Domenech contro tutti, ecco come risponde

Kepl

Utente Colossal
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20 Novembre 2009
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IL MINISTRO — La prima cartuccia, Domenech la spara contro Roselyne Bachelot, ministro dello sport rea di aver esortato il c.t. e i giocatori a “darsi una svegliata” dopo "il mediocre spettacolo calcistico" andato in scena contro l’Irlanda del Trap. “Io non faccio il ministro – taglia corto Domenech – e che lei faccia il suo mestiere”.

IL FILOSOFO — Domenech poi replica al filosofo Alain Finkielkraut che ha parlato di vittoria vergognosa, basata sull’imbroglio, ribadendo la necessità di rigiocare la partita. Anche qui, il c.t. va al sodo: “Finkielkraut, quello che diceva che in nazionale ci sono troppi neri? Lasciamo perdere, va”.

CANTONA — Il ct coglie l’occasione anche per regolare i conti contro un suo detrattore di fama: l’ex calciatore, nonché attore in ascesa Eric Cantona che lo aveva definito "l’allenatore più incapace dai tempi di Luigi XVI". Il c.t. va di fino: “Non sapevo che Luigi XVI allenasse. Per quanto riguarda Cantona, allena la nazionale di beach soccer e non è riuscito a qualificarla ai mondiali. Sia decente”.

L’EX CALCIATORE — Poi arriva il siluro anche per Bixente Lizarazu che da settimane lo critica apertamente via radio e giornali. Domenech spiega: “Le lezioni di Lizarazu sono piacevoli, lui che magari ha vinto qualcosa da calciatore (vari scudetti e coppe nazionali e internazionali con il Bayern, coppa del Mondo nel 1998 e l’Europeo del 2000, ndr), ma che non ha mai allenato, per cui le sue critiche mi sono indifferenti. Se devo parlare di tattica lo faccio con i miei giocatori”.

L'ANARCHICO — Domenech comunque ammette: “A volte sono aggressivo e il mio modo di comunicare può dare fastidio, anche a me stesso, ma se faccio il cinico, il comico o il provocatore sfruttando le mie dote di attore, è solo per difendere i miei giocatori”. Così, il c.t. difende di nuovo a spada tratta Henry “che conta più di 100 presenze ed è un capo in campo, per questo lo lascio libero di imporsi”. E per sottolineare la determinazione, alza il pugno chiuso e dice: “Se lo interpretate come un ritorno alla Repubblica dei giocatori, allora dico si è vero, anch’io da calciatore a volte contestavo le decisioni dell’allenatore. Serve un po’ di anarchia in una squadra, magari senza il disordine completo ”. Così alla fine si salva solo il presidente della Repubblica, di destra, Nicolas Sarkozy, l’unico, a detta di Domenech, che "è restato al suo posto e ha fatto bene”. E se lo dice l’anarchico Domenech…

(Gazzetta.it)
 
Ma Domenech è uscito pazzo...non che non lo fosse prima,ma questo è il colmo...

Credo che le critiche fossero costruttive,ma Domenech come al solito risponde con frasi buttate all'arua...