artista. Grazie al maggior tempo impiegato per lo studio dei brani e alla collaborazione ottenuta da artisti stranieri di primo piano - tra cui bisogna ricordare Michael Thompson, Pino Palladino e Vinnie Colaiuta - i pezzi appaiono maggiormente costruiti e privi delle scorie del "pop" usuale.
Senza abbandonare l'impianto melodico che gli è proprio, D'Alessio canta una musica nuova, ricca di virtuosismi e richiami melodici, in cui la parte orchestrale lascia spazio agli assoli strumentali di piano e basso. Gli arrangiamenti sono estremamente curati e mettono in risalto il nuovo stile. I brani si avvicinano così al soul d'autore anche se non perdono la loro orecchiabilità.
Il pezzo più riuscito è certamente "Oj Nenna né": cantato in napoletano, è la sintesi delle caratteristiche del disco, tradizione e innovazione che si integrano e si conciliano. Ma non possono essere trascurati brani di più facile ascolto come "Miele", già presentato in video al pubblico o "Mi vida", scritto sul ritmo della rumba, genere ormai familiare a Gigi. Confuse insieme alle immancabili canzoni d'amore, spiccano poi due chicche che l'autore dedica a due suoi famosi conterranei. "Donna Sofì", dedicata a Sofia Loren, è una canzone breve e frizzante che riporta alla mente le viuzze di San Gregorio Armeno, dove l'odore di mare si mischia al chiaccherio della gente, e dove la Loren si aggirava con un cesto di frittelle, indimenticabile protagonista dell' "Oro di Napoli". "Caro Renato" è invece più malinconica, una vera e propria serenata ad un artista che non c'è più, un triste addio a chi ha cantato Napoli, i suoi colori e la sua gente.
Emozioni troppo intense, canzoni che raccontano storie di vita quotidiane, ricordi. L'amore dei suoi fan è grande, e Gigi questo lo sa. Se la critica lo ha bersagliato per anni, l'unica realtà fedele che gli ha dato coraggio sono proprio i suoi fedelissimi fan.
Da questo presupposto Gigi, ha voluto ringraziare tutti coloro che per anni gli sono stati vicino. E da questo pensiero è nato il doppio cd Buona Vita, un perfetto mix delle canzoni più belle della fantastica avventura di Gigi, alcune rivisitate in chiave prettamente acustica, e più due inediti "La forza delle donne e Buona Vita". Ma si sa, Gigi non è mai stato uno che si accontenta facilmente!
Immediata all'uscita dell'album, subito è iniziato per lui un intenso tour in tutti i più famosi teatri Italiani. Una scelta venuta dal cuore. Per ringraziare le migliaia di persone che ogni volta fanno chilometri per andare da Gigi. Adesso sarà Gigi ad andare nelle case dei suoi fan!!!
Uno spettacolo straordinario e atipico… si sa, Gigi è abituato a riempire gli stadi di tutta Europa, ma questa scelta è stata dettata da un bisogno di contatto e famigliarità con il pubblico. Con un ottimo risultato. Ad ogni data, si creava sempre la stessa atmosfera di famigliarità e di armonia. Un contatto diretto Palco-Pubblico.
Fantastici gli arrangiamenti che Gigi stesso ha dedicato per questo tour, tutto sotto un profilo prettamente acustico, con un massimo di cinque elementi in band. Tutto questo seguito da un altro grande regalo! Il Dvd del meglio di Gigi D'Alessio dal vivo, con la partecipazione dei Nexuno e di Tullio De Piscopo. Bellissimi i contenuti extra, dal dietro le quinte di Uno come te, al video della Forza delle Donne, singolo hit del momento.
Ormai Gigi lo si conosce, egli stesso sa benissimo l'amore che prova per i suoi innumerevoli fan, e l'amore che loro provano per lui.