GLASGOW: All’asilo disegnava una casa bianca, davanti al mare; a sua madre chiedeva che fine avesse fatto il cane maculato e la macchina nera. Eppure Cameron Macaulay,7 anni, vive a Glasgow, dalla finestra della sua stanza vede i tetti di mattoni rossi e, soprattutto, nessun cane maculato è mai circolato per casa, tanto meno una macchina nera è mai stata parcheggiata in garage.
la storia di Cameron, il bambino con il caschetto biondo e gli occhi azzurri inizia nel 2003. «Aveva tre anni - spiega la madre, Norma - quando si mise a raccontarmi le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza». E non era che l’inizio. «Parlava dei suoi fratelli, dei capelli lunghi e castani di sua madre che gli leggeva un grande libro su Dio e di come suo padre, un certo Shane Robertson, fosse morto investito sulle strisce pedonali. Ero sconvolta». Norma ha i capelli rossi, non è religiosa, è una mamma single, e può contare solo su Martin, il fratello maggiore di un anno di Cameron.
Il tempo passa, il bambino cresce e la sua fantasia si colora di dettagli. «Non devi temere la morte - diceva alla madre - perché si ritorna: mi chiamavo Cameron anche prima». Dopo la filosofia si dedica alla rassegna della vita quotidiana. «Iniziò a lamentarsi perché nell’altra casa aveva tre bagni, mentre noi ne abbiamo solo uno». E poi perché «nell’altra vita trascorreva i pomeriggi giocando sulla scogliera dietro casa e perché con l’altra famiglia viaggiava molto, mentre noi non siamo mai usciti dalla Scozia». La mamma, i parenti e le maestre resistono fino al sesto compleanno, quando Cameron inizia a piangere perché, diceva, «gli mancava la sua famiglia di Barra». E, soprattutto, quando Norma scopre che una casa di produzione cinematografica è alla ricerca di storie di reincarnati.
È lì che la mamma 42enne decide di fare le valige e di portarlo a Cockleshell Bay, nell’Isola di Barra. Con al seguito una telecamera e Jim Tucker, il direttore della clinica di psichiatria infantile alla Virginia University, esperto in reincarnazioni. «Dopo qualche giro abbiamo trovato la casa bianca, sul mare, con i famosi 3 bagni». A quel punto anche lo psicologo ha avuto un sobbalzo. «Nel 70% dei casi - spiega Tucker - i bambini ricordano morti avvenute in circostanze non naturali, incidenti o episodi traumatici». Occasioni in cui, secondo l’esperto, memoria ed emozioni sopravvivono. «La morte improvvisa del padre è stato un trauma per Cameron - commenta Tucker -. E questo suggerisce che la sua coscienza non è un prodotto del cervello, ma piuttosto un’entità distinta, capace di sopravvivere anche dopo la morte del corpo».
Scetticismo a parte, l’effetto sorpresa nel documentario è stato garantito. «Cameron era raggiante - racconta la madre -. Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato e mi disse quanto fosse ansioso di presentarmi alla sua famiglia». Membri di cui, però, non si trova traccia. La casa era abbandonata e all’anagrafe non è stato trovato nessun Shane Robertson. Si è risaliti a un certo Robertson, vissuto nella casa bianca tempo addietro e poi trasferitosi a Stirling. «Cameron guardò le foto di famiglia e riconobbe il cane maculato e la grande macchina nera di cui tanto aveva parlato».
Cameron si è accontentato di aver visto la casa sul mare con un’entrata segreta e alcune foto di un cane maculato e di una macchina nera. Risolto il mistero, si è rilassato ed è tornato a Clydebank.(fonte:
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RAGAZZI HANNO FATTO PURE UN SERVIZIO SU VOYAGER L'ALTRA SERA.. E CASI COSI' CE NE SONO MIGLIAIA NEL MONDO
la storia di Cameron, il bambino con il caschetto biondo e gli occhi azzurri inizia nel 2003. «Aveva tre anni - spiega la madre, Norma - quando si mise a raccontarmi le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza». E non era che l’inizio. «Parlava dei suoi fratelli, dei capelli lunghi e castani di sua madre che gli leggeva un grande libro su Dio e di come suo padre, un certo Shane Robertson, fosse morto investito sulle strisce pedonali. Ero sconvolta». Norma ha i capelli rossi, non è religiosa, è una mamma single, e può contare solo su Martin, il fratello maggiore di un anno di Cameron.
Il tempo passa, il bambino cresce e la sua fantasia si colora di dettagli. «Non devi temere la morte - diceva alla madre - perché si ritorna: mi chiamavo Cameron anche prima». Dopo la filosofia si dedica alla rassegna della vita quotidiana. «Iniziò a lamentarsi perché nell’altra casa aveva tre bagni, mentre noi ne abbiamo solo uno». E poi perché «nell’altra vita trascorreva i pomeriggi giocando sulla scogliera dietro casa e perché con l’altra famiglia viaggiava molto, mentre noi non siamo mai usciti dalla Scozia». La mamma, i parenti e le maestre resistono fino al sesto compleanno, quando Cameron inizia a piangere perché, diceva, «gli mancava la sua famiglia di Barra». E, soprattutto, quando Norma scopre che una casa di produzione cinematografica è alla ricerca di storie di reincarnati.
È lì che la mamma 42enne decide di fare le valige e di portarlo a Cockleshell Bay, nell’Isola di Barra. Con al seguito una telecamera e Jim Tucker, il direttore della clinica di psichiatria infantile alla Virginia University, esperto in reincarnazioni. «Dopo qualche giro abbiamo trovato la casa bianca, sul mare, con i famosi 3 bagni». A quel punto anche lo psicologo ha avuto un sobbalzo. «Nel 70% dei casi - spiega Tucker - i bambini ricordano morti avvenute in circostanze non naturali, incidenti o episodi traumatici». Occasioni in cui, secondo l’esperto, memoria ed emozioni sopravvivono. «La morte improvvisa del padre è stato un trauma per Cameron - commenta Tucker -. E questo suggerisce che la sua coscienza non è un prodotto del cervello, ma piuttosto un’entità distinta, capace di sopravvivere anche dopo la morte del corpo».
Scetticismo a parte, l’effetto sorpresa nel documentario è stato garantito. «Cameron era raggiante - racconta la madre -. Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato e mi disse quanto fosse ansioso di presentarmi alla sua famiglia». Membri di cui, però, non si trova traccia. La casa era abbandonata e all’anagrafe non è stato trovato nessun Shane Robertson. Si è risaliti a un certo Robertson, vissuto nella casa bianca tempo addietro e poi trasferitosi a Stirling. «Cameron guardò le foto di famiglia e riconobbe il cane maculato e la grande macchina nera di cui tanto aveva parlato».
Cameron si è accontentato di aver visto la casa sul mare con un’entrata segreta e alcune foto di un cane maculato e di una macchina nera. Risolto il mistero, si è rilassato ed è tornato a Clydebank.(fonte:
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