[Seeking a Friend for the End of the World, USA 2012, Commedia, durata 94'] Regia di Lorene Scafaria
Con Keira Knightley, Steve Carell, Adam Brody, Melanie Lynskey, Martin Sheen, T.J. Miller, Rob Corddry, Gillian Jacobs, Connie Britton, Patton Oswalt, William Petersen, Melinda Dillon
LA TRAMA
La fine del mondo è ormai imminente a causa dell'arrivo di un asteroide che colpirà la terra, mandando il pianeta in frantumi. Il panico ha colto di sorpresa la moglie di Dodge (Steve Carrell) che è fuggita via, lasciandolo da solo e con un pensiero fisso in testa: rintracciare la vecchia fidanzata dei tempi del liceo. E, per realizzare il suo proposito, Dodge chiede alla sua giovane vicina di casa Penny (Keira Knightley) di accompagnarlo in un viaggio che a poco a poco finirà con il far convergere le loro vite, regalando loro un nuovo barlume di speranza.
CARPE DIEM
Molti registi si sono prefigurati la fine del mondo e la relativa apocalisse: inondazioni, incendi, terremoti, virus pandemici e asteroidi pronti a sciagure di epiche proporzioni che non lasciano scampo all'essere umano. Per il suo debutto alla regia, Lorene Scafaria ha sparigliato le carte in tavola e ha offerto un'immagine diversa dai suoi colleghi, interessata più alle dinamiche di interazione degli uomini nei giorni precedenti la fine che alle sciagure da profezie maya. In questo modo realizza un film che verte più sulle ossessioni: da un lato quella più piccola legata all'ultimo giorno sulla Terra, dall'altro una più grande legata al sentimento che più di ogni altro insegue l'uomo, ovvero l'amore.
Seguendo le storie dei due protagonisti - Dodge e Penny - ci si accorge sin da subito che hanno approcci differenti nei confronti del sentimento: mentre Dodge l'ha sempre rifuggito, Penny ha vissuto ogni legame intensamente. Le loro due opposte visioni sono il motore umoristico per trovare una chiave di sopravvivenza al dramma che il mondo intero sta vivendo.
Partendo dallo spunto della ricerca di un ultimo baluardo di felicità, la regista ha messo sulla strada i due protagonisti ma non ne ha voluto fare un film "on the road": il viaggio infatti diventa solo un espediente per riflettere sul tempo a disposizione e sulle cose che possono essere compiute prima di perdere definitivamente l'ultima possibilità di mettersi in gioco. Il tempo diventa quindi un grande equalizzatore a cui dar conto ma che permette di imparare che il dono maggiore tra due persone è regalarsi degli attimi da vivere intensamente senza rimandarli a un generico e (forse) impossibile domani.
UN FUTURO RETRO'
Cercasi amore per la fine del mondo si svolge in un futuro indeterminato ma non lontano nel tempo. Senza elementi di riferimento, l'unica volta che troviamo un indizio temporale è quando in scena fa la comparsa una bottiglia di sciroppo per la tosse che presenta una data sul tappo. Lorene Scafaria però non specifica mai se quella data debba ancora arrivare o sia già passata, in modo da poter giocare con l'ambientazione del suo film e creare insieme allo scenografo Chris Spellman e al direttore della fotografia Tim Orr un'estetica del tutto nuova, non legata a periodi specifici.
Ispirandosi a pellicole come Prossima fermata: Paradiso (1991), in cui si ricreava un proprio mondo senza sovvertire la narrazione, la regista ha preferito non stravolgere il presente ma dedicarsi solo a piccoli espedienti che avrebbero fatto capire allo spettatore che la storia gli è più vicina di quanto si pensi, puntando innanzitutto sulla credibilità e non su trovate futuristiche spiazzanti. Anche i costumi di Kristin Burke riflettono tale scelta. Senza preoccuparsi della moda, i personaggi indossano abiti molto classici che ricordano gli anni Sessanta e Settanta, puntando sull'idea che l'evoluzione nel mondo della moda non è mai così radicale da sovvertire i canoni estetici e realizzando uno strano effetto da "futuro retrò".
Spero che la recensione sia di vostro gradimento @Kabullino @ebello @Kaito
Con Keira Knightley, Steve Carell, Adam Brody, Melanie Lynskey, Martin Sheen, T.J. Miller, Rob Corddry, Gillian Jacobs, Connie Britton, Patton Oswalt, William Petersen, Melinda Dillon
LA TRAMA
La fine del mondo è ormai imminente a causa dell'arrivo di un asteroide che colpirà la terra, mandando il pianeta in frantumi. Il panico ha colto di sorpresa la moglie di Dodge (Steve Carrell) che è fuggita via, lasciandolo da solo e con un pensiero fisso in testa: rintracciare la vecchia fidanzata dei tempi del liceo. E, per realizzare il suo proposito, Dodge chiede alla sua giovane vicina di casa Penny (Keira Knightley) di accompagnarlo in un viaggio che a poco a poco finirà con il far convergere le loro vite, regalando loro un nuovo barlume di speranza.
CARPE DIEM
Molti registi si sono prefigurati la fine del mondo e la relativa apocalisse: inondazioni, incendi, terremoti, virus pandemici e asteroidi pronti a sciagure di epiche proporzioni che non lasciano scampo all'essere umano. Per il suo debutto alla regia, Lorene Scafaria ha sparigliato le carte in tavola e ha offerto un'immagine diversa dai suoi colleghi, interessata più alle dinamiche di interazione degli uomini nei giorni precedenti la fine che alle sciagure da profezie maya. In questo modo realizza un film che verte più sulle ossessioni: da un lato quella più piccola legata all'ultimo giorno sulla Terra, dall'altro una più grande legata al sentimento che più di ogni altro insegue l'uomo, ovvero l'amore.
Seguendo le storie dei due protagonisti - Dodge e Penny - ci si accorge sin da subito che hanno approcci differenti nei confronti del sentimento: mentre Dodge l'ha sempre rifuggito, Penny ha vissuto ogni legame intensamente. Le loro due opposte visioni sono il motore umoristico per trovare una chiave di sopravvivenza al dramma che il mondo intero sta vivendo.
Partendo dallo spunto della ricerca di un ultimo baluardo di felicità, la regista ha messo sulla strada i due protagonisti ma non ne ha voluto fare un film "on the road": il viaggio infatti diventa solo un espediente per riflettere sul tempo a disposizione e sulle cose che possono essere compiute prima di perdere definitivamente l'ultima possibilità di mettersi in gioco. Il tempo diventa quindi un grande equalizzatore a cui dar conto ma che permette di imparare che il dono maggiore tra due persone è regalarsi degli attimi da vivere intensamente senza rimandarli a un generico e (forse) impossibile domani.
UN FUTURO RETRO'
Cercasi amore per la fine del mondo si svolge in un futuro indeterminato ma non lontano nel tempo. Senza elementi di riferimento, l'unica volta che troviamo un indizio temporale è quando in scena fa la comparsa una bottiglia di sciroppo per la tosse che presenta una data sul tappo. Lorene Scafaria però non specifica mai se quella data debba ancora arrivare o sia già passata, in modo da poter giocare con l'ambientazione del suo film e creare insieme allo scenografo Chris Spellman e al direttore della fotografia Tim Orr un'estetica del tutto nuova, non legata a periodi specifici.
Ispirandosi a pellicole come Prossima fermata: Paradiso (1991), in cui si ricreava un proprio mondo senza sovvertire la narrazione, la regista ha preferito non stravolgere il presente ma dedicarsi solo a piccoli espedienti che avrebbero fatto capire allo spettatore che la storia gli è più vicina di quanto si pensi, puntando innanzitutto sulla credibilità e non su trovate futuristiche spiazzanti. Anche i costumi di Kristin Burke riflettono tale scelta. Senza preoccuparsi della moda, i personaggi indossano abiti molto classici che ricordano gli anni Sessanta e Settanta, puntando sull'idea che l'evoluzione nel mondo della moda non è mai così radicale da sovvertire i canoni estetici e realizzando uno strano effetto da "futuro retrò".
Spero che la recensione sia di vostro gradimento @Kabullino @ebello @Kaito
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