A chi di voi non è mai capitato di avere un deja-vu ?
Proprio ieri sera, mentre guardavo un programma televisivo che và in diretta,
Mi sono accorto che la conduttrice del programma, diceva e faceva stessi movimenti che io avevo già visto.
Poi girandomi per casa mi sembrava di aver visto una scena che già mi era capitata, PARANORMALiTA' ?
SPiEGHiAMO CON TERMiNi SCiENTiFiCi QUESTO FATTORE PSiCOLOGiCO.
• Disordine Neurologico •
Il nostro cervello, come si sa, è diviso in due emisferi. Il fenomeno del déjà vu, dal punto di vista patologico, parte dal lobo temporale sinistro ed è legato all’epilessia (che ha origine proprio da questo lobo), che non si manifesta con una perdita di coscienza ma proprio con una serie ricorrente di déjà vu. «Il paziente vive una serie di esperienze che hanno uno scarto con la realtà, come se si trovasse all’interno di una galleria di specchi» spiega Carlo Caltagirone, professore di neurologia all’Università di Tor Vergata di Roma. «Il déjà vu è uno stimolo elettrico anomalo che si manifesta in seguito a un disordine neurologico, come l’epilessia. La sensazione di realismo vissuta è giustificata dal coinvolgimento delle molteplici aree cerebrali, in particolare dall’amigdala (materia grigia) e dal sistema limbico, le strutture che sono appunto considerate le sedi delle emozioni. Può anche essere collegato ad ansietà e schizofrenia». Su questo fenomeno non ci sono certezze, ma solo varie teorie. Gli esperti concordano nel sostenere che il déjà vu non si presta a facili spiegazioni. L’arresto del fluire dell’esperienza non solo produce stupore e disagi, ma scompagina la realtà dell’Io. «Sotto l’aspetto fisiologico è una sorta di imprecisione della memoria, gli stimoli attivano un aspetto del ricordo e questo può essere associato a memorie del passato» dice Alberto Oliverio, psicobiologo all’Università La Sapienza di Roma. «Una determinata situazione, un paesaggio, un tramonto, una strada, la sensazione di aver già conosciuto una persona incontrata per la prima volta, attivano in noi il ricordo di un’esperienza simile fatta nel passato che però non abbiamo codificato con precisione. Questo si manifesta anche con il déjà écouté, il déjà veçu, fenomeni che si verificano raramente nei bambini, e con maggior frequenza nelle persone anziane perché hanno una banca dati di ricordi più vasta. Gli psicanalisti hanno un’altra teoria, per loro il déjà vu fa parte di desideri repressi, di esperienze precoci che vengono rianimate. La persona avrebbe realmente vissuto questa esperienza, ma anziché un ricordo cosciente, riaffiora solo una vaga sensazione di familiarità».
• Il Fascino Dello Spasmo •
In genere il déjà vu dà un senso di spaesamento perché non ci si sente padroni delle proprie esperienze. È come se un granello di sabbia inceppasse il meccanismo del tempo e il cervello dovesse compiere uno sforzo per congiungere presente e passato, percezione e ricordo. «Le interpretazioni scientifiche sono necessarie, ma non sufficienti. La struttura del cervello può essere paragonata a una centralina telefonica. Se ci sono dei disturbi nella centralina io capisco che il senso dei messaggi non è corretto, ma nel déjà vu non ci sono disturbi - dice Bodei - Si potrebbe fare un parallelo con il sorriso che in realtà è una normale contrazione di muscoli, ma se noi riduciamo il sorriso a questo semplice movimento togliamo tutto il suo fascino, così accade per il déjà vu. Non si può confinare questo fenomeno all’aspetto cerebrale, dobbiamo considerare anche i lati emotivi e comunicativi. Il mistero del déjà vu è stato descritto al meglio dai poeti, grazie alla loro sensibilità. Penso alle piramidi del tempo di Shakespeare che in un verso descrive gli artifici del tempo che confondono l’uomo e gli fanno dubitare della sua identità, ma anche a Gabriele D’Annunzio, Dante, Paul Verlaine, Charles Baudelaire, Giuseppe Ungaretti, che hanno descritto con inquietudine e smarrimento il fenomeno del déjà vu. Io lo considero come l’equivalente fisico del crampo muscolare, uno spasmo del cervello che ci sorprende a tradimento e forse per questo è così affascinante».
Fonte: Cicap.org
Proprio ieri sera, mentre guardavo un programma televisivo che và in diretta,
Mi sono accorto che la conduttrice del programma, diceva e faceva stessi movimenti che io avevo già visto.
Poi girandomi per casa mi sembrava di aver visto una scena che già mi era capitata, PARANORMALiTA' ?
SPiEGHiAMO CON TERMiNi SCiENTiFiCi QUESTO FATTORE PSiCOLOGiCO.
• Disordine Neurologico •
Il nostro cervello, come si sa, è diviso in due emisferi. Il fenomeno del déjà vu, dal punto di vista patologico, parte dal lobo temporale sinistro ed è legato all’epilessia (che ha origine proprio da questo lobo), che non si manifesta con una perdita di coscienza ma proprio con una serie ricorrente di déjà vu. «Il paziente vive una serie di esperienze che hanno uno scarto con la realtà, come se si trovasse all’interno di una galleria di specchi» spiega Carlo Caltagirone, professore di neurologia all’Università di Tor Vergata di Roma. «Il déjà vu è uno stimolo elettrico anomalo che si manifesta in seguito a un disordine neurologico, come l’epilessia. La sensazione di realismo vissuta è giustificata dal coinvolgimento delle molteplici aree cerebrali, in particolare dall’amigdala (materia grigia) e dal sistema limbico, le strutture che sono appunto considerate le sedi delle emozioni. Può anche essere collegato ad ansietà e schizofrenia». Su questo fenomeno non ci sono certezze, ma solo varie teorie. Gli esperti concordano nel sostenere che il déjà vu non si presta a facili spiegazioni. L’arresto del fluire dell’esperienza non solo produce stupore e disagi, ma scompagina la realtà dell’Io. «Sotto l’aspetto fisiologico è una sorta di imprecisione della memoria, gli stimoli attivano un aspetto del ricordo e questo può essere associato a memorie del passato» dice Alberto Oliverio, psicobiologo all’Università La Sapienza di Roma. «Una determinata situazione, un paesaggio, un tramonto, una strada, la sensazione di aver già conosciuto una persona incontrata per la prima volta, attivano in noi il ricordo di un’esperienza simile fatta nel passato che però non abbiamo codificato con precisione. Questo si manifesta anche con il déjà écouté, il déjà veçu, fenomeni che si verificano raramente nei bambini, e con maggior frequenza nelle persone anziane perché hanno una banca dati di ricordi più vasta. Gli psicanalisti hanno un’altra teoria, per loro il déjà vu fa parte di desideri repressi, di esperienze precoci che vengono rianimate. La persona avrebbe realmente vissuto questa esperienza, ma anziché un ricordo cosciente, riaffiora solo una vaga sensazione di familiarità».
• Il Fascino Dello Spasmo •
In genere il déjà vu dà un senso di spaesamento perché non ci si sente padroni delle proprie esperienze. È come se un granello di sabbia inceppasse il meccanismo del tempo e il cervello dovesse compiere uno sforzo per congiungere presente e passato, percezione e ricordo. «Le interpretazioni scientifiche sono necessarie, ma non sufficienti. La struttura del cervello può essere paragonata a una centralina telefonica. Se ci sono dei disturbi nella centralina io capisco che il senso dei messaggi non è corretto, ma nel déjà vu non ci sono disturbi - dice Bodei - Si potrebbe fare un parallelo con il sorriso che in realtà è una normale contrazione di muscoli, ma se noi riduciamo il sorriso a questo semplice movimento togliamo tutto il suo fascino, così accade per il déjà vu. Non si può confinare questo fenomeno all’aspetto cerebrale, dobbiamo considerare anche i lati emotivi e comunicativi. Il mistero del déjà vu è stato descritto al meglio dai poeti, grazie alla loro sensibilità. Penso alle piramidi del tempo di Shakespeare che in un verso descrive gli artifici del tempo che confondono l’uomo e gli fanno dubitare della sua identità, ma anche a Gabriele D’Annunzio, Dante, Paul Verlaine, Charles Baudelaire, Giuseppe Ungaretti, che hanno descritto con inquietudine e smarrimento il fenomeno del déjà vu. Io lo considero come l’equivalente fisico del crampo muscolare, uno spasmo del cervello che ci sorprende a tradimento e forse per questo è così affascinante».
Fonte: Cicap.org