- 14 Luglio 2011
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Alcuni ricercatori sono convinti che possano esserci le condizioni per sferrare un attacco in grado di compromettere l'intero ecosistema della moneta virtuale
Alcuni scienziati dell'Università di Cornell (New York) sono convinti che Bitcoin sia vulnerabile. La moneta digitale è a rischio di manipolazione, nel caso in cui qualcuno riuscisse a controllare il 33% della potenza di calcolo di tutti i PC in combinazione. Finora si riteneva che la soglia fosse del 51%. In pratica, se si riuscisse ad unire abbastanza "PC minatori" (quelli, cioè, che generano fisicamente i Bitcoin),sarebbe possibile manipolare la blockchain (cioè il portafogli virtuale) a proprio vantaggio. La soglia critica è il 33% del totale: maggiore è il numero di miner, più diminuisce il numero di disonesti necessario per portare a termine l'attacco. L'attacco si basa sul fatto che un "minatore egoista" sia in grado di tenere privati i blocchi invece di renderli pubblici. Il "minatore onesto", dal canto suo, sarebbe quindi costretto a lavorare di più e inutilmente, mentre il gruppo di egoisti comincia a usare nuovi blocchi per archiviare nuove transazioni. A un certo punto, i minatori egoisti rendo pubblica la loro produzione, il sistema che la accoglie come legittima e la sostituisce a quella esistente perché maggiore, arrichendosi in maniera significativa, mentre i miner onesti rischiano di aver speso elettricità per nulla, dato che le loro transazioni non verranno confermate. In teoria, sarebbe anche possible impedire ad altri di minare blocchi validi. E' difficile ipotizzare che ci siano così tanti utenti in grado di mettersi d'accordo per complottare contro Bitcoin. Il fatto è che il coinvolgimento dell'utente non è espressamente richiesto. Il compito di riunire un pool abbastanza grande per portare un attacco può essere tranquillamente svolto da un software. Se venisse messo in circolazione un programma manipolato a tale scopo, oppure venissre creata una botnet con mezzi più "tradizionali", la cosa non sarebbe impossibile. Nel mondo dei Bitcoin,tuttavia, la questione è ritenuta " probabilmente non un problema" e per risolverla basterebbe eventualmente modificare il protocollo di creazione e gestione della moneta virtuale.
Fonte: Varie informazioni prese dal web,ed, rielaborate da me.
Alcuni scienziati dell'Università di Cornell (New York) sono convinti che Bitcoin sia vulnerabile. La moneta digitale è a rischio di manipolazione, nel caso in cui qualcuno riuscisse a controllare il 33% della potenza di calcolo di tutti i PC in combinazione. Finora si riteneva che la soglia fosse del 51%. In pratica, se si riuscisse ad unire abbastanza "PC minatori" (quelli, cioè, che generano fisicamente i Bitcoin),sarebbe possibile manipolare la blockchain (cioè il portafogli virtuale) a proprio vantaggio. La soglia critica è il 33% del totale: maggiore è il numero di miner, più diminuisce il numero di disonesti necessario per portare a termine l'attacco. L'attacco si basa sul fatto che un "minatore egoista" sia in grado di tenere privati i blocchi invece di renderli pubblici. Il "minatore onesto", dal canto suo, sarebbe quindi costretto a lavorare di più e inutilmente, mentre il gruppo di egoisti comincia a usare nuovi blocchi per archiviare nuove transazioni. A un certo punto, i minatori egoisti rendo pubblica la loro produzione, il sistema che la accoglie come legittima e la sostituisce a quella esistente perché maggiore, arrichendosi in maniera significativa, mentre i miner onesti rischiano di aver speso elettricità per nulla, dato che le loro transazioni non verranno confermate. In teoria, sarebbe anche possible impedire ad altri di minare blocchi validi. E' difficile ipotizzare che ci siano così tanti utenti in grado di mettersi d'accordo per complottare contro Bitcoin. Il fatto è che il coinvolgimento dell'utente non è espressamente richiesto. Il compito di riunire un pool abbastanza grande per portare un attacco può essere tranquillamente svolto da un software. Se venisse messo in circolazione un programma manipolato a tale scopo, oppure venissre creata una botnet con mezzi più "tradizionali", la cosa non sarebbe impossibile. Nel mondo dei Bitcoin,tuttavia, la questione è ritenuta " probabilmente non un problema" e per risolverla basterebbe eventualmente modificare il protocollo di creazione e gestione della moneta virtuale.
Fonte: Varie informazioni prese dal web,ed, rielaborate da me.