- 18 Gennaio 2008
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In Seguito Vi Riporto Il Comunicato Stampa Dell'AIA
In relazione alle dichiarazioni apparse su organi di stampa, l’Associazione Italiana Arbitri ribadisce il proprio impegno costante al fine di garantire a tutte le componenti federali e a tutte le società calcistiche un servizio improntato alla trasparenza, all’imparzialità e alla professionalità.
L’A.I.A. assicura che, da parte degli organi incaricati della gestione tecnica e associativa, sono continuamente poste in essere iniziative intese a perfezionare il rendimento tecnico degli arbitri, ma anche a verificare la conformità di ogni singola condotta ai predetti principi di trasparenza ed etica sportiva al fine di prevenire e, quindi, di evitare anche il solo remoto pericolo di un possibile ritorno, in qualsiasi forma, ai ben noti fatti di un passato che ha nuociuto enormemente al calcio italiano.
Si auspica, dunque, che le affermazioni su ipotetiche e non meglio specificate condotte ricollegabili a tale passato siano prontamente seguite dalle dovute segnalazioni ai competenti organi della giustizia sportiva e ordinaria: in difetto, esse verrebbero a ledere proprio quella “credibilità” del mondo calcistico, in generale, e arbitrale, in particolare, che a parole viene da molti invocata.
Il Presidente dell’A.I.A., Marcello Nicchi, fa proprio l’invito del Presidente Federale affinché il legittimo esercizio della critica venga contenuto nei limiti che sono propri dell’attività sportiva che accomuna tutte le componenti del mondo del calcio.
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Il giornalista mediaset, Maurizio Pistocchi, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di "Solo Calcio", trasmissione di Sport Italia. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Ghirardi dice che non parla degli arbitri? Non è vero. Quando al Parma nun fu dato un rigore a San Siro con l'Inter si fece sentire. Quindi non è vero che non protesta. Ieri il Napoli ha subìto un grosso torto. Il rigore del Parma non c'era perchè si trattengono entrambi e quindi la situazione va a favore del difensore. E poi c'è il rigore enorme su Quagliarella. Il problema non sono gli errori, ma che Trefoloni non è credibile. Il 14 maggio 2006 dichiarò ai carabinieri della regione Lazio che arbitrava sulle indicazioni che gli venivano fornite da Bergamo e dalla signora Fazi facendo, quindi, andare le partite nella maniera che loro desideravano. E' un arbitro che andava fermato. Nel calderone di Calciopoli queste cose sono state trascurate e ora non ha credibilità. Queste dichiarazioni le ha rilasciate lui. Tra l'altro confessò anche di aver fatto un certificato medico falso per saltare la partitissima Roma-Juventus. Un arbitro del genere non può stare nel calcio dopo Calciopoli. Non capisco perchè arbitra Trefoloni".
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Giovedì 03/12/2009
Cesari: "Arbitri? De Laurentiis ha captato qualcosa"
Dure dichiarazioni dell'ex arbitro interazionale, Graziano Cesari, ai microfoni di A Tutto Campo, sulle frequenze Radio Centro Suono Sport. "Non capisco le designazioni di Collina, sia per quanto riguarda il derby di Roma, sia per Juventus-Inter. La designazione di Saccani la trovo schifosa. Rizzoli? Penso a lui e rivedo il siparietto con Totti, Inter-Roma dello scorso anno. I soldi spesi per Collina sono buttati al vento".
Cesari prosegue: "De Laurentiis parla di Calciopoli-bis perchè ha captato che gli arbitri chiamati in causa sono sempre i soliti dieci e questo metodo non piace.. Perchè non lavorare con venti? Sono dieci anni che, più o meno, girano sempre gli stessi nomi. Ci vorrebbe molto poco ad arrivarci.. La meritocrazia sembra non esistere, perchè?
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L’arbitraggio di Matteo Trefoloni in Parma-Napoli fa ancora discutere: nel mirino un rigore non concesso a Fabio Quagliarella e il penalty assegnato ai gialloblu’ per fallo di Aronica su Lanzafame. Paolo Casarin, ex designatore arbitrale, definisce insufficiente la direzione del fischietto senese: “Il discorso arbitrale e’ sempre legato, fatalmente, agli episodi”, afferma a ‘Radio Kiss Kiss’, “Trefoloni ha avuto anche qualche problema fisico ultimamente, ma cio’ e’ irrilevante. Si tratta di un arbitro di buona esperienza anche internazionale, ma il rigore su Quagliarella era evidente, andava fischiato. Il fallo di Aronica su Lanzafame? Avvantaggiare sempre il difensore e’ diventata una leggenda, ormai. Non credo si sia trattato di un errore dell’arbitro, che ha sempre la discrezionalita’ del giudizio. Il suo operato a Parma e’ stato senza dubbio insufficiente”. Secondo Casari,n “non e’ facile arbitrare e prendere decisioni giuste in area di rigore, ma un arbitro e’ chiamato a fare il suo lavoro. L’espulsione di Contini diversa da quella mancata di Totti contro l’Udinese? In quella circostanza -conclude- sbaglio’ Rizzoli a non espellere il romanista”
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Moviola in campo? Meglio un arbitro anche se sbaglia.
Il presidente dell’Udinese, ottima persona come tante altre ottime persone che perdono l’abituale lucidità quando si occupano - passionalmente - del gioco del calcio, ha rilanciato la vecchia questione della moviola da instaurare nei campi di calcio. Dirò subito che si tratta di una proposta irritante - perché è ripetitiva – e da respingere, a mio parere, per due motivi elementari, almeno.
Premetto che l’utilizzazione della moviola ha contribuito in maniera decisiva a inquinare e avvelenare il mondo del calcio. Ogni decisione arbitrale, di fronte alla moviola, diventa discutibile, contestabile. Ogni episodio cruciale, rivisto alla moviola, può provocare
sospetti d’ogni genere e accende, a volte, furenti dibattiti che a loro volta aizzano polemiche distruttive e incidenti, scontri tra tifosi delle diverse fazioni. Ma queste sono opinioni personali, in quanto opinioni opinabili, anche se sono largamente condivise da osservatori e commentatori, che si sforzano di mantenere la testa sul collo…
Le due ragioni elementari a cui facevo riferimento, invece, mi sembrano oggettivamente poco contestabili. Tralascio la difficoltà di organizzazione dell’iniziativa, il disagio per gli arbitri, l’interruzione continua del gioco, i recupero del tempo perduto…. Per quanti e quali episodi sarebbe lecito interrompere la partita? E la decisione non spetterebbe comunque, sempre, all’arbitro – aggravando il peso delle sue responsabilità? Vabbè, lasciamo perdere. Tutto questo è discutibile e superabile. Il primo vero problema è che la moviola “vede”, se e quando la vede, una partita irreale, comunque un’altra partita, a una velocità diversa rispetto a quella percepibile da un uomo col fischietto nelle labbra…
Quindi, mi sembra sciocca l’idea di affidarsi a una macchina, per individuare e condannare, in modo peraltro problematico, gli errori commessi dagli arbitri, che non sono macchine, ma – almeno questo è pacifico – essere umani come tutti gli altri.
Ma il secondo motivo mi sembra ancor più risolutivo. Ed è che la moviola in campo non risolverebbe un bel niente, probabilmente aumenterebbe - nella stragrande maggioranza dei casi - i veleni più perfidi e le polemiche, le risse più pretestuose. Basta assistere a una puntata del divertente e surreale “Processo del lunedi” di Aldo Biscardi per convincersene. Non c’è moviola o moviolona che tenga, non c’è ralenty persuasivo e capace di stabilire in maniera definitiva la verità. I partecipanti al programma di Biscardi
guardano e riguardano la supermoviola, dopodichè restano della loro idea – con dialettiche, presumo, in buona fede. La macchina, quasi sempre, non produce prove definitive. Ed è ragionevole concludere che la moviola in campo farebbe bene solo ad Aldo Biscardi, che peraltro se lo meriterebbe, avendo costruito la sua fortuna professionale sulle moviole e sulle discussioni.
Un’ultima riflessione. Instaurare la moviola in campo avrebbe un costo notevole. E i bilanci dei club di calcio (che si sono rovinati arricchendo il portafoglio di centinaia di impresentabili pipponi e strapagando i pochi, veri campioni in circolazione, nonché i loro astuti procuratori) sono, notoriamente, alla canna del gas. Se ci sono ancora soldi in cassa, consiglio di spenderli per attrezzature sanitarie adeguate ai rischi e ai pericoli di una partita: abbiamo visto atleti o spettatori morire in campo o sugli spalti, tante altre volte si sono sfiorate tragedie assurde, per la mancanza di un fibrillatore o per il tardivo arrivo di un’ambulanza…
Dopodichè, e anzi prima di tutto, se è ancora possibile ricordarlo, teniamo a mente che il calcio una volta era anche un bel gioco, un divertimento. Non sarebbe male provare, tutti d’accordo, a ricondurlo alle origini, anziché escogitare nuovi marchingegni per esasperare passioni smodate e interessi poco apprezzabili.
In relazione alle dichiarazioni apparse su organi di stampa, l’Associazione Italiana Arbitri ribadisce il proprio impegno costante al fine di garantire a tutte le componenti federali e a tutte le società calcistiche un servizio improntato alla trasparenza, all’imparzialità e alla professionalità.
L’A.I.A. assicura che, da parte degli organi incaricati della gestione tecnica e associativa, sono continuamente poste in essere iniziative intese a perfezionare il rendimento tecnico degli arbitri, ma anche a verificare la conformità di ogni singola condotta ai predetti principi di trasparenza ed etica sportiva al fine di prevenire e, quindi, di evitare anche il solo remoto pericolo di un possibile ritorno, in qualsiasi forma, ai ben noti fatti di un passato che ha nuociuto enormemente al calcio italiano.
Si auspica, dunque, che le affermazioni su ipotetiche e non meglio specificate condotte ricollegabili a tale passato siano prontamente seguite dalle dovute segnalazioni ai competenti organi della giustizia sportiva e ordinaria: in difetto, esse verrebbero a ledere proprio quella “credibilità” del mondo calcistico, in generale, e arbitrale, in particolare, che a parole viene da molti invocata.
Il Presidente dell’A.I.A., Marcello Nicchi, fa proprio l’invito del Presidente Federale affinché il legittimo esercizio della critica venga contenuto nei limiti che sono propri dell’attività sportiva che accomuna tutte le componenti del mondo del calcio.
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Il giornalista mediaset, Maurizio Pistocchi, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di "Solo Calcio", trasmissione di Sport Italia. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Ghirardi dice che non parla degli arbitri? Non è vero. Quando al Parma nun fu dato un rigore a San Siro con l'Inter si fece sentire. Quindi non è vero che non protesta. Ieri il Napoli ha subìto un grosso torto. Il rigore del Parma non c'era perchè si trattengono entrambi e quindi la situazione va a favore del difensore. E poi c'è il rigore enorme su Quagliarella. Il problema non sono gli errori, ma che Trefoloni non è credibile. Il 14 maggio 2006 dichiarò ai carabinieri della regione Lazio che arbitrava sulle indicazioni che gli venivano fornite da Bergamo e dalla signora Fazi facendo, quindi, andare le partite nella maniera che loro desideravano. E' un arbitro che andava fermato. Nel calderone di Calciopoli queste cose sono state trascurate e ora non ha credibilità. Queste dichiarazioni le ha rilasciate lui. Tra l'altro confessò anche di aver fatto un certificato medico falso per saltare la partitissima Roma-Juventus. Un arbitro del genere non può stare nel calcio dopo Calciopoli. Non capisco perchè arbitra Trefoloni".
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Giovedì 03/12/2009
Cesari: "Arbitri? De Laurentiis ha captato qualcosa"
Dure dichiarazioni dell'ex arbitro interazionale, Graziano Cesari, ai microfoni di A Tutto Campo, sulle frequenze Radio Centro Suono Sport. "Non capisco le designazioni di Collina, sia per quanto riguarda il derby di Roma, sia per Juventus-Inter. La designazione di Saccani la trovo schifosa. Rizzoli? Penso a lui e rivedo il siparietto con Totti, Inter-Roma dello scorso anno. I soldi spesi per Collina sono buttati al vento".
Cesari prosegue: "De Laurentiis parla di Calciopoli-bis perchè ha captato che gli arbitri chiamati in causa sono sempre i soliti dieci e questo metodo non piace.. Perchè non lavorare con venti? Sono dieci anni che, più o meno, girano sempre gli stessi nomi. Ci vorrebbe molto poco ad arrivarci.. La meritocrazia sembra non esistere, perchè?
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L’arbitraggio di Matteo Trefoloni in Parma-Napoli fa ancora discutere: nel mirino un rigore non concesso a Fabio Quagliarella e il penalty assegnato ai gialloblu’ per fallo di Aronica su Lanzafame. Paolo Casarin, ex designatore arbitrale, definisce insufficiente la direzione del fischietto senese: “Il discorso arbitrale e’ sempre legato, fatalmente, agli episodi”, afferma a ‘Radio Kiss Kiss’, “Trefoloni ha avuto anche qualche problema fisico ultimamente, ma cio’ e’ irrilevante. Si tratta di un arbitro di buona esperienza anche internazionale, ma il rigore su Quagliarella era evidente, andava fischiato. Il fallo di Aronica su Lanzafame? Avvantaggiare sempre il difensore e’ diventata una leggenda, ormai. Non credo si sia trattato di un errore dell’arbitro, che ha sempre la discrezionalita’ del giudizio. Il suo operato a Parma e’ stato senza dubbio insufficiente”. Secondo Casari,n “non e’ facile arbitrare e prendere decisioni giuste in area di rigore, ma un arbitro e’ chiamato a fare il suo lavoro. L’espulsione di Contini diversa da quella mancata di Totti contro l’Udinese? In quella circostanza -conclude- sbaglio’ Rizzoli a non espellere il romanista”
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Moviola in campo? Meglio un arbitro anche se sbaglia.
Il presidente dell’Udinese, ottima persona come tante altre ottime persone che perdono l’abituale lucidità quando si occupano - passionalmente - del gioco del calcio, ha rilanciato la vecchia questione della moviola da instaurare nei campi di calcio. Dirò subito che si tratta di una proposta irritante - perché è ripetitiva – e da respingere, a mio parere, per due motivi elementari, almeno.
Premetto che l’utilizzazione della moviola ha contribuito in maniera decisiva a inquinare e avvelenare il mondo del calcio. Ogni decisione arbitrale, di fronte alla moviola, diventa discutibile, contestabile. Ogni episodio cruciale, rivisto alla moviola, può provocare
sospetti d’ogni genere e accende, a volte, furenti dibattiti che a loro volta aizzano polemiche distruttive e incidenti, scontri tra tifosi delle diverse fazioni. Ma queste sono opinioni personali, in quanto opinioni opinabili, anche se sono largamente condivise da osservatori e commentatori, che si sforzano di mantenere la testa sul collo…
Le due ragioni elementari a cui facevo riferimento, invece, mi sembrano oggettivamente poco contestabili. Tralascio la difficoltà di organizzazione dell’iniziativa, il disagio per gli arbitri, l’interruzione continua del gioco, i recupero del tempo perduto…. Per quanti e quali episodi sarebbe lecito interrompere la partita? E la decisione non spetterebbe comunque, sempre, all’arbitro – aggravando il peso delle sue responsabilità? Vabbè, lasciamo perdere. Tutto questo è discutibile e superabile. Il primo vero problema è che la moviola “vede”, se e quando la vede, una partita irreale, comunque un’altra partita, a una velocità diversa rispetto a quella percepibile da un uomo col fischietto nelle labbra…
Quindi, mi sembra sciocca l’idea di affidarsi a una macchina, per individuare e condannare, in modo peraltro problematico, gli errori commessi dagli arbitri, che non sono macchine, ma – almeno questo è pacifico – essere umani come tutti gli altri.
Ma il secondo motivo mi sembra ancor più risolutivo. Ed è che la moviola in campo non risolverebbe un bel niente, probabilmente aumenterebbe - nella stragrande maggioranza dei casi - i veleni più perfidi e le polemiche, le risse più pretestuose. Basta assistere a una puntata del divertente e surreale “Processo del lunedi” di Aldo Biscardi per convincersene. Non c’è moviola o moviolona che tenga, non c’è ralenty persuasivo e capace di stabilire in maniera definitiva la verità. I partecipanti al programma di Biscardi
guardano e riguardano la supermoviola, dopodichè restano della loro idea – con dialettiche, presumo, in buona fede. La macchina, quasi sempre, non produce prove definitive. Ed è ragionevole concludere che la moviola in campo farebbe bene solo ad Aldo Biscardi, che peraltro se lo meriterebbe, avendo costruito la sua fortuna professionale sulle moviole e sulle discussioni.
Un’ultima riflessione. Instaurare la moviola in campo avrebbe un costo notevole. E i bilanci dei club di calcio (che si sono rovinati arricchendo il portafoglio di centinaia di impresentabili pipponi e strapagando i pochi, veri campioni in circolazione, nonché i loro astuti procuratori) sono, notoriamente, alla canna del gas. Se ci sono ancora soldi in cassa, consiglio di spenderli per attrezzature sanitarie adeguate ai rischi e ai pericoli di una partita: abbiamo visto atleti o spettatori morire in campo o sugli spalti, tante altre volte si sono sfiorate tragedie assurde, per la mancanza di un fibrillatore o per il tardivo arrivo di un’ambulanza…
Dopodichè, e anzi prima di tutto, se è ancora possibile ricordarlo, teniamo a mente che il calcio una volta era anche un bel gioco, un divertimento. Non sarebbe male provare, tutti d’accordo, a ricondurlo alle origini, anziché escogitare nuovi marchingegni per esasperare passioni smodate e interessi poco apprezzabili.
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