- 3 Marzo 2007
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I cybercrimini di Second Life
Pizzo, molestie, pedofilia. Tutti i reati del paradiso virtuale.
C'è un lato oscuro nel mondo virtuale in 3d costruito e gestito dai suoi 6 milioni di residenti, di cui 120mila italiani, e 1,3 milioni di frequentatori.
Un mondo di cyberdelinquenza con episodi di estorsioni, stupri virtuali, fino ad arrivare a un presunto caso di pedopornografia infantile.
Pare che tutti in Second Life abbiano sentito parlare del caso del ragazzo italiano costretto a pagare il pizzo per veder entrare nel proprio negozio di tattoos (virtuale) potenziali clienti. Ma nessun occhio virtuale ha visto l'episodio.
E' di un mese fa la denuncia di un avatar d'aspetto femminile oggetto di molestie sessuali da parte di altri cybernavigatori in Belgio.
Pi๠recente è invece la notizia di un'indagine (reale) avviata dalla polizia tedesca su un presunto caso di pedopornografia, dopo la denuncia di un programma della tv pubblica tedesca secondo il quale in Second Life almeno uno dei partecipanti offriva riprese a carattere pedo-pornografico e anche sesso virtuale a pagamento con bambini. Le persone coinvolte sono state immediatamente "bloccate" dai superutenti della seconda vita, dei moderatori in grado di intervenire, anche se solo a posteriori, impedendo l'accesso di chi è sgradito.
Per quanto virtuali, le molestie sono punibili secondo la legge tedesca con una pena fino a tre anni di prigione.
Linden Lab, la società che ha creato Second Life, ha accettato di aiutare la polizia tedesca a rintracciare gli utenti coinvolti.
Link della notizia
.+*°*.Dove c'è OT c'e casa.+*°*+.
Pizzo, molestie, pedofilia. Tutti i reati del paradiso virtuale.
C'è un lato oscuro nel mondo virtuale in 3d costruito e gestito dai suoi 6 milioni di residenti, di cui 120mila italiani, e 1,3 milioni di frequentatori.
Un mondo di cyberdelinquenza con episodi di estorsioni, stupri virtuali, fino ad arrivare a un presunto caso di pedopornografia infantile.
Pare che tutti in Second Life abbiano sentito parlare del caso del ragazzo italiano costretto a pagare il pizzo per veder entrare nel proprio negozio di tattoos (virtuale) potenziali clienti. Ma nessun occhio virtuale ha visto l'episodio.
E' di un mese fa la denuncia di un avatar d'aspetto femminile oggetto di molestie sessuali da parte di altri cybernavigatori in Belgio.
Pi๠recente è invece la notizia di un'indagine (reale) avviata dalla polizia tedesca su un presunto caso di pedopornografia, dopo la denuncia di un programma della tv pubblica tedesca secondo il quale in Second Life almeno uno dei partecipanti offriva riprese a carattere pedo-pornografico e anche sesso virtuale a pagamento con bambini. Le persone coinvolte sono state immediatamente "bloccate" dai superutenti della seconda vita, dei moderatori in grado di intervenire, anche se solo a posteriori, impedendo l'accesso di chi è sgradito.
Per quanto virtuali, le molestie sono punibili secondo la legge tedesca con una pena fino a tre anni di prigione.
Linden Lab, la società che ha creato Second Life, ha accettato di aiutare la polizia tedesca a rintracciare gli utenti coinvolti.
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