Info Ciclismo, oro per la Guderzo e bronzo per la Cantele

Fede.

Utente Strepitoso
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2 Agosto 2008
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Mondiali ciclismo, Tatiana Guderzo oro
medaglia di bronzo per la Cantele


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Questa medaglia l'aveva in testa da anni. "Noi donne forse siamo più determinate, sappiamo soffrire di più quando si tratta di raggiungere un obbiettivo. Ora questa maglia rappresenta un sogno che si avvera e mi ripaga di tutte le difficoltà degli ultimi tempi". Tatiana Guderzo ha il sorriso dolce di chi capisce di avercela fatta. Guarda e si coccola la medaglia d'oro, sorride con gli occhi azzurrissimi leggermente velati dall'emozione. Osserva con un pizzico di orgoglio le unghie curatissime, tinte di azzurro: "Un vezzo che ho inaugurato io, già nel 2002, la prima volta che ho puntato alla maglia iridata. Ci sono andata vicino a Verona, nel 2004 (battuta dalla tedesca Arndt) e da allora questo obbiettivo è stato il mio pallino, la mia idea fissa".

Venticinque anni, il ciclismo nelle vene fin da bambina, un palmares da brivido: sette titoli italiani fra strada e pista, argento europeo 2006, (crono e strada), bronzo alle Olimpiadi di Pechino (per il quale è stata incoronata regina nella storica piazza degli scacchi a Marostica, il suo paese natale), Tatiana ha sugellato un gioco di squadra che ha rasentato la perfezione sul difficile circuito di Mendrisio. "Era il mio grande sogno. E questa maglia la debbo condividere con tutte le compagne. Come abbiamo vinto? Beh, prima di tutto abbiamo dimostrato alle altre che eravamo la squadra più forte. I patti erano che avremmo dovuto essere noi due a giocarci il finale e nonostante la pioggia all'inzio e un piccolo momento di cirisi che ho sempre in ogni gara, tutto è andato nel verso giusto. Le compagne sono state grandissime. Poi ci siamo parlate io e Noemi (Cantele, bronzo alla fine, n. d. r.). Ho provato prima io, poi lei, poi ancora io sull'ultima salita all'Acquafresca. Siamo rimaste in quattro e quando ho visto che con me c'era anche Tatiana ci siamo capite subito con uno sguardo. Nei nostri occhi c'era la grinta e la voglia di fare un capolavoro. Sull'ultima salita di Novazzano ho dato tutto, sapevo di essere ben coperta dietro".

Una maglia che ripaga anche una stagione tormentata. Il divorzio con la Gauss Colnago non è stato facile da smaltire. Per sua fortuna c'è stato la mano tesa di Brunello Fanini con la sua Michela Fanini, ma i problemi sono continuati. Con la bici, perché Tatiana aveva un accordo con Pinarello e Fanini le ha permesso di continuare comunque ad usare questa marca, anche se la sua squadra corre con altre biciclette. Tutto superato adesso con il viatico di questo iride che riempie di gioia mamma Bertilla, papà Renzo e lo zio Ampelio che stamane si sono sottoposti ad una levataccia, alle 4 del mattino per salire sul bus e venire a tifare per la loro "Tati" (il soprannome affettuoso con cui la chiamano in famiglia). Una fatica ben remunerata dal trionfo dell'azzurra. Che non smette di sorridere. Giù dalla bici è una ragazza come tante, minuta, anche se non formosissima, semplice e carina: ama andare al cinema ("mi piacciono un po' tutti i generi") e leggere gialli. "Peccato che essendo sempre in giro, posso dedicarmi poco alla lettura".

La dedica della vittoria è per tutta la squadra, innanzitutto: "Un pizzico di questa maglia appartiene a tutte le compagne". Ma anche al "moroso" di cui pudicamente non vuole neppure fare il nome: "Quando ho tagliato il traguardo mi sono battuta il petto dalla parte del cuore. Chi mi vuole bene sa cosa vuol dire".
La vittoria di Tatiana premia anche il lavoro umile, ma prezioso di un tecnico che non ama i riflettori della ribalta, ma che ha dimostrato di saper lavorare bene e con grande professionalità: Edoardo Salvoldi. "Lui ci ha dato i ruoli da svolgere in corsa, ma ci ha dato anche una grande la motivazione. Un'unica incitazione: ci devi credere. Ci ho creduto ed ha funzionato. E quando ho dovuto tener duro sull'ultimo strappo di Novazzano e l'urlo della folla copriva ogni cosa, compresa la radiolina all'orecchio, nella testa mi frullavano solo le sue ultime parole : ragazze - ci ha detto - forza, che stiamo facendo un capolavoro. E noi ci abbiamo creduto fino in fondo".

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