Regioni e Province possono fissare il calendario venatorio nel rispetto dei termini che vanno dal 1/mo settembre al 31 gennaio: lo stabilisce l'emendamento al ddl «comunitaria» approvato dall'Aula del Senato. Sulla norma c'è stato qualche dissenso in maggioranza. Il senatore del PdL Franco Orsi ha infatti annunciato di non partecipare al voto mentre il leghista Sandro Mazzatorta ha detto che avrebbe preferito mantenere il testo della Commissione che rimetteva alla facoltà di Regioni e Province la fissazione dei termini temporali. La fissazione dei termini temporali dal 1/mo settembre al 31 gennaio riguarda le specie di mammiferi di cui è consentita la caccia. Restano immutate le disposizioni relative agli ungulati. Durante l'esame in commissione politiche dell'Unione europea, i senatori hanno introdotto alcune modifiche alla normativa relativa alla caccia dell'avifauna cancellando i paletti temporali finora in vigore. Per stabilire il calendario della stagione venatoria, viene però specificato nell'emendamento votato in Aula, sarà obbligatorio acquisire il parere preventivo dell'Ispra (istituto superiore protezione e ricerca ambientale) «ai fini della validazione delle analisi scientifiche e ornitologiche».
DISSENSI NEL PDL «L'approvazione dell'art 38 della Legge Comunitaria da parte del Senato crea un vulnus al sistema protezionistico italiano ed europeo». Lo affermano i parlamentari del Pdl Basilio Catanoso e Gabriella Giammanco, che sulla questione hanno incontrato le associazioni ambientaliste impegnate in un presidio davanti Palazzo Madama. Secondo i due esponenti del Pdl «saranno a rischio, infatti, molti volatili, soprattutto tra le specie protette». «Faremo di tutto alla Camera dei deputati - annunciano in una nota congiunta - per correggere l'errore, dovuto al blitz di chi ha subito, a vari livelli, le pressioni delle lobby venatorie. Ogni collega parlamentare - concludono Catanoso e Giammanco - dovrebbe ricordare che il sentimento diffuso ci indica di seguire la strada della tutela ambientale e non della distruzione, voluta non per una necessità dell'uomo ma esclusivamente per puro divertimento, come è finita con l'essere oggi la caccia».
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