ROMA, 13 agosto - «Per lo scudetto è una lotta a 3 o 4 squadre. Per il Mondiale le candidate sono 6-7». Per Buffon, insomma, è più facile che la Juve vinca il campionato piuttosto che l'Italia il Mondiale. È questo uno dei passi dell'intervista rilasciata dal portiere della Juve a Sky Sport24.
Tutto pronto per Amauri in Nazionale: a Vinovo gli state già prendendo le misure per la divisa?
«Diciamo che gli siamo stati addosso parecchio in tutti questi anni, non solo noi calciatori, penso che anche voi della carta stampata abbiate fatto un pressing asfissiante. Al di là di tutto, però, sicuramente di una cosa sono certo: lui verrà con grande entusiasmo e sono sicuro che farà il possibile per la causa. Con questo, però, non bisogna dimenticarci di chi ha fatto tanto e di chi potrebbe ancora dare tanto, parlo di Gilardino, o Toni, che magari in questo momento non è stato convocato».
Possiamo dare per scontato che giocherà per l’Italia prima o poi?
«Sinceramente la certezza assoluta io non ce l’ho, l’importante è che ce l’abbia lui. La cosa importante è che se dovesse fare questo tipo di scelta, sia sereno e convinto, perché poi non c’è niente di peggio che creare delle forzature in un gioco e in un lavoro come quello del calcio. Nel caso in cui dovesse andare a lieto fine, come tutti ci auspichiamo, l’importante è che lui sia convinto».
Sui giovani esordienti in Nazionale.
«Non c’è nulla da aggiungere, nel senso che i ragazzi che hanno fatto una delle loro prime apparizioni, Marchisio, Criscito, Palombo, credo che si siano fatti trovare molto pronti e abbiano dimostrato un’ottima intraprendenza e un’ottima personalità, che è la cosa che poi fa la differenza tra il giocare in una squadra normale e il giocare in Nazionale. Se manterranno queste caratteristiche, queste peculiarità, credo che non avranno problemi ad imporsi anche in Nazionale».
Cos’hai pensato quando hai saputo dell’infortunio di Camoranesi?
«Ho pensato che per la Juve non era sicuramente una cosa buona, perché Mauro alla fine secondo me è uno dei più grandi giocatori sottovalutati al mondo, nel senso che non gli si da’ realmente tutto ciò che merita. Secondo me è uno dei pochi giocatori che abbiamo alla Juve che nel momento in cui sta bene fisicamente ci fa fare il salto di qualità, per cui per noi è sicuramente penalizzante e sarà una grossa perdita, speriamo che sia una perdita di poco tempo».
Quanto sei insofferente alla parola “vecchio”? È vero che non la sopportate più?
«Ad onor del vero io non mi sento additato in maniera diretta perché poi, se uno va a vedere la carta d’identità, ho 31 anni e sono un portiere, per cui penso di essere tutto tranne vecchio. Diciamo che sono datato perchè è dal ‘96 che sono in Nazionale, sono 13 anni, ma all’anagrafe sono tutt’altro che vecchio, però ogni volta ci sono sempre questi discorsi, su Cannavaro e su altri ragazzi che hanno avuto la bravura e la “sfortuna”, a questo punto, di vincere il Mondiale e ogni volta viene ripetuta questa filastrocca. Penso che alla fine non conti l’età, penso che certi giocatori vadano valutati per quello che danno in campo e vada cancellato il dato anagrafico, perché poi si corre il rischio di non valutare in maniera corretta le prestazione dei singoli giocatori».
Quante probabilità abbiamo oggi per la vittoria bis del Mondiale?
«Io credo che le probabilità siano veramente poche, però sono uguali a quelle che avevamo precedentemente al Mondiale del 2006, perché poi alla fine per il calcolo delle probabilità si riparte con 32 squadre, ognuno ha le proprie possibilità… Insomma se riuscissimo ad arrivare tutti al top della forma, io credo che le probabilità sarebbero le medesime».
E quella della Juve di vincere lo scudetto? Sono di più?
«Me lo auguro. In un Mondiale le candidate serie a vincerlo sono 5, 6 o 7 Nazionali, il campionato è una guerra, una lotta più ristretta tra 3 o 4 squadre, per cui è chiaro che le probabilità aumentano».
Tutto pronto per Amauri in Nazionale: a Vinovo gli state già prendendo le misure per la divisa?
«Diciamo che gli siamo stati addosso parecchio in tutti questi anni, non solo noi calciatori, penso che anche voi della carta stampata abbiate fatto un pressing asfissiante. Al di là di tutto, però, sicuramente di una cosa sono certo: lui verrà con grande entusiasmo e sono sicuro che farà il possibile per la causa. Con questo, però, non bisogna dimenticarci di chi ha fatto tanto e di chi potrebbe ancora dare tanto, parlo di Gilardino, o Toni, che magari in questo momento non è stato convocato».
Possiamo dare per scontato che giocherà per l’Italia prima o poi?
«Sinceramente la certezza assoluta io non ce l’ho, l’importante è che ce l’abbia lui. La cosa importante è che se dovesse fare questo tipo di scelta, sia sereno e convinto, perché poi non c’è niente di peggio che creare delle forzature in un gioco e in un lavoro come quello del calcio. Nel caso in cui dovesse andare a lieto fine, come tutti ci auspichiamo, l’importante è che lui sia convinto».
Sui giovani esordienti in Nazionale.
«Non c’è nulla da aggiungere, nel senso che i ragazzi che hanno fatto una delle loro prime apparizioni, Marchisio, Criscito, Palombo, credo che si siano fatti trovare molto pronti e abbiano dimostrato un’ottima intraprendenza e un’ottima personalità, che è la cosa che poi fa la differenza tra il giocare in una squadra normale e il giocare in Nazionale. Se manterranno queste caratteristiche, queste peculiarità, credo che non avranno problemi ad imporsi anche in Nazionale».
Cos’hai pensato quando hai saputo dell’infortunio di Camoranesi?
«Ho pensato che per la Juve non era sicuramente una cosa buona, perché Mauro alla fine secondo me è uno dei più grandi giocatori sottovalutati al mondo, nel senso che non gli si da’ realmente tutto ciò che merita. Secondo me è uno dei pochi giocatori che abbiamo alla Juve che nel momento in cui sta bene fisicamente ci fa fare il salto di qualità, per cui per noi è sicuramente penalizzante e sarà una grossa perdita, speriamo che sia una perdita di poco tempo».
Quanto sei insofferente alla parola “vecchio”? È vero che non la sopportate più?
«Ad onor del vero io non mi sento additato in maniera diretta perché poi, se uno va a vedere la carta d’identità, ho 31 anni e sono un portiere, per cui penso di essere tutto tranne vecchio. Diciamo che sono datato perchè è dal ‘96 che sono in Nazionale, sono 13 anni, ma all’anagrafe sono tutt’altro che vecchio, però ogni volta ci sono sempre questi discorsi, su Cannavaro e su altri ragazzi che hanno avuto la bravura e la “sfortuna”, a questo punto, di vincere il Mondiale e ogni volta viene ripetuta questa filastrocca. Penso che alla fine non conti l’età, penso che certi giocatori vadano valutati per quello che danno in campo e vada cancellato il dato anagrafico, perché poi si corre il rischio di non valutare in maniera corretta le prestazione dei singoli giocatori».
Quante probabilità abbiamo oggi per la vittoria bis del Mondiale?
«Io credo che le probabilità siano veramente poche, però sono uguali a quelle che avevamo precedentemente al Mondiale del 2006, perché poi alla fine per il calcolo delle probabilità si riparte con 32 squadre, ognuno ha le proprie possibilità… Insomma se riuscissimo ad arrivare tutti al top della forma, io credo che le probabilità sarebbero le medesime».
E quella della Juve di vincere lo scudetto? Sono di più?
«Me lo auguro. In un Mondiale le candidate serie a vincerlo sono 5, 6 o 7 Nazionali, il campionato è una guerra, una lotta più ristretta tra 3 o 4 squadre, per cui è chiaro che le probabilità aumentano».