Il Cellino furioso si materializza nel primo pomeriggio, dopo una notte insonne e una mattinata di riflessione. L'adrenalina scorre ancora copiosa, l'1-3 subito dalla Juventus non è stato ancora digerito dal massimo dirigente del Cagliari.
Presidente, che cosa si sente di dire alla sua squadra?
«Le voglio fare i complimenti. I ragazzi si sono battuti come leoni contro una montagna di avversità. Il risultato è bugiardo sotto tutti i punti di vista».
Parliamo dei due infortuni?
«Agostini si è beccato una gomitata ed è finito all'ospedale, Nainggolan ha una caviglia gonfia come un melone, Acquafresca è stato steso da un colpo di karatè di Chiellini, Cossu si è beccato un calcio in faccia da Aquilani. Il tutto è rimasto impunito».
Immagino che l'arbitro Rocchi non le sia piaciuto.
«Veda lei. Vogliamo parlare del gol annullato a Nenè? Era regolare, regolarissimo. I piagnistei della Juventus, seguiti al rigore negatole a Palermo, hanno avuto il loro effetto. Per tre giorni, allenatore e dirigenti bianconeri hanno insultato l'arbitro Morganti, lo hanno pubblicamente ricusato, dicendo di non volerlo più vedere. Non mi pare che qualcuno sia stato deferito. Perché?».
Strano sentirla parlare così, lei ha da anni adottato un profilo basso sugli arbitri.
«Sto iniziando a pensare che l'educazione non paghi. Zamparini fa un casino per il gol subito a Cagliari e, in rapida successione, ottiene rigori e episodi favorevoli. La Juve strepita e a Cagliari si sono visti i risultati».
Certo che sentire invocare rispetto per la Juventus fa sorridere.
«Ho sentito anche di peggio. Da Torino ho sentito dire “se è mai esista Calciopoli...”. Incredibile, fra un po' scopriremo che l'arbitro De Santis era un benefattore dell'umanità. Io ho sempre saputo di Calciopoli, degli arbitri condizionati. Lo confesso, non ho avuto il coraggio di denunciare tutto, però, non ho esitato a testimoniare davanti ai pm di Napoli e, poi, in tribunale».
Facciamo una digressione. In un plico inviato dall'Antimafia di Napoli al procuratore della Figc Palazzi, si parla di Napoli-Cagliari dello scorso campionato come di una possibile combine.
«Siamo alla fantascienza. Primo: ho partecipato alla trasferta, ho vissuto la vigilia nell'albergo della squadra, sono stato negli spogliatoi, so tutto di quella partita, che volevamo vincere per chiudere degnamente il campionato. E se non fosse stato espulso Cossu, forse, ci saremmo riusciti. Secondo: la partita è finita 0-0. Con questo risultato, il Napoli è rimasto escluso dalla zona Champions League, mentre noi, che eravamo salvi da settimane, non abbiamo avuto la soddisfazione di tornare alla vittoria. Chiedo: perché avremmo dovuto metterci d'accordo per pareggiare»?
Nelle intercettazioni si parla di “inguacchio” perché Hoffer è andato in tribuna anziché in panchina.
«Non mi pare che Hoffer in campo avrebbe potuto spostare gli equilibri. Comunque, Mazzarri, per non crearsi problemi con i senatori della squadra, ha mandato in tribuna l'ultimo della compagnia, quello che non rompe le scatole. Un classico».
Torniamo alla sconfitta con la Juve e alla doppietta di Matri.
«È come girare il coltello nella piaga. Mi ha fatto male, molto male, vedere un giocatore che sei giorni prima stava ad Assemini segnare due gol e, a fine partita, andare a festeggiare sotto la curva dei tifosi della Juventus. Colpa mia che mi affeziono ai giocatori, dovrei essere più cinico e prendere atto che, nella gran parte, sono professionisti che non si attaccano alla maglia ma al contratto».
Colpa sua che l'ha venduto.
«E crede che l'abbia fatto volentieri? Ero e sono nell'invidiabile posizione di potermi permettere di non cedere i pezzi pregiati. La serie A vale quaranta milioni all'anno, cosa vuole che siano diciotto milioni, tra l'altro, non ancora versati. Ho finanziato, in pratica, la vittoria della Juventus sul mio campo. Immagini come mi sento stupido».
Ma, allora, perché ha ceduto Matri?
«Avevo paura che restasse senza motivazioni, che vivesse il mancato trasferimento come una grande occasione mancata. Non è la prima volta che accade. Ho ceduto alle sue richieste».
Un po' per l'arbitro, un po' per Matri, questa sconfitta non l'ha proprio digerita.
«Perdere con la Juventus è una cosa da mettere in conto, ma non prendendo a calci la sportività. Se avessero vinto da galantuomini, gli avrei fatto i complimenti. Ma così...».
Ho sentito dire che nel dopo partita era piuttosto nervoso.
«Mi sarei calmato se Del Neri, così come si era lamentato a Palermo, avesse detto: “Scusate, siamo stati aiutati dall'arbitro”. Invece, l'ho sentito parlare di grande Juventus».
C'è un'altra cosa che penso le abbia dato fastidio, la presenza di tanti tifosi bianconeri sugli spalti.
«I sardi che tifano Juventus o qualcun altra delle grandi squadre io non li concepisco. Sbaglierò, ma proprio non li sopporto. Sabato ero incazzato nero, poi ho visto certi dati e mi sono consolato».
Cioè?
«Ho ricevuto le ultime rilevazioni sul numero dei tifosi. In Sardegna il Cagliari è di gran lunga la squadra più amata, seguono Juventus, Inter e Milan».
Che c'è di strano?
«C'è che in Sicilia la classifica è questa: Juventus, Inter, Palermo, Milan e Catania. In Calabria è: Juve, Milan, Inter e Reggina. In Puglia: Juve, Inter, Milan, Lecce e Bari. La nostra è l'unica regione italiana a fare eccezione».
Una buona carta da giocare in Lega, quando si discuterà della ripartizione dei diritti televisivi.
«Appunto, per questo mi sono consolato. A tale proposito, l'altro giorno ho letto sull'Unione una cosa giusta ma inesatta».
È una contraddizione.
«Mi spiego: si sosteneva che non c'è alcuna certezza che, con il nuovo stadio, il pubblico ritorni in massa. Questo perché i presidenti hanno venduto praticamente tutto alla tv satellitare».
Non è vero?
«Sì, lo è. Ma l'errore è che non tutti i presidenti hanno voluto questo, ma quelli delle squadre metropolitane, Inter, Milan, Juventus, Napoli, Palermo. Questi club non hanno problemi a riempire sempre o quasi gli stadi, perché hanno un grande bacino di utenza nel raggio di pochi chilometri. Noi siamo al 6° posto assoluto per numero di tifosi ma sparpagliati in un territorio vastissimo, senza mezzi pubblici né strade decenti. E lo stadio resta vuoto».
E il nuovo come lo riempirà?
«Non con il solito pubblico ma con uno nuovo, quello delle famiglie che decidono di trascorrere un pomeriggio diverso, in un parco, mangiando qualcosa, divertendosi, e poi andando a vedere la partita, che fa da corollario a una giornata trascorsa piacevolmente. Daremo la caccia a un pubblico nuovo, quello vecchio è ormai prigioniero della tv. Ma non per colpa mia».
Tuttocagliari.net
Presidente, che cosa si sente di dire alla sua squadra?
«Le voglio fare i complimenti. I ragazzi si sono battuti come leoni contro una montagna di avversità. Il risultato è bugiardo sotto tutti i punti di vista».
Parliamo dei due infortuni?
«Agostini si è beccato una gomitata ed è finito all'ospedale, Nainggolan ha una caviglia gonfia come un melone, Acquafresca è stato steso da un colpo di karatè di Chiellini, Cossu si è beccato un calcio in faccia da Aquilani. Il tutto è rimasto impunito».
Immagino che l'arbitro Rocchi non le sia piaciuto.
«Veda lei. Vogliamo parlare del gol annullato a Nenè? Era regolare, regolarissimo. I piagnistei della Juventus, seguiti al rigore negatole a Palermo, hanno avuto il loro effetto. Per tre giorni, allenatore e dirigenti bianconeri hanno insultato l'arbitro Morganti, lo hanno pubblicamente ricusato, dicendo di non volerlo più vedere. Non mi pare che qualcuno sia stato deferito. Perché?».
Strano sentirla parlare così, lei ha da anni adottato un profilo basso sugli arbitri.
«Sto iniziando a pensare che l'educazione non paghi. Zamparini fa un casino per il gol subito a Cagliari e, in rapida successione, ottiene rigori e episodi favorevoli. La Juve strepita e a Cagliari si sono visti i risultati».
Certo che sentire invocare rispetto per la Juventus fa sorridere.
«Ho sentito anche di peggio. Da Torino ho sentito dire “se è mai esista Calciopoli...”. Incredibile, fra un po' scopriremo che l'arbitro De Santis era un benefattore dell'umanità. Io ho sempre saputo di Calciopoli, degli arbitri condizionati. Lo confesso, non ho avuto il coraggio di denunciare tutto, però, non ho esitato a testimoniare davanti ai pm di Napoli e, poi, in tribunale».
Facciamo una digressione. In un plico inviato dall'Antimafia di Napoli al procuratore della Figc Palazzi, si parla di Napoli-Cagliari dello scorso campionato come di una possibile combine.
«Siamo alla fantascienza. Primo: ho partecipato alla trasferta, ho vissuto la vigilia nell'albergo della squadra, sono stato negli spogliatoi, so tutto di quella partita, che volevamo vincere per chiudere degnamente il campionato. E se non fosse stato espulso Cossu, forse, ci saremmo riusciti. Secondo: la partita è finita 0-0. Con questo risultato, il Napoli è rimasto escluso dalla zona Champions League, mentre noi, che eravamo salvi da settimane, non abbiamo avuto la soddisfazione di tornare alla vittoria. Chiedo: perché avremmo dovuto metterci d'accordo per pareggiare»?
Nelle intercettazioni si parla di “inguacchio” perché Hoffer è andato in tribuna anziché in panchina.
«Non mi pare che Hoffer in campo avrebbe potuto spostare gli equilibri. Comunque, Mazzarri, per non crearsi problemi con i senatori della squadra, ha mandato in tribuna l'ultimo della compagnia, quello che non rompe le scatole. Un classico».
Torniamo alla sconfitta con la Juve e alla doppietta di Matri.
«È come girare il coltello nella piaga. Mi ha fatto male, molto male, vedere un giocatore che sei giorni prima stava ad Assemini segnare due gol e, a fine partita, andare a festeggiare sotto la curva dei tifosi della Juventus. Colpa mia che mi affeziono ai giocatori, dovrei essere più cinico e prendere atto che, nella gran parte, sono professionisti che non si attaccano alla maglia ma al contratto».
Colpa sua che l'ha venduto.
«E crede che l'abbia fatto volentieri? Ero e sono nell'invidiabile posizione di potermi permettere di non cedere i pezzi pregiati. La serie A vale quaranta milioni all'anno, cosa vuole che siano diciotto milioni, tra l'altro, non ancora versati. Ho finanziato, in pratica, la vittoria della Juventus sul mio campo. Immagini come mi sento stupido».
Ma, allora, perché ha ceduto Matri?
«Avevo paura che restasse senza motivazioni, che vivesse il mancato trasferimento come una grande occasione mancata. Non è la prima volta che accade. Ho ceduto alle sue richieste».
Un po' per l'arbitro, un po' per Matri, questa sconfitta non l'ha proprio digerita.
«Perdere con la Juventus è una cosa da mettere in conto, ma non prendendo a calci la sportività. Se avessero vinto da galantuomini, gli avrei fatto i complimenti. Ma così...».
Ho sentito dire che nel dopo partita era piuttosto nervoso.
«Mi sarei calmato se Del Neri, così come si era lamentato a Palermo, avesse detto: “Scusate, siamo stati aiutati dall'arbitro”. Invece, l'ho sentito parlare di grande Juventus».
C'è un'altra cosa che penso le abbia dato fastidio, la presenza di tanti tifosi bianconeri sugli spalti.
«I sardi che tifano Juventus o qualcun altra delle grandi squadre io non li concepisco. Sbaglierò, ma proprio non li sopporto. Sabato ero incazzato nero, poi ho visto certi dati e mi sono consolato».
Cioè?
«Ho ricevuto le ultime rilevazioni sul numero dei tifosi. In Sardegna il Cagliari è di gran lunga la squadra più amata, seguono Juventus, Inter e Milan».
Che c'è di strano?
«C'è che in Sicilia la classifica è questa: Juventus, Inter, Palermo, Milan e Catania. In Calabria è: Juve, Milan, Inter e Reggina. In Puglia: Juve, Inter, Milan, Lecce e Bari. La nostra è l'unica regione italiana a fare eccezione».
Una buona carta da giocare in Lega, quando si discuterà della ripartizione dei diritti televisivi.
«Appunto, per questo mi sono consolato. A tale proposito, l'altro giorno ho letto sull'Unione una cosa giusta ma inesatta».
È una contraddizione.
«Mi spiego: si sosteneva che non c'è alcuna certezza che, con il nuovo stadio, il pubblico ritorni in massa. Questo perché i presidenti hanno venduto praticamente tutto alla tv satellitare».
Non è vero?
«Sì, lo è. Ma l'errore è che non tutti i presidenti hanno voluto questo, ma quelli delle squadre metropolitane, Inter, Milan, Juventus, Napoli, Palermo. Questi club non hanno problemi a riempire sempre o quasi gli stadi, perché hanno un grande bacino di utenza nel raggio di pochi chilometri. Noi siamo al 6° posto assoluto per numero di tifosi ma sparpagliati in un territorio vastissimo, senza mezzi pubblici né strade decenti. E lo stadio resta vuoto».
E il nuovo come lo riempirà?
«Non con il solito pubblico ma con uno nuovo, quello delle famiglie che decidono di trascorrere un pomeriggio diverso, in un parco, mangiando qualcosa, divertendosi, e poi andando a vedere la partita, che fa da corollario a una giornata trascorsa piacevolmente. Daremo la caccia a un pubblico nuovo, quello vecchio è ormai prigioniero della tv. Ma non per colpa mia».
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