Oggi volevo trattare con voi l'argomento scientifico dell'evoluzione... Partiamo dal principio definendo due concetti:
Evoluzionismo:In biologia, con il termine evoluzione, si intende il progressivo ed ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti negli organismi viventi.
Anti-Evoluzionismo:Con il termine "antievoluzionismo" si fa riferimento a tutte quelle critiche ed ipotesi alternative sollevate nei confronti della teoria dell'evoluzione biologica, secondo le quali la teoria manca di fondamento logico, testabilità scientifica o sufficienti prove.
Una volta definito questo partiamo da Aristotele, con la sua fantastica Scala Naturae
Considerare tutti i viventi come un continuum in cui le qualità dell’anima sfumano le une nelle altre. È l’idea della Scala Naturae Inevitabile tendenza alla perfezione da parte della natura nel suo complesso. L’idea della Scala Naturae ebbe particolare diffusione fino alla seconda metà del XVIII secolo, quando il concetto di evoluzione biologica era ancora.
Immagine:
Passiamo Ora al Mitico Linneo
Linneo fu il primo scienziato anti-evoluzionista che introdusse la nomenclatura binomia.
Essa consiste nell'accostare a ogni specie animale o vegetale un nome generico( riferito a tutti i simili) e uno specifico( riferito solo a quella specie)
Facciamo un esempio per capire meglio:
Questo animale è logicamente un asino, utilizzando il nome della nomenclatura binomia abbiamo invece questo nome
Equus( Equino, nome generico) asinus( asino, nome specifico)
In questo modo risultava ovvia la distinzione tra tutte le specie.
Analizziamo adesso la teoria di Lamarck:
La teoria di Lamarck afferma che:
L'uso sviluppa e fortifica un organo, il disuso lo atrofizza.
Le modificazioni dei caratteri morfologici e fisiologici, acquisite nel corso dell'esistenza a seguito dell'uso e del disuso, vengono trasmesse alla discendenza (Ereditarietà dei caratteri acquisiti). Le modificazioni degli organi sono determinate dalla pressione esercitata dai fluidi corporei che si accumulano nelle parti sollecitate da un maggiore uso. La sollecitazione è direttamente determinata dalle modificazioni che avvengono nell'ambiente naturale, e producono pertanto delle variazioni che sono sempre adattative.
Adesso parliamo finalmente del nostro Darwin:
Charles Darwin nacque nel 1809 in Inghilterra; iniziò gli studi di medicina e poi di teologia, ma la sua vera passione erano le scienze naturali.
Ecco alcune osservazioni nate dal suo viaggio alle Galapagos:
•Le osservazioni che Darwin fece durante il suo viaggio sul Beagle lo aiutarono a elaborare la sua teoria sull’evoluzione.
• Quando fece ritorno in Gran Bretagna, scrisse un saggio in cui descriveva i principi della sua teoria dell’evoluzione, parlando di discendenza con modificazioni.
• Darwin si rese conto dell’unità tra le specie, secondo cui tutti i viventi sono correlati tra loro attraverso un comune progenitore di qualche specie sconosciuta, vissuto in epoca remota
Arriviamo quindi per ultimo ma non meno importante al Darwinismo:
1-Ad ogni generazione nasce un numero di individui enormemente superiore a quello che le risorse naturali sono in grado di sostenere. La maggior parte di questi individui è perciò destinato a perire senza raggiungere l'età riproduttiva.
2-All'interno di ciascuna popolazione gli individui manifestano un grado più o meno elevato di variabilità nella maggior parte dei caratteri morfologici, fisiologici e comportamentali. Questa variabilità è puramente casuale, cioè non finalizzata ad un migliore rendimento del carattere stesso o dell'individuo che lo possiede ed è, almeno in parte, trasmissibile alla discendenza.
3-Ad ogni generazione, tra gli individui di una stessa specie si determina inevitabilmente una competizione per le limitate risorse. Gli individui portatori di quegli aspetti dei caratteri morfologici, fisiologici e comportamentali che meglio rispondono alle esigenze dell'ambiente avranno una probabilità più elevata di giungere all'età riproduttiva e pertanto di trasmettere alla propria discendenza le medesime caratteristiche (selezione naturale).
4-I tratti che offrono maggiori probabilità di sopravvivenza tenderanno quindi a diffondersi, generazione dopo generazione, a danno delle forme meno vantaggiose
Voi cosa ne pensate???
Evoluzionismo:In biologia, con il termine evoluzione, si intende il progressivo ed ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti negli organismi viventi.
Anti-Evoluzionismo:Con il termine "antievoluzionismo" si fa riferimento a tutte quelle critiche ed ipotesi alternative sollevate nei confronti della teoria dell'evoluzione biologica, secondo le quali la teoria manca di fondamento logico, testabilità scientifica o sufficienti prove.
Una volta definito questo partiamo da Aristotele, con la sua fantastica Scala Naturae
Considerare tutti i viventi come un continuum in cui le qualità dell’anima sfumano le une nelle altre. È l’idea della Scala Naturae Inevitabile tendenza alla perfezione da parte della natura nel suo complesso. L’idea della Scala Naturae ebbe particolare diffusione fino alla seconda metà del XVIII secolo, quando il concetto di evoluzione biologica era ancora.
Immagine:
Passiamo Ora al Mitico Linneo
Linneo fu il primo scienziato anti-evoluzionista che introdusse la nomenclatura binomia.
Essa consiste nell'accostare a ogni specie animale o vegetale un nome generico( riferito a tutti i simili) e uno specifico( riferito solo a quella specie)
Facciamo un esempio per capire meglio:
Questo animale è logicamente un asino, utilizzando il nome della nomenclatura binomia abbiamo invece questo nome
Equus( Equino, nome generico) asinus( asino, nome specifico)
In questo modo risultava ovvia la distinzione tra tutte le specie.
Analizziamo adesso la teoria di Lamarck:
La teoria di Lamarck afferma che:
L'uso sviluppa e fortifica un organo, il disuso lo atrofizza.
Le modificazioni dei caratteri morfologici e fisiologici, acquisite nel corso dell'esistenza a seguito dell'uso e del disuso, vengono trasmesse alla discendenza (Ereditarietà dei caratteri acquisiti). Le modificazioni degli organi sono determinate dalla pressione esercitata dai fluidi corporei che si accumulano nelle parti sollecitate da un maggiore uso. La sollecitazione è direttamente determinata dalle modificazioni che avvengono nell'ambiente naturale, e producono pertanto delle variazioni che sono sempre adattative.
Adesso parliamo finalmente del nostro Darwin:
Charles Darwin nacque nel 1809 in Inghilterra; iniziò gli studi di medicina e poi di teologia, ma la sua vera passione erano le scienze naturali.
Ecco alcune osservazioni nate dal suo viaggio alle Galapagos:
•Le osservazioni che Darwin fece durante il suo viaggio sul Beagle lo aiutarono a elaborare la sua teoria sull’evoluzione.
• Quando fece ritorno in Gran Bretagna, scrisse un saggio in cui descriveva i principi della sua teoria dell’evoluzione, parlando di discendenza con modificazioni.
• Darwin si rese conto dell’unità tra le specie, secondo cui tutti i viventi sono correlati tra loro attraverso un comune progenitore di qualche specie sconosciuta, vissuto in epoca remota
Arriviamo quindi per ultimo ma non meno importante al Darwinismo:
1-Ad ogni generazione nasce un numero di individui enormemente superiore a quello che le risorse naturali sono in grado di sostenere. La maggior parte di questi individui è perciò destinato a perire senza raggiungere l'età riproduttiva.
2-All'interno di ciascuna popolazione gli individui manifestano un grado più o meno elevato di variabilità nella maggior parte dei caratteri morfologici, fisiologici e comportamentali. Questa variabilità è puramente casuale, cioè non finalizzata ad un migliore rendimento del carattere stesso o dell'individuo che lo possiede ed è, almeno in parte, trasmissibile alla discendenza.
3-Ad ogni generazione, tra gli individui di una stessa specie si determina inevitabilmente una competizione per le limitate risorse. Gli individui portatori di quegli aspetti dei caratteri morfologici, fisiologici e comportamentali che meglio rispondono alle esigenze dell'ambiente avranno una probabilità più elevata di giungere all'età riproduttiva e pertanto di trasmettere alla propria discendenza le medesime caratteristiche (selezione naturale).
4-I tratti che offrono maggiori probabilità di sopravvivenza tenderanno quindi a diffondersi, generazione dopo generazione, a danno delle forme meno vantaggiose
Voi cosa ne pensate???