Info Carobbio:"mezzaroma disse: Perdete"

ViincenT

Utente Colossal
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12 Dicembre 2009
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Il presidente del Siena Mezzaroma avrebbe chiesto ai suoi giocatori di perdere una partita perché voleva scommettere sulla sconfitta della sua squadra. La circostanza emerge da un'informativa della polizia agli atti dell'inchiesta di Cremona. A chiamare in causa Mezzaroma, gli ex giocatori della squadra Carobbio e Coppola. A fornire quelli che gli inquirenti definisco "gravi elementi di responsabilità" a carico di Mezzaroma è stato Carobbio.

Il giocatore ex Siena ha raccontato ai pm di Cremona quanto gli riferì un altro ex giocatore della squadra toscana, il portiere Ferdinando Coppola. "Qualche giorno prima della partita Siena-Varese - si legge nel verbale di Carobbio, desecretato nei giorni scorsi - Ferdinando Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto rappresentandoci che poco prima, all'esterno degli spogliatoi, era stato avvicinato da una persona vicina al presidente che gli aveva chiesto se c'era la possibilità di perdere la partita".

Questa persona, "di cui Coppola mi fece anche il nome ma che in questo momento non ricordo - prosegue Carobbio - gli aveva detto che il presidente intendeva scommettere o aveva scommesso sulla nostra sconfitta. Intendo riferirmi al presidente Mezzaroma. La squadra oppose un netto rifiuto suggerendo al Coppola di rappresentare a chi lo aveva contattato di non aver voluto riferire la proposta ai giocatori in quanto lui stesso non era d'accordo. Ribadisco che il Coppola era quasi sconvolto".

Nell'interrogatorio Carobbio dice inoltre che della richiesta del presidente era al corrente anche lo staff tecnico. "In seguito ho appreso da Stellini (all'epoca vice di Antonio Conte, ndr) - mette infatti a verbale - che la proposta era stata fatta da Mezzaroma anche allo staff tecnico e anche loro si erano rifiutati. Era la prima volta che ci proveniva una richiesta del genere dal presidente".

MORATTI: "CALCIOPOLI ERA PEGGIO"
Per Daniele De Rossi lo scandalo del Calcioscommesse è peggio di Calciopoli, ma Massimo Moratti non è d'accordo. "Dipende da uno come vede le cose - ha osservato lasciando gli uffici della Saras -, sono brutte tutte e due. Quello veniva da alti dirigenti ed era, per conto mio, ancora peggio". A una domanda sulle dichiarazioni del premier Mario Monti, secondo cui "gioverebbe molto alla maturazione di noi cittadini italiani una totale sospensione del calcio per due o tre anni", il n.1 dell'Inter ha risposto: "Non commento".

PRIME AMMISSIONI DEGLI ARRESTATI: ACERBIS E GATTI
Dopo i primi interrogatori da parte del gip di Cremona, Guido Salvini, comincia ad arrivare qualche ammissione da parte degli arrestati nell'ambito del nuovo filone di indagine sul calcioscommesse. Ad ammettere gran parte di quanto scritto nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dallo stesso Salvini sarebbero stati Paolo Domenico Acerbis, portiere del Vicenza, e Vittorio Gatti, per il quale il gip ha disposto la scarcerazione ritenendolo, a quanto sostengono gli investigatori, più uno sprovveduto, capitato quasi per caso nel giro delle scommesse clandestine. Più delicata invece la posizione di Acerbis per il quale l'avvocato, Giannandrea Pilla ha presentato istanza di scarcerazione, augurandosi "che possa essere libero per poter così andare a deporre a Roma di fronte alla giustizia sportiva". "Ci sono dei riscontri che lui ha confermato ma c'era già un quadro ben delineato", ha detto il legale al termine dell'interrogatorio lasciando la Procura di Cremona. L'ex giocatore Ivan Tisci invece avrebbe ammesso di essere uno scommettitore negando tuttavia le accuse rivoltegli. Mercoledì, intanto, si presenta una giornata fondamentale per l'inchiesta. Davanti al gip Salvini infatti sono chiamati a difendersi il capitano della Lazio Stefano Mauri, Omar Milanetto, attualmente in forza al Padova, e il calciatore del Modena Marco Turati

LECCE: "SIAMO ESTRANEI, EVITIAMO LA CONDANNA MEDIATICA"
Il Lecce si dichiara totalmente estraneo alla vicenda calcioscommesse e la società lo fa affidandosi ad una nota ufficiale diffusa sul proprio sito. "L'U.S. Lecce tirata in ballo nella vicenda del c.d. 'calcioscommesse' su cui sta indagando la Procura di Cremona (senza aver ricevuto alcun atto formale da parte delle autorità procedenti, ma solo per citazioni nella conferenza stampa), nel ribadire la propria assoluta estraneità ai fatti, - si legge - conferma la fiducia incondizionata nella magistratura inquirente, sia ordinaria che sportiva, delle cui determinazioni resta in attesa".

"Peraltro, dalla lettura dell'ordinanza di applicazione della misura cautelare (emessa nell'ambito del procedimento) non emergono - continua il comunicato - elementi di prova degni di nota a carico di tesserati della società, con riferimento alla partita incriminata Lecce-Lazio, se non la dichiarazione 'de relato' (quindi senza una conoscenza diretta dei fatti) di Gervasoni non suffragata da alcun riscontro probatorio, e che coinvolgerebbe solo due calciatori leccesi (di cui uno entrato in campo a partita iniziata per sostituire un compagno, mentre un altro calciatore, che pure si ritiene coinvolto, non ha proprio preso parte alla gara in quanto infortunato)".

''Nella stessa ordinanza - si evidenzia - si parla della Lazio 'quale logica favorita dell'incontro', per Brescia-Lecce non vi sono neanche quei pochi insignificanti elementi.Come nessun elemento - si sottolinea - vi è a carico della dirigenza del Lecce dell'epoca (pur citata nella conferenza stampa e da qualche organo di stampa): non si comprende perché mai avrebbe dovuto prendere parte ad una combine per una gara che non aveva più alcun valore per il campionato della squadra".

"Fino all'accertamento in via definitiva delle eventuali responsabilità di ciascuno (allo stato non è dato sapere neanche se i calciatori del Lecce siano iscritti nel registro degli indagati), resiste nel nostro ordinamento - si conclude - la presunzione di innocenza e il diritto di difesa da esercitarsi nelle opportune sedi e, pertanto, allo stato attuale appare ingiusta qualsiasi condanna mediatica".

IL LEGALE DI MAURI FREME PER INTERROGATORIO
"Mauri freme per l'interrogatorio di mercoledì, non vede l'ora di essere sentito ed è molto contento del fatto che si siano accelerati i tempi da parte del Gip Guido Salvini". Ad affermarlo è Matteo Melandri, il legale del capitano della Lazio, Stefano Mauri, che spiega come il suo assistito abbia "letto con molta cura tutta l'ordinanza, tirando fuori argomenti e molte più cose di quante ne avessimo tirare fuori noi. E' molto determinato, ha trovato moltissime lacune nell'ordinanza. Nel dettaglio dei tabulati telefonici non facili da ricordare è riuscito a ricostruire ogni passaggio che si augura di poter chiarire domani di fronte al gip". Quanto alla prima notte passata in cella, "ha dormito tranquillamente ed è trattato molto bene dai suoi compagni, due immigrati di colore che lo trattano come un re. Sono tutti molto disponibili, anche perché non è usuale avere come compagno di cella un calciatore famoso".

A SIENA SI ATTENDE LA CHIAMATA DEGLI INQUIRENTI
"Fiducia nei magistrati e pronti ad essere chiamati": così, con una nota sul sito ufficiale, l'Ac Siena:"Fin dall'inizio dell'inchiesta sulle scommesse l'atteggiamento dell' Ac Siena è stato di non inseguire la fuoriuscita di notizie di stampa, ma rispettare in pieno il lavoro della magistratura e attendere di difendersi da eventuali rilievi nelle sedi opportune. Ribadendo che questo atteggiamento non rappresenta acquiescenza, saremo pronti a dimostrare le nostre ragioni se e quando saremo chiamati".

"VIERI SARA' SCAGIONATO"
"Christian Vieri non ha fatto assolutamente nulla, non ha scommesso, non ha commesso alcun tipo di reato e a breve sarà prosciolto". Lo rivela il legale dell'ex attaccante, Danilo Buongiorno, che si è recato in Procura a Cremona: "Ho avuto un colloquio col pm Di Martino e siamo molto tranquilli in tutti i sensi". L'avvocato è sereno: "Confido nel proscioglimento e nell'archiviazione immediata. Nei suoi confronti non c'è veramente niente".

Vieri è stato iscritto al registro degli indagati dopo un'intercettazione telefonica tra il calciatore Antonio Bellavista e Ivan Tisci, entrambi arrestati in varie fasi dell'inchiesta, in merito all'over di Inter-Lecce.

ULTRAS SCAGIONA CRISCITO
Le parole di Fabrizio Fileni potrebbero scagionare Domenico Criscito. Uno dei capi ultras del Genoa, detto "Tombolone", ha rivelato: "Le foto che mi ritraggono con Criscito? Volevamo delle spiegazioni sul derby e sulla reazione dei giocatori dopo il gol vittoria. Quando Criscito ci è venuto incontro per darci la mano, noi l'abbiamo rifiutata. Mai parlato di denaro o di giocate". Fileni, invece, accusa Milanetto: "Il suo arresto è giusto", dichiara a Primocanale Sport.

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