Elefante
L'elefante africano ha rischiato l'estinzione, sia per la caccia di cui è stata vittima nel secolo scorso e all'inizio di questo, per il commercio dell'avorio delle sue zanne, sia per i notevoli cambiamenti operati dall'uomo nel suo habitat. Ora vive prevalentemente nei grandi parchi nazionali, studiato dagli zoologi e protetto dai guardiani. Purtroppo questo non è sufficiente a impedirne la decimazione da parte dei bracconieri che riescono ad abbatterne dei capi di nascosto. La situazione è diversa per l'elefante asiatico, che non è mai stato in pericolo, in quanto utilizzato da secoli come animale da lavoro.
Al pasto - Come la giraffa, anche l'elefante preferisce a volte mangiare le foglie degli alberi, che riesce a staccare dai rami alti con la proboscide; può capitare che, per raggiungere il cibo, abbatta interi alberi.
I piccoli di elefante possono essere preda di leoni; in questo caso la madre interviene mettendo in fuga l'aggressore.
Zanne e proboscide - Sono due formidabili strumenti per la sopravvivenza dell'elefante: con le zanne si difende dai predatori e le usa nei periodi di siccità per scavare il terreno alla ricerca d'acqua, mentre con la proboscide, mobilissima, stacca il fogliame di cui si nutre o aspira l'acqua che poi manda in bocca. L'elefante ama l'acqua; appena può si immerge per rinfrescarsi ed è anche un abile nuotatore.
All'ombra - L'elefante sta volentieri all'ombra, poiché la sua grande mole non gli facilita la dispersione del calore del corpo; a tale scopo servono le sue grandi orecchie, che sventola ritmicamente per raffreddarle
Come i bambini prendono per mano la loro mamma, così gli elefantini si fanno guidare afferrando con la proboscide la coda della madre.
Altre docce - Dopo aver fatto un bagno nel fiume, oppure una doccia spruzzandosi l'acqua addosso con la proboscide, spesso l'elefante si fa un'altra doccia con la polvere. Si difende così dai parassiti, dai quali lo ripuliscono anche alcuni uccelli che hanno l'abitudine di stare appollaiati sulla sua groppa.
L'esemplare più grande mai trovato era un maschio di 12000 kg di peso, con un'altezza alla spalla di 4,2 metri.
Foto
Fonte mia
L'elefante africano ha rischiato l'estinzione, sia per la caccia di cui è stata vittima nel secolo scorso e all'inizio di questo, per il commercio dell'avorio delle sue zanne, sia per i notevoli cambiamenti operati dall'uomo nel suo habitat. Ora vive prevalentemente nei grandi parchi nazionali, studiato dagli zoologi e protetto dai guardiani. Purtroppo questo non è sufficiente a impedirne la decimazione da parte dei bracconieri che riescono ad abbatterne dei capi di nascosto. La situazione è diversa per l'elefante asiatico, che non è mai stato in pericolo, in quanto utilizzato da secoli come animale da lavoro.
Al pasto - Come la giraffa, anche l'elefante preferisce a volte mangiare le foglie degli alberi, che riesce a staccare dai rami alti con la proboscide; può capitare che, per raggiungere il cibo, abbatta interi alberi.
I piccoli di elefante possono essere preda di leoni; in questo caso la madre interviene mettendo in fuga l'aggressore.
Zanne e proboscide - Sono due formidabili strumenti per la sopravvivenza dell'elefante: con le zanne si difende dai predatori e le usa nei periodi di siccità per scavare il terreno alla ricerca d'acqua, mentre con la proboscide, mobilissima, stacca il fogliame di cui si nutre o aspira l'acqua che poi manda in bocca. L'elefante ama l'acqua; appena può si immerge per rinfrescarsi ed è anche un abile nuotatore.
All'ombra - L'elefante sta volentieri all'ombra, poiché la sua grande mole non gli facilita la dispersione del calore del corpo; a tale scopo servono le sue grandi orecchie, che sventola ritmicamente per raffreddarle
Come i bambini prendono per mano la loro mamma, così gli elefantini si fanno guidare afferrando con la proboscide la coda della madre.
Altre docce - Dopo aver fatto un bagno nel fiume, oppure una doccia spruzzandosi l'acqua addosso con la proboscide, spesso l'elefante si fa un'altra doccia con la polvere. Si difende così dai parassiti, dai quali lo ripuliscono anche alcuni uccelli che hanno l'abitudine di stare appollaiati sulla sua groppa.
L'esemplare più grande mai trovato era un maschio di 12000 kg di peso, con un'altezza alla spalla di 4,2 metri.
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