- 25 Ottobre 2009
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Copertina del singolo:
Artista:
blink-182
Nome singolo:
Adam’s Song
Uscito il:
5 settembre 2000
Estratto dall’album:
Enema Of The State
Url video:
[YT]2MRdtXWcgIw [/YT]
Testo:
Testo tradotto in lingua italiana:
Informazioni video del singolo:
Nel video la band suona in una stanza tappezzata di foto in bianco e nero; nel corso del videoclip queste foto iniziano a rievocare flashback della quotidianità della band inquadrando però, quasi come fosse una scenografia che fatica a saltare all’occhio, anche persone comuni alle prese con delle sofferenze che passano inosservate a chi, ben più sereno di loro, nemmeno intuisce che si trovano in difficoltà. A differenza del testo, il video non tratta di una sola persona, ma tende a generalizzare le angosce di ogni singolo uomo, mai confessate o che stenta a rivelare.
Il messaggio che ci vuole dare:
Il tema trattato in questo brano è il suicidio. Colui che narra la storia è un sedicenne che, stanco della propria vita, racconta la vicenda come se fosse già accaduto il fattaccio: da un lato ripensa nostalgicamente ai bei ricordi passati, mentre dall’altro riflette sulle conseguenze che ha avuto il suo gesto sulle persone a lui care. E’ una riflessione sulla vita, che verso la fine del brano sembra acquistare valore attraverso un’esortazione ad aspettare tempi migliori di quelli che si sta passando.
Citazione:
Curiosità:
Lettera in lingua originale, inglese:
Lettera tradotta in italiano:
Giudizio personale sulla canzone/testo:
Tecnicamente la canzone si presenta strutturalmente semplice: arpeggio iniziale, parte ritmica nella strofa, voce regolare e senza troppi sbalzi; solo la batteria, come di consueto nello stile di Travis Barker, si destreggia in qualche discreto assolo. Nel ritornello il brano esplode, per poi tornare all’ambiguo arpeggio di chitarra.
Il testo esprime, forse sotto una forma un po’troppo commerciale, i dubbi di chi, ad un certo punto della sua vita, inizia a farsi delle domande su cosa significhi la sua esistenza. Offre quindi uno spunto di riflessione, lasciando anche l’ascoltatore meno interessato spaesato nel bel mezzo di questo profondo significato.
Voti:
Melodia: 6
Arrangiamento: 7
Voce: 5
Testo: 9
Voto medio: 7
Artista:
blink-182
Nome singolo:
Adam’s Song
Uscito il:
5 settembre 2000
Estratto dall’album:
Enema Of The State
Url video:
[YT]2MRdtXWcgIw [/YT]
Testo:
I never thought I'd die alone
I laughed the loudest who’d have known?
I traced the cord back to the wall
No wonder it was never plugged in at all
I took my time, I hurried up
The choice was mine I didn’t think enough
I’m too depressed to go on
You’ll be sorry when I’m gone
I never conquered, rarely came
16 just held such better days
Days when I still felt alive
We couldn’t wait to get outside
The world was wide, too late to try
The tour was over, Id survived
I couldn’t wait till I got home
To pass the time in my room alone
I never thought I’d die alone
Another six months I’ll be unknown
Give all my things to my friends
You’ll never set foot in my room again
You’ll close it off, board it up
Remember the time I spilled the cup
Of apple juice in the hall
Please tell mom this is not her fault
I never conquered, rarely came
Tomorrow just holds such better days
Days when I can still felt alive
When I can’t wait to get outside
The world is wide, the time goes by
The tour is over, I’ve survived
I can’t wait till I get home
To pass the time in my room alone
I laughed the loudest who’d have known?
I traced the cord back to the wall
No wonder it was never plugged in at all
I took my time, I hurried up
The choice was mine I didn’t think enough
I’m too depressed to go on
You’ll be sorry when I’m gone
I never conquered, rarely came
16 just held such better days
Days when I still felt alive
We couldn’t wait to get outside
The world was wide, too late to try
The tour was over, Id survived
I couldn’t wait till I got home
To pass the time in my room alone
I never thought I’d die alone
Another six months I’ll be unknown
Give all my things to my friends
You’ll never set foot in my room again
You’ll close it off, board it up
Remember the time I spilled the cup
Of apple juice in the hall
Please tell mom this is not her fault
I never conquered, rarely came
Tomorrow just holds such better days
Days when I can still felt alive
When I can’t wait to get outside
The world is wide, the time goes by
The tour is over, I’ve survived
I can’t wait till I get home
To pass the time in my room alone
Testo tradotto in lingua italiana:
Non ho avrei mai pensato di morire da solo
Ridevo forte, chi poteva saperlo?
Ho seguito il cavo lungo il muro
Nessuna sorpresa che non fosse collegato
Mi sono preso il mio tempo, mi sono sbrigato
La scelta doveva essere mia, non ho pensato abbastanza
Ero troppo depresso per andare avanti
Tu sarai dispiaciuta quando me ne sarò andato
Non ho mai fatto una conquista, raramente sono venuto (Non ho mai vinto,
raramente riuscivo )
A 16 anni vivevo giorni migliori
Giorni in cui mi sentivo ancora vivo
Non vedevamo l'ora di uscire
Il mondo era vasto, troppo tardi per tentare
Il tour era finito, io ero sopravvissuto
Non vedevo l'ora di tornare a casa
Per passare il tempo nelle mia stanza da solo
Non avrei mai pensato di morire da solo
Per altri sei mesi e sarò uno sconosciuto
Dai tutte le mie cose a tutti i miei amici
Tu non metterai ancora piede nella mia stanza
La chiuderai, la sbarrerai
Ti ricordi di quella volta che rovesciato il bicchiere
Di succo di mela in sala
Per favore dì alla mamma che non è stata colpa sua
Non ho mai fatto una conquista, raramente sono venuto (Non ho mai vinto,
raramente riuscivo )
Ma domani saranno giorni migliori
Giorni nei quali posso sentirmi ancora vivo
Quando non vedo l'ora di uscire
Il mondo è vasto, il tempo passa
Il tour è finito, sono sopravvissuto
Non vedo l'ora di tornare a casa
Per passare il tempo nella mia stanza da solo
Ridevo forte, chi poteva saperlo?
Ho seguito il cavo lungo il muro
Nessuna sorpresa che non fosse collegato
Mi sono preso il mio tempo, mi sono sbrigato
La scelta doveva essere mia, non ho pensato abbastanza
Ero troppo depresso per andare avanti
Tu sarai dispiaciuta quando me ne sarò andato
Non ho mai fatto una conquista, raramente sono venuto (Non ho mai vinto,
raramente riuscivo )
A 16 anni vivevo giorni migliori
Giorni in cui mi sentivo ancora vivo
Non vedevamo l'ora di uscire
Il mondo era vasto, troppo tardi per tentare
Il tour era finito, io ero sopravvissuto
Non vedevo l'ora di tornare a casa
Per passare il tempo nelle mia stanza da solo
Non avrei mai pensato di morire da solo
Per altri sei mesi e sarò uno sconosciuto
Dai tutte le mie cose a tutti i miei amici
Tu non metterai ancora piede nella mia stanza
La chiuderai, la sbarrerai
Ti ricordi di quella volta che rovesciato il bicchiere
Di succo di mela in sala
Per favore dì alla mamma che non è stata colpa sua
Non ho mai fatto una conquista, raramente sono venuto (Non ho mai vinto,
raramente riuscivo )
Ma domani saranno giorni migliori
Giorni nei quali posso sentirmi ancora vivo
Quando non vedo l'ora di uscire
Il mondo è vasto, il tempo passa
Il tour è finito, sono sopravvissuto
Non vedo l'ora di tornare a casa
Per passare il tempo nella mia stanza da solo
Informazioni video del singolo:
Nel video la band suona in una stanza tappezzata di foto in bianco e nero; nel corso del videoclip queste foto iniziano a rievocare flashback della quotidianità della band inquadrando però, quasi come fosse una scenografia che fatica a saltare all’occhio, anche persone comuni alle prese con delle sofferenze che passano inosservate a chi, ben più sereno di loro, nemmeno intuisce che si trovano in difficoltà. A differenza del testo, il video non tratta di una sola persona, ma tende a generalizzare le angosce di ogni singolo uomo, mai confessate o che stenta a rivelare.
Il messaggio che ci vuole dare:
Il tema trattato in questo brano è il suicidio. Colui che narra la storia è un sedicenne che, stanco della propria vita, racconta la vicenda come se fosse già accaduto il fattaccio: da un lato ripensa nostalgicamente ai bei ricordi passati, mentre dall’altro riflette sulle conseguenze che ha avuto il suo gesto sulle persone a lui care. E’ una riflessione sulla vita, che verso la fine del brano sembra acquistare valore attraverso un’esortazione ad aspettare tempi migliori di quelli che si sta passando.
Citazione:
Non ho mai vinto, raramente ci riuscivo,
ma domani saranno giorni migliori,
giorni in cui potrò sentirmi ancora vivo.
Curiosità:
- La canzone ha ricevuto molte critiche in seguito ad un drammatico episodio che ha visto un giovane suicidarsi proprio mentre ascoltava questo pezzo.
- Il brano è stato scritto da Mark Hoppus, cantante e chitarrista del gruppo, dopo aver tratto ispirazione da una lettera a lui inviata da un suo fan, Adam per l’appunto, in cui il ragazzo annunciava la sua decisione, elencandone i motivi e le persone che hanno causato questa presa di posizione. Qui, per curiosità, riporto la lettera del giovane, in lingua originale e in italiano.
Lettera in lingua originale, inglese:
To the man and woman who chose to conceive a child, the result of which was me, when it fit in with their five year plan;
To the teachers who never really cared, no matter what they say;
To my fellow geeks, dweebs, et. al., who will no doubt receive more abuse upon my passing, as my tormentors will no longer have me to kick around;
To my fellow students who made my life a living nightmare when they should have focused on their education;
To those who never cared, never spoke, probably never knew my name;
To the one true friend, whose caring was the only thing that prevented this even from happening sooner;
To the God, if he does exist, who chose to play a cruel, cruel joke on me when he placed me where he did and surrounded me with so many uncaring faces;
To all of you, goodbye.
I am leaving a world to which I never truly belonged or fit in. Do not weep for me, or mourn my passing. I say this not because I expect to be missed, but to allow those who truly did not care go on with their lives with a clean conscience and dry eyes. I know you don't want to weep for me. So don't. But I do ask you to listen to the final words of a young man who has taken charge of his own destiny.
Perhaps my parents might feel something inside which causes them to shed tears. They may pretend that it's sorrow for their "loss", but I hope it is something else. Perhaps sorrow for bringing a child into this world when they really didn't have the time or desire to raise him. I wasn't the product of love, born of a desire to prepare another human being to grow and lead the human race. I was merely the next acquisition, the next task, the next project on their list of things that bring significance.
No child should be brought into this world for the mere purpose of being just another possession. I am not an asset to be cataloged and listed on your tax forms beside your house and car, or fought over during your divorce proceedings. I am a human being. I'm sorry that it took this to make you realize that. If you don't yet get it, then I'm even sorrier.
What about my teachers? Will they be sorry to see another student become a statistic? Certainly the administration and Principal Chowning will mourn, as my death will not reflect well on them as an institution. Well, I apologize for making the statistics for your administration worse. But I don't expect an apology for the false sympathies of people like Mrs. Dunfee, and the broken promises of others like Mr. Richman.
As for my fellows students, those who made a more significant impact on my life, I know better than to expect my tormentors to mourn.
But if I’m going to address those who belittled me, I’d be remiss if I failed to include the ladies in my life. I guess that’s not entirely accurate, as the ones I refer to fall in two basic categories: those who refused to be in my life, and those who I would rather have excluded from my life. In the former category, Melinda Tunney, Jessica Silvers, and dear Kimmy Vanover, whose laughed in my face after I asked her to the homecoming dance, humiliating me in front of I don’t know how many other classmates. In the latter category are too many to mention, though I must single out Rebecca Cull and Vanessa Dietrich for their tremendous dedication to the cause of destroying any shred of self-esteem I might dare to foster. Why can’t you accept the things that make other people different rather than insisting everyone conforms to your will?
Sure, some did offer friendly gestures. Nicole Edwards often would greet me and ask about my life. Not that I ever felt comfortable enough to tell her anything; I never trusted her enough to give her the chance. What was the purpose? Did you really give a flip about the shy, quiet kid who sat behind you in 8th grade history? Or was it all about creating an illusion that you care, just to guarantee my voting for you as a class officer.
I can only conceive of one person in this world who will truly be sad at my parting. Marty, my best friend, you talked me out of this decision three times before. You even called 911 after I swallowed a bottle of pills. That is why I did not tell you anything this time, and why I do this in secret, alone. I wish you were coming with me on this great adventure, into the final frontier. Where ever I go, yours will be the one face I carry with me. The one soul I will miss. Yours is also the only forgiveness I ask and beg for as I depart from this life. I love you, and always will.
There’s another group I have not yet addressed: those not like me who left me alone. Or I should say ignored me. I appreciate your sparing me any further harassment, but your inaction, your withheld hellos and...
To the teachers who never really cared, no matter what they say;
To my fellow geeks, dweebs, et. al., who will no doubt receive more abuse upon my passing, as my tormentors will no longer have me to kick around;
To my fellow students who made my life a living nightmare when they should have focused on their education;
To those who never cared, never spoke, probably never knew my name;
To the one true friend, whose caring was the only thing that prevented this even from happening sooner;
To the God, if he does exist, who chose to play a cruel, cruel joke on me when he placed me where he did and surrounded me with so many uncaring faces;
To all of you, goodbye.
I am leaving a world to which I never truly belonged or fit in. Do not weep for me, or mourn my passing. I say this not because I expect to be missed, but to allow those who truly did not care go on with their lives with a clean conscience and dry eyes. I know you don't want to weep for me. So don't. But I do ask you to listen to the final words of a young man who has taken charge of his own destiny.
Perhaps my parents might feel something inside which causes them to shed tears. They may pretend that it's sorrow for their "loss", but I hope it is something else. Perhaps sorrow for bringing a child into this world when they really didn't have the time or desire to raise him. I wasn't the product of love, born of a desire to prepare another human being to grow and lead the human race. I was merely the next acquisition, the next task, the next project on their list of things that bring significance.
No child should be brought into this world for the mere purpose of being just another possession. I am not an asset to be cataloged and listed on your tax forms beside your house and car, or fought over during your divorce proceedings. I am a human being. I'm sorry that it took this to make you realize that. If you don't yet get it, then I'm even sorrier.
What about my teachers? Will they be sorry to see another student become a statistic? Certainly the administration and Principal Chowning will mourn, as my death will not reflect well on them as an institution. Well, I apologize for making the statistics for your administration worse. But I don't expect an apology for the false sympathies of people like Mrs. Dunfee, and the broken promises of others like Mr. Richman.
As for my fellows students, those who made a more significant impact on my life, I know better than to expect my tormentors to mourn.
But if I’m going to address those who belittled me, I’d be remiss if I failed to include the ladies in my life. I guess that’s not entirely accurate, as the ones I refer to fall in two basic categories: those who refused to be in my life, and those who I would rather have excluded from my life. In the former category, Melinda Tunney, Jessica Silvers, and dear Kimmy Vanover, whose laughed in my face after I asked her to the homecoming dance, humiliating me in front of I don’t know how many other classmates. In the latter category are too many to mention, though I must single out Rebecca Cull and Vanessa Dietrich for their tremendous dedication to the cause of destroying any shred of self-esteem I might dare to foster. Why can’t you accept the things that make other people different rather than insisting everyone conforms to your will?
Sure, some did offer friendly gestures. Nicole Edwards often would greet me and ask about my life. Not that I ever felt comfortable enough to tell her anything; I never trusted her enough to give her the chance. What was the purpose? Did you really give a flip about the shy, quiet kid who sat behind you in 8th grade history? Or was it all about creating an illusion that you care, just to guarantee my voting for you as a class officer.
I can only conceive of one person in this world who will truly be sad at my parting. Marty, my best friend, you talked me out of this decision three times before. You even called 911 after I swallowed a bottle of pills. That is why I did not tell you anything this time, and why I do this in secret, alone. I wish you were coming with me on this great adventure, into the final frontier. Where ever I go, yours will be the one face I carry with me. The one soul I will miss. Yours is also the only forgiveness I ask and beg for as I depart from this life. I love you, and always will.
There’s another group I have not yet addressed: those not like me who left me alone. Or I should say ignored me. I appreciate your sparing me any further harassment, but your inaction, your withheld hellos and...
Lettera tradotta in italiano:
All’uomo e alla donna che decisero di concepire un bambino, il risultato del quale ero io, quando si adatta al loro piano quinquennale;
Ai miei insegnanti ai quali non è mai importato nulla, non importa quello che dicono;
Ai miei compagni sfigati, secchioni ecc., che senza dubbio riceveranno ancora più maltrattamenti subito dopo la mia morte, poiché i miei tormentatori non avranno più me in giro;
Ai miei compagni studenti che resero la mia vita un inferno quando avrebbero dovuto concentrarsi sulla loro educazione;
A quelli a cui non importò mai niente di me, che non mi parlarono mai, che probabilmente non conoscevano nemmeno il mio nome;
All’unico vero amico, il cui interesse fu l’unica cosa che impedì che questo accadesse anche prima;
A Dio, se esiste, che scelse di giocare uno scherzo crudele, molto crudele su di me quando mi mise nel posto dove mi mise e mi circondò con così tanti volti indifferenti;
A tutti voi, addio.
Sto lasciando un mondo al quale non sono mai davvero appartenuto o non sono mai stato adatto. Non piangete per me, non lamentatevi della mia morte. Dico questo non perché mi aspetto di mancarvi, ma per dare il permesso a quelli a cui non è mai davvero importato nulla di me di continuare la loro vita con la coscienza pulita e gli occhi asciutti. So che non volete piangere per me. Perciò non fatelo. Ma vi chiedo di ascoltare le ultime parole di un ragazzo che si è fatto carico del suo stesso destino.
Forse i miei genitori potrebbero sentire qualcosa dentro che li faccia versare lacrime. Potrebbero fingere che sia il dolore per la loro “perdita”, ma spero che sia qualcos’altro.
Forse il dolore di aver portato un bambino in questo mondo quando non avevano davvero il tempo o il desiderio di crescerlo. Non fui il prodotto dell’amore, nato dal desiderio di preparare un altro essere umano ad aumentare e dirigere la razza umana. Ero meramente la nuova acquisizione, il nuovo obiettivo, il nuovo progetto sulla loro lista di cose che portano importanza.
Nessun bambino dovrebbe essere portato in questo mondo per il mero obiettivo di essere soltanto un’altra cosa da possedere. Non sono un bene da catalogare e mettere in lista sulla vostra dichiarazione dei redditi dopo la casa e la macchina, o per cui combattere durante le procedure di divorzio. Sono un essere umano. Mi dispiace che ci sia voluto questo per farvelo capire. E se ancora non lo capite, mi dispiace ancora di più.
Che cosa dire dei miei insegnanti? Saranno dispiaciuti di vedere un altro studente diventare una statistica? Certamente l’amministrazione e il preside Chowning si lamenteranno, perché la mia morte non si rifletterà bene su di loro come istituzione. Beh, mi scuso per aver reso le statistiche della vostra amministrazione peggiori. Ma non mi aspetto nessuna scusa per le false simpatie di persone come la professoressa Dunfee e le promesse infrante di altri come il professor Richman.
Per quanto riguarda i miei compagni studenti, quelli che ebbero un impatto più significativo sulla mia vita, li conosco abbastanza bene da non aspettarmi che i miei tormentatori si lamenteranno.
Ma ora mi rivolgo a quelli che mi sminuirono, e sarei negligente se mancassi di includere la ragazze della mia vita. Immagino che non sia proprio accurato, perché quelle a cui mi riferisco si trovano in due categorie: quelle che rifiutarono di stare nella mia vita, e quelle che avrei piuttosto escluso dalla mia vita. Nella prima categoria, Melinda Tunney, Jessica Silvers e la cara Kimmy Vanover, che mi rise in faccia dopo averla invitata al ballo di ritorno, umiliandomi davanti a non so quanti compagni di classe. Nella seconda categoria ce ne sono troppe da citare, tuttavia devo distinguere Rebecca Cull e Vanessa Dietrich per la loro tremenda dedizione alla causa della distruzione di ogni briciolo di autostima che potevo osare nutrire. Perché non potete accettare le cose che rendono le altre persone diverse piuttosto che insistere che tutti si conformino al vostro volere?
Sicuramente, qualcuno mi offrì dei gesti carini. Nicole Edwars spesso mi salutava e mi chiedeva a proposito della mia vita. Non che mi sia mai sentito abbastanza a mio agio da dirle qualcosa; non mi sono mai fidato abbastanza di lei per darle l’opportunità. Qual’era l’obiettivo? Ti importava davvero del timido, silenzioso ragazzino che sedeva dietro di te nella lezione di storia dell’ottava classe? E era tutto per creare un’illusione che ti importasse di me, giusto per garantirti il mio voto per te come capoclasse.
Posso solo pensare a una persona in questo mondo che sarà davvero triste alla mia morte. Marty, mio migliore amico, mi hai dissuaso da questa decisione tre volte. Hai anche chiamato il 911 [il 118 italiano] dopo che inghiottii una bottiglia di pillole. Questo è il motivo per cui stavolta non ti ho detto nulla e perché lo faccio in segreto, da solo. Vorrei che tu venissi come me in questa grande avventura, all’ultimo confine. Ovunque andrò, il tuo sarà il solo volto che porterò con me. L’unica anima che mi mancherà. Il tuo è anche l’unico perdono che chiedo e prego di avere per questa mia partenza da questa vita. Ti voglio bene, e te ne vorrò sempre.
C’è un altro gruppo a cui non mi sono ancora rivolto: quelli a cui non piacevo, che mi lasciavano da solo. O dovrei dire che mi ignoravano. Apprezzo il fatto che mi abbiate risparmiato altre ulteriori molestie, ma la vostra inazione, i vostri ciao trattenuti e…
Ai miei insegnanti ai quali non è mai importato nulla, non importa quello che dicono;
Ai miei compagni sfigati, secchioni ecc., che senza dubbio riceveranno ancora più maltrattamenti subito dopo la mia morte, poiché i miei tormentatori non avranno più me in giro;
Ai miei compagni studenti che resero la mia vita un inferno quando avrebbero dovuto concentrarsi sulla loro educazione;
A quelli a cui non importò mai niente di me, che non mi parlarono mai, che probabilmente non conoscevano nemmeno il mio nome;
All’unico vero amico, il cui interesse fu l’unica cosa che impedì che questo accadesse anche prima;
A Dio, se esiste, che scelse di giocare uno scherzo crudele, molto crudele su di me quando mi mise nel posto dove mi mise e mi circondò con così tanti volti indifferenti;
A tutti voi, addio.
Sto lasciando un mondo al quale non sono mai davvero appartenuto o non sono mai stato adatto. Non piangete per me, non lamentatevi della mia morte. Dico questo non perché mi aspetto di mancarvi, ma per dare il permesso a quelli a cui non è mai davvero importato nulla di me di continuare la loro vita con la coscienza pulita e gli occhi asciutti. So che non volete piangere per me. Perciò non fatelo. Ma vi chiedo di ascoltare le ultime parole di un ragazzo che si è fatto carico del suo stesso destino.
Forse i miei genitori potrebbero sentire qualcosa dentro che li faccia versare lacrime. Potrebbero fingere che sia il dolore per la loro “perdita”, ma spero che sia qualcos’altro.
Forse il dolore di aver portato un bambino in questo mondo quando non avevano davvero il tempo o il desiderio di crescerlo. Non fui il prodotto dell’amore, nato dal desiderio di preparare un altro essere umano ad aumentare e dirigere la razza umana. Ero meramente la nuova acquisizione, il nuovo obiettivo, il nuovo progetto sulla loro lista di cose che portano importanza.
Nessun bambino dovrebbe essere portato in questo mondo per il mero obiettivo di essere soltanto un’altra cosa da possedere. Non sono un bene da catalogare e mettere in lista sulla vostra dichiarazione dei redditi dopo la casa e la macchina, o per cui combattere durante le procedure di divorzio. Sono un essere umano. Mi dispiace che ci sia voluto questo per farvelo capire. E se ancora non lo capite, mi dispiace ancora di più.
Che cosa dire dei miei insegnanti? Saranno dispiaciuti di vedere un altro studente diventare una statistica? Certamente l’amministrazione e il preside Chowning si lamenteranno, perché la mia morte non si rifletterà bene su di loro come istituzione. Beh, mi scuso per aver reso le statistiche della vostra amministrazione peggiori. Ma non mi aspetto nessuna scusa per le false simpatie di persone come la professoressa Dunfee e le promesse infrante di altri come il professor Richman.
Per quanto riguarda i miei compagni studenti, quelli che ebbero un impatto più significativo sulla mia vita, li conosco abbastanza bene da non aspettarmi che i miei tormentatori si lamenteranno.
Ma ora mi rivolgo a quelli che mi sminuirono, e sarei negligente se mancassi di includere la ragazze della mia vita. Immagino che non sia proprio accurato, perché quelle a cui mi riferisco si trovano in due categorie: quelle che rifiutarono di stare nella mia vita, e quelle che avrei piuttosto escluso dalla mia vita. Nella prima categoria, Melinda Tunney, Jessica Silvers e la cara Kimmy Vanover, che mi rise in faccia dopo averla invitata al ballo di ritorno, umiliandomi davanti a non so quanti compagni di classe. Nella seconda categoria ce ne sono troppe da citare, tuttavia devo distinguere Rebecca Cull e Vanessa Dietrich per la loro tremenda dedizione alla causa della distruzione di ogni briciolo di autostima che potevo osare nutrire. Perché non potete accettare le cose che rendono le altre persone diverse piuttosto che insistere che tutti si conformino al vostro volere?
Sicuramente, qualcuno mi offrì dei gesti carini. Nicole Edwars spesso mi salutava e mi chiedeva a proposito della mia vita. Non che mi sia mai sentito abbastanza a mio agio da dirle qualcosa; non mi sono mai fidato abbastanza di lei per darle l’opportunità. Qual’era l’obiettivo? Ti importava davvero del timido, silenzioso ragazzino che sedeva dietro di te nella lezione di storia dell’ottava classe? E era tutto per creare un’illusione che ti importasse di me, giusto per garantirti il mio voto per te come capoclasse.
Posso solo pensare a una persona in questo mondo che sarà davvero triste alla mia morte. Marty, mio migliore amico, mi hai dissuaso da questa decisione tre volte. Hai anche chiamato il 911 [il 118 italiano] dopo che inghiottii una bottiglia di pillole. Questo è il motivo per cui stavolta non ti ho detto nulla e perché lo faccio in segreto, da solo. Vorrei che tu venissi come me in questa grande avventura, all’ultimo confine. Ovunque andrò, il tuo sarà il solo volto che porterò con me. L’unica anima che mi mancherà. Il tuo è anche l’unico perdono che chiedo e prego di avere per questa mia partenza da questa vita. Ti voglio bene, e te ne vorrò sempre.
C’è un altro gruppo a cui non mi sono ancora rivolto: quelli a cui non piacevo, che mi lasciavano da solo. O dovrei dire che mi ignoravano. Apprezzo il fatto che mi abbiate risparmiato altre ulteriori molestie, ma la vostra inazione, i vostri ciao trattenuti e…
Giudizio personale sulla canzone/testo:
Tecnicamente la canzone si presenta strutturalmente semplice: arpeggio iniziale, parte ritmica nella strofa, voce regolare e senza troppi sbalzi; solo la batteria, come di consueto nello stile di Travis Barker, si destreggia in qualche discreto assolo. Nel ritornello il brano esplode, per poi tornare all’ambiguo arpeggio di chitarra.
Il testo esprime, forse sotto una forma un po’troppo commerciale, i dubbi di chi, ad un certo punto della sua vita, inizia a farsi delle domande su cosa significhi la sua esistenza. Offre quindi uno spunto di riflessione, lasciando anche l’ascoltatore meno interessato spaesato nel bel mezzo di questo profondo significato.
Voti:
Melodia: 6
Arrangiamento: 7
Voce: 5
Testo: 9
Voto medio: 7