Info Corride e toreri in Spagna: io sto con i tori

markuzzino

Utente bannato
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24 Dicembre 2007
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Corride e toreri in Spagna: io sto con i tori



Questa è la storia di tre tori che hanno subito la vendetta di un matador incornato e deriso da chi frequentava quel giorno l’arena di El Puerto de Santa Maria, stroncato addirittura dalla stampa. “Più fatica che gloria” ha titolato El Pais, riferendosi alla performance di uno dei più amati toreri contemporanei, quel Josè Tomàs che aveva mandato in visibilio, poco tempo prima, la folla che gremiva l’arena di Las Ventas, esaurita in ogni ordine di posto, con un ospite d’eccezione: re Juan Carlos.

A El Puerto, come potete vedere sui video in Internet, il moderno Manolete si è preso subito due cornate dal primo toro, che lo ha sollevato e buttato a terra. Il bovino stava per compiere la sua degna opera di avversario, bucandogli l’addome con le corna, quando sono prontamente intervenuti quattro uomini che lo hanno distratto, in modo che a Tomàs fossero prestati i soccorsi del caso. Come si vede bene nel video, se la lotta fosse stata pari (nessuno soccorre i tori quando sono in difficoltà) il matador adesso sarebbe sulla stampa, ma con le immagini del volto listate a lutto. Non preoccupatevi se sul video compare la scritta che certe immagini potrebbero turbare animi sensibili. Personalmente, quando un torero viene incornato, non mi turbo affatto. Non che mi faccia piacere, ma insomma…non mi dispero più di tanto.

Sì, forse è vero, la corrida possono capirla solo gli spagnoli, ed essendo io italiano, non ho la mentalità giusta per capirla. In realtà, un sondaggio Gallup recente ha dimostrato che anche gli spagnoli, specie i giovani, non hanno il minimo interesse per l’arte della tauromachia, anzi sono in maggioranza contrari, tanto che alcune città l’hanno di fatto vietata. Tornando al nostro eroe delle arene, dopo i primi soccorsi, ha creduto opportuno proseguire ugualmente lo spettacolo e terminare la sua prestazione con l’uccisione del toro che aveva osato incornarlo e di altri due che seguivano il primo nel programma. Ora è in convalescenza nella sua casa di Malaga, ma ben presto tornerà nelle arene dove peraltro non è la prima volta che viene incornato riportando ferite serie.

Eppure “senza toreare la vita non è vita” afferma, attendendo che le ferite guariscano perfettamente per ricominciare i suoi flessuosi passi di danza davanti ai tori. Forse era di parere contrario “Hatero”, il toro di oltre cinque quintali che alla fine si è trovato la spada infissa nel midollo spinale. Per lui la vita avrebbe potuto continuare senza toreare, oppure finire con un colpo secco e la trasformazione in bistecche. Sempre meglio che lo strazio del sangue che cola per le ferite dei picadores, sempre meglio che sentire le urla e le risate mentre le forze vengono meno, sempre meglio sentire gli applausi mentre la vista si annebbia, sempre meglio una morte dignitosa piuttosto che fare lo zimbello in un’arena assetata di sangue. Io sto con i tori.