Roma - Domani a Roma si terranno almeno tre manifestazioni nazionali sulla scuola, due dei sindacati e una degli studenti, che però non hanno chiesto l'autorizzazione per il loro corteo. E dopo gli scontri del 14 novembre scorso, terminati con feriti e fermati, ora si temono nuove violenze. Intanto, secondo il sito Skuola.net, che cita anche dati dell'Associazione nazionale dei presidi, quasi il 50% delle scuole italiane sono occupate o in autogestione. Gli studenti manifestano contro il cosiddetto ddl Aprea, un disegno di legge presentato sotto il precedente governo Berlusconi e a cui peraltro il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha detto di essere contrario, ma che potrebbe passare col sostegno di una maggioranza di centrodestra. Il ddl prevede ulteriore autonomia per gli istituti scolastici, a cui affida anche il compito di decidere le regole per la partecipazione, misura che in teoria potrebbe portare anche alla cancellazione dei consigli di istituto e quindi della rappresentanza degli studenti. Ma la protesta dei giovani, e anche degli insegnanti, riguarda anche i tagli previsti dalla Legge di Stabilità, ieri approvata dalla Camera dalla maggioranza Pdl-Pd-Udc che sostiene il governo tecnico di Mario Monti, e il finanziamento pubblico alle scuole private con oltre 200 milioni di euro. "La legge di stabilità in discussione al Senato va corretta, altrimenti a scuola si chiuderanno i rubinetti, i termosifoni, le porte e si spegnerà la luce. L'Italia e la nostra generazione non se lo può permettere", ha detto ieri in un comunicato la Federazione degli studenti, vicina al centrosinistra.
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