- 12 Luglio 2010
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Controfagotto
Il contrafagotto è uno strumento musicale ad ancia doppia che rappresenta la tessitura contrabbassa dell'intera famiglia.
Deriva dal fagotto, di cui è, in un certo senso, un ampliamento e ne condivide l'intero sistema di chiavi e di posizioni, tanto che a suonare questo strumento sono solitamente i fagottisti.
Lo strumento è traspositore d'ottava verso il basso, vale a dire che le note scritte suonano d'effetto un'ottava sotto.
Prima degli inizi del XX secolo, a causa di alcune imperfezioni costruttive, al controfagotto veniva preferito il sarrusofono, pur rimanendo il termine "controfagotto" scritto in partitura.
Ma dalla fine del XIX secolo in poi il suo posto in orchestra è stabile ed indispensabile per coprire il registro 32' della famiglia dei legni.
Anche se già Beethoven lo usò mirabilmente nel finale della Nona sinfonia, per ottenere l'effetto denominato alla turca, il controfagotto si distingue in orchestra, anche in assolo, a partire dalla fine del XIX secolo, come nel celebre Apprendista stregone di Paul Dukas dove il suo lugubre timbro, pigro e cavernoso, lo rende inconfondibile. Altri compositori che usarono il controfagotto nelle loro partiture furono Giuseppe Verdi nel Don Carlos e Maurice Ravel in Ma Mère l'Oye (episodio Les Entretiens de la Belle et de la Bête).
Il controfagotto è uno strumento traspositore, le note realmente prodotte suonano un'ottava sotto. Le note più gravi in nero sono di difficile emissione e intonazione; le note acute sopra il Sib sarebbero eseguibili solo con l'uso di ance speciali che, però, renderebbero difficile l'emissione dei suoni gravi, cioè proprio quelli che rendono timbricamente prezioso questo strumento.
Wikipedia
Il contrafagotto è uno strumento musicale ad ancia doppia che rappresenta la tessitura contrabbassa dell'intera famiglia.
Deriva dal fagotto, di cui è, in un certo senso, un ampliamento e ne condivide l'intero sistema di chiavi e di posizioni, tanto che a suonare questo strumento sono solitamente i fagottisti.
Lo strumento è traspositore d'ottava verso il basso, vale a dire che le note scritte suonano d'effetto un'ottava sotto.
Prima degli inizi del XX secolo, a causa di alcune imperfezioni costruttive, al controfagotto veniva preferito il sarrusofono, pur rimanendo il termine "controfagotto" scritto in partitura.
Ma dalla fine del XIX secolo in poi il suo posto in orchestra è stabile ed indispensabile per coprire il registro 32' della famiglia dei legni.
Anche se già Beethoven lo usò mirabilmente nel finale della Nona sinfonia, per ottenere l'effetto denominato alla turca, il controfagotto si distingue in orchestra, anche in assolo, a partire dalla fine del XIX secolo, come nel celebre Apprendista stregone di Paul Dukas dove il suo lugubre timbro, pigro e cavernoso, lo rende inconfondibile. Altri compositori che usarono il controfagotto nelle loro partiture furono Giuseppe Verdi nel Don Carlos e Maurice Ravel in Ma Mère l'Oye (episodio Les Entretiens de la Belle et de la Bête).
Il controfagotto è uno strumento traspositore, le note realmente prodotte suonano un'ottava sotto. Le note più gravi in nero sono di difficile emissione e intonazione; le note acute sopra il Sib sarebbero eseguibili solo con l'uso di ance speciali che, però, renderebbero difficile l'emissione dei suoni gravi, cioè proprio quelli che rendono timbricamente prezioso questo strumento.
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