ROMA - "La vittoria con la Juventus ha cambiato qualcosa, è vero. Ce ne era bisogno. Dopo una settimana difficile, ma in generale dopo un anno in cui le cose non sono andate bene. Non siamo riusciti a realizzare le nostre aspettative. Ora dobbiamo dare di più, dobbiamo dimostrare di essere da Roma". Queste le parole del difensore della Roma, Nicolas Burdisso, dopo il successo interno con la Juventus.
L'argentino, tornato in pianta stabile tra i titolari con l'arrivo in panchina di Andreazzoli, si è detto convinto che la stagione può ancora riservare della soddisfazioni alla squadra giallorossa: "Al di là di schemi, moduli, allenatori, siamo noi che adesso dobbiamo dare di più. Mancano due, tre mesi possiamo andare in finale di Coppa Italia, che non sarebbe male, e possiamo finire in alto. Andreazzoli? Stiamo scoprendo un grandissimo allenatore, lo conoscevo, sapevo come preparava alla grande le partite, la sua intelligenza, ma sta facendo un gran lavoro". Burdisso si è quindi soffermato sul lavoro svolto da Zeman, esonerato dopo il ko interno col Cagliari: "Ha insegnato a tutti, e quando si va male non bisogna guardare ad uno solo. E' sbagliato. Io per primo, ho cercato di fare bene ma spesso non ci sono riuscito - ha spiegato a Sky Sport24 - Tutto il gruppo non è stato all'altezza in questa stagione, dobbiamo guardare indietro per vedere bene dove abbiamo sbagliato di più, ma anche avanti perché ancora possiamo finire bene la stagione".
"Questo è un gruppo serio. Abbiamo provato a mettere in campo quello che ci chiedeva mister Zeman - ha poi aggiunto Burdisso - Non è andata bene, ma non si può dire che non ci abbiamo provato con tutte le nostre forze. Le partite che abbiamo perso le abbiamo perse a viso aperto, giocando in maniera propositiva come ci chiedeva il mister. Poi viene fuori questa che è la solita vecchia storia: quando le cose vanno male, la colpa è di questo o di quello, o dell'impegno". Burdisso ha infine ammesso come il successo sulla Juventus debba rappresntare un nuovo punto di partenza: "Adesso abbiamo vinto una partita con la Juve, un'unica partita e mi si chiede se è una grande Roma. Non è ancora una grande Roma. Lo dobbiamo dimostrare adesso se lo siamo. Dobbiamo cambiare questo modo di pensare e i primi a farlo dobbiamo essere noi".
ansa
L'argentino, tornato in pianta stabile tra i titolari con l'arrivo in panchina di Andreazzoli, si è detto convinto che la stagione può ancora riservare della soddisfazioni alla squadra giallorossa: "Al di là di schemi, moduli, allenatori, siamo noi che adesso dobbiamo dare di più. Mancano due, tre mesi possiamo andare in finale di Coppa Italia, che non sarebbe male, e possiamo finire in alto. Andreazzoli? Stiamo scoprendo un grandissimo allenatore, lo conoscevo, sapevo come preparava alla grande le partite, la sua intelligenza, ma sta facendo un gran lavoro". Burdisso si è quindi soffermato sul lavoro svolto da Zeman, esonerato dopo il ko interno col Cagliari: "Ha insegnato a tutti, e quando si va male non bisogna guardare ad uno solo. E' sbagliato. Io per primo, ho cercato di fare bene ma spesso non ci sono riuscito - ha spiegato a Sky Sport24 - Tutto il gruppo non è stato all'altezza in questa stagione, dobbiamo guardare indietro per vedere bene dove abbiamo sbagliato di più, ma anche avanti perché ancora possiamo finire bene la stagione".
"Questo è un gruppo serio. Abbiamo provato a mettere in campo quello che ci chiedeva mister Zeman - ha poi aggiunto Burdisso - Non è andata bene, ma non si può dire che non ci abbiamo provato con tutte le nostre forze. Le partite che abbiamo perso le abbiamo perse a viso aperto, giocando in maniera propositiva come ci chiedeva il mister. Poi viene fuori questa che è la solita vecchia storia: quando le cose vanno male, la colpa è di questo o di quello, o dell'impegno". Burdisso ha infine ammesso come il successo sulla Juventus debba rappresntare un nuovo punto di partenza: "Adesso abbiamo vinto una partita con la Juve, un'unica partita e mi si chiede se è una grande Roma. Non è ancora una grande Roma. Lo dobbiamo dimostrare adesso se lo siamo. Dobbiamo cambiare questo modo di pensare e i primi a farlo dobbiamo essere noi".
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