Federica, negativo il narco-test: Ancora mistero sulla morte della 16enne

Rapinder

Utente Esperto
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19 Settembre 2011
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ROMA - Federica Mangiapelo non era drogata quando morì, la notte di Halloween, in riva al lago di Bracciano. E’ quanto emerge dagli esami tossicologici effettuati sul cadavere della 16enne, per la cui morte, com’è noto, è stato iscritto nel registro degli indagati, inizialmente per omicidio volontario e poi per il reato di morte in conseguenza di altro delitto, il fidanzato 23enne di Federica, Marco Di Muro, che trascorse con lei gran parte della serata ed è stato ritenuto poco credibile dagli inquirenti quando ha detto di aver lasciato Federica sotto casa della madre intorno alle due di notte, cioè circa due prima della tragedia e a sette chilometri di distanza da dove è stato ritrovato il cadavere, senza alcun segno di violenza.
Di Muro, dunque, anche lui negativo al narco-test, non potrà essere più neppure sospettato di aver ceduto alla ragazza sostanze stupefacenti, anche se gli investigatori sono convinti che il ragazzo non abbia detto tutta la verità su quanto accadde quella sera maledetta fin quando lui e la 16enne sono stati insieme.
Federica aveva sofferto anni prima di crisi epilettiche ma non prendeva alcuna medicina e forse proprio qui potrebbe stare la chiave del mistero: Marco e Federica quella notte avevano litigato e il ragazzo potrebbe averla lasciata sola per strada, Federica potrebbe aver accettato il passaggio da qualcuno, quindi essersi spaventata e sentita male: un attacco di panico, forse o una crisi epilettica, a seguito della quale sarebbe morta, soffocata, come può accadere a chi soffre di tale patologia quando le crisi sono molto forti e non c’è nessuno accanto al malato in grado di intervenire con una manovra meccanica per impedire il soffocamento.
Se ciò fosse accaduto quando la ragazza si trovava da sola - fatto confermato da almeno una testimonianza - a Marco Di Muro non potrebbe essere contestato alcun reato. Diversamente sarebbe se il ragazzo avesse abbandonato l’adolescente in piena crisi, senza intervenire in suo soccorso. Le indagini fanno ritenere ai carabinieri che la prima ipotesi sia quella più probabile e ora si attende una conferma ufficiale da parte della procura di Civitavecchia per scrivere la fine a quello che appare sempre più un “giallo mediatico”.

Leggo.it