Ormai io gioco da circa 7 mesi a questo gioco cioè SWAT 4 e ci sono solo pochissimi italiani circa 30.
Per chi non lo conoscesse è un gioco di sparatutto in prima persona distribuito da Sierra.
Eccovi lo scopo del gioco:
SWAT 4 lancia subito il giocatore nel vivo dell'azione, di solito nelle immediate vicinanze dell'ingresso di uno stabile urbano (banca, residenza, ufficio, locale pubblico) “infestato” da malviventi che solitamente dispongono di armi ed ostaggi. La strategia migliore si dimostra sempre quella incrementale: un passo alla volta, “sterilizzando” ogni stanza con accuratezza – decisivo è il momento dell'ingresso in ogni stanza. Ma questo non è un banale fps dedicato allo sterminio di massa. Questo è un delicato gioco dove è nevralgico distinguere criminali da civili, per poi intimare la resa ai primi e liberare i secondi. Non è così facile distinguere in una frazione di secondo un criminale da un ostaggio soprattutto quando sono uno a fianco dell'altro. Eppure questo è ciò che accade quotidianamente nella realtà. L'agente SWAT non deve freddare all'istante tutto ciò che si muova davanti a lui. Prima di tutto deve rispettare la vita altrui, tentando l'arresto – ed è un momento importante perché lo strumento non sono solo le armi puntate ma la parola, la voce, la convinzione. “Mani in alto, polizia, arrenditi!” questo è il messaggio letteralmente gridato per intimare la resa, e se non basta perché il sospetto è tentennante e impugna ancora un'arma, allora occorre ripeterlo. Altrimenti la scena è quella di un duello da far west: se il criminale accenna ad una difesa, non resta che sparare, possibilmente ferendolo soltanto. Questo è solo un micro-evento che si ripete decine di volte nel corso di una singola missione. Occorre anche impartire ordini, coordinare la squadra e mantenere i contatti con la centrale, segnalando ogni volta gli arresti, i ferimenti, le morti, gli ostaggi liberati. I comandi sono attivabili in modo rapido tramite tasto numerico, oppure mediante visualizzazione grafica col tasto destro del mouse che apre un menu a scorrimento. La trasmissione dei comandi però può anche avvenire sfruttando un intelligente dispositivo che apre sullo schermo un piccolo riquadro, in cui è visualizzata l'immagine ripresa dalla telecamera che è posta sull'elmetto di ciascun agente. Giocare a SWAT 4 non è semplice, perché occorrono anche abilità di comando, una dose adeguata di capacità tattica e una mentalità più articolata di quella che urla “distruggi o muori”.
Fonte: "Gamesurf"
Per chi non lo conoscesse è un gioco di sparatutto in prima persona distribuito da Sierra.
Eccovi lo scopo del gioco:
SWAT 4 lancia subito il giocatore nel vivo dell'azione, di solito nelle immediate vicinanze dell'ingresso di uno stabile urbano (banca, residenza, ufficio, locale pubblico) “infestato” da malviventi che solitamente dispongono di armi ed ostaggi. La strategia migliore si dimostra sempre quella incrementale: un passo alla volta, “sterilizzando” ogni stanza con accuratezza – decisivo è il momento dell'ingresso in ogni stanza. Ma questo non è un banale fps dedicato allo sterminio di massa. Questo è un delicato gioco dove è nevralgico distinguere criminali da civili, per poi intimare la resa ai primi e liberare i secondi. Non è così facile distinguere in una frazione di secondo un criminale da un ostaggio soprattutto quando sono uno a fianco dell'altro. Eppure questo è ciò che accade quotidianamente nella realtà. L'agente SWAT non deve freddare all'istante tutto ciò che si muova davanti a lui. Prima di tutto deve rispettare la vita altrui, tentando l'arresto – ed è un momento importante perché lo strumento non sono solo le armi puntate ma la parola, la voce, la convinzione. “Mani in alto, polizia, arrenditi!” questo è il messaggio letteralmente gridato per intimare la resa, e se non basta perché il sospetto è tentennante e impugna ancora un'arma, allora occorre ripeterlo. Altrimenti la scena è quella di un duello da far west: se il criminale accenna ad una difesa, non resta che sparare, possibilmente ferendolo soltanto. Questo è solo un micro-evento che si ripete decine di volte nel corso di una singola missione. Occorre anche impartire ordini, coordinare la squadra e mantenere i contatti con la centrale, segnalando ogni volta gli arresti, i ferimenti, le morti, gli ostaggi liberati. I comandi sono attivabili in modo rapido tramite tasto numerico, oppure mediante visualizzazione grafica col tasto destro del mouse che apre un menu a scorrimento. La trasmissione dei comandi però può anche avvenire sfruttando un intelligente dispositivo che apre sullo schermo un piccolo riquadro, in cui è visualizzata l'immagine ripresa dalla telecamera che è posta sull'elmetto di ciascun agente. Giocare a SWAT 4 non è semplice, perché occorrono anche abilità di comando, una dose adeguata di capacità tattica e una mentalità più articolata di quella che urla “distruggi o muori”.
Fonte: "Gamesurf"
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