TREVISO — «Scusi, mi può cambiare 40 milioni?». Una richiesta di fronte alla quale il cassiere della banca non ha strabuzzato gli occhi, come di primo acchitto sarebbe lecito aspettarsi. Tutto nella norma: i milioni fanno riferimento alle vecchie lire e la banca che ancora ha dimestichezza con il vecchio conio è quella d’Italia. La richiesta, invece, è quella di una persona presentatasi poco tempo fa alla filiale trevigiana dell’istituto, in pieno centro cittadino. Un vero e proprio «tesoretto» quello trovato nascosto in una vecchia abitazione di famiglia durante i lavori di restauro. E’ bastato togliere una mattonella (evidentemente un nascondiglio dimenticato da chissà quanti anni, come ha raccontato il tg di Antennatre) e la somma è saltata fuori.
Troppi soldi per lasciarla marcire o finire in una collezione. Un tesoro che il fortunato ha potuto riscuotere convertendolo in euro ma che per poco ha rischiato di tramutarsi in un gruzzolo di carte prive di valore, buone al massimo per i collezionisti: è il febbraio 2012, infatti, il limite ultimo per cambiare gli ultimi spiccioli (ma a quanto pare a cercar meglio non è da escludere il colpaccio) in lire rimasti chiusi in qualche cassetto. Infatti, sarebbero ancora molti coloro che si recano nella filiale trevigiana della Banca d’Italia per cambiare le lire, finite fuori corso nel 2002. Alcuni arrivano dall’estero, per convertire il denaro che un tempo si sudarono nel belpaese. Qualcuno invece ci arriva perché baciato dalla fortuna. Mentre altri, come alcuni baristi trevigiani, lo fanno regolarmente: non sono pochi i locali, infatti, che accettano ancora pagamenti in lire. Tanto, almeno per un anno e mezzo, il vecchio conio si può ancora cambiare in euro.
Corriere.it
Troppi soldi per lasciarla marcire o finire in una collezione. Un tesoro che il fortunato ha potuto riscuotere convertendolo in euro ma che per poco ha rischiato di tramutarsi in un gruzzolo di carte prive di valore, buone al massimo per i collezionisti: è il febbraio 2012, infatti, il limite ultimo per cambiare gli ultimi spiccioli (ma a quanto pare a cercar meglio non è da escludere il colpaccio) in lire rimasti chiusi in qualche cassetto. Infatti, sarebbero ancora molti coloro che si recano nella filiale trevigiana della Banca d’Italia per cambiare le lire, finite fuori corso nel 2002. Alcuni arrivano dall’estero, per convertire il denaro che un tempo si sudarono nel belpaese. Qualcuno invece ci arriva perché baciato dalla fortuna. Mentre altri, come alcuni baristi trevigiani, lo fanno regolarmente: non sono pochi i locali, infatti, che accettano ancora pagamenti in lire. Tanto, almeno per un anno e mezzo, il vecchio conio si può ancora cambiare in euro.
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