- 20 Novembre 2011
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Cinque arresti, tra cui l'ex assessore regionale Antonio Simone e il mediatore Piero Daccò, già in carcere..
MILANO - Otto volte i fondi neri accertati finora come usciti dal San Raffaele tramite il mediatore Piero Daccò: cinque nuovi arresti spostano l'asse dell'inchiesta della Procura di Milano su un altro colosso della sanità, la Fondazione Maugeri, base a Pavia ma articolazioni in tutta Italia. Sono almeno 56 i milioni di euro per i quali il gip Vincenzo Tutinelli ha ordinato l'arresto, per associazione a delinquere, non solo di Daccò (già in carcere dal 15 novembre scorso) ma anche di Antonio Simone (ex assessore regionale Dc alla Sanità in Lombardia e figura di spicco in Comunione e liberazione), del dirigente della Fondazione Maugieri Costantino Passerino, del suo consulente Gianfranco Mozzali e del commercialista milanese Claudio Massimo. Indagato anche il patron della Fondazione, Umberto Maugieri: formalmente irreperibile, si trova probabilmente all'estero.
Sulla base delle ricostruzioni contabili operate dalle sezione di polizia giudiziaria della Procura tra i conti di Madeira, Malta, Lussemburgo, Svizzera, Austria e Stati Uniti, i pm Laura Pedio, Antonio Pastore, Luigi Orsi e Gaetano Ruta contestano a tutti gli arrestati l'associazione a delinquere, a Simone anche il riciclaggio, a Daccò l'appropriazione indebilta e l'intestazione fittizia di beni.
Per il primo filone dell'inchiesta, quello nato dal suicidio del vicepresidente del San Raffaele Mario Cal - e relativo appunto a sette milioni di fondi neri affidati in contanti a Daccò - è invece già stata fissata l'udienza preliminare per l'eventuale rinvio a giudizio: si terrà il 26 aprile e vedrà la giudice Cristina Mannocci valutare le posizioni di Daccò, dell'ex direttore amministrativo del San Raffaele Mario Valsecchi, dei costruttori Pierino e Gianluca Zammarchi, con il loro socio Andrea Bezziccheri, l'altro grosso fornitore Fernando Lora e il suo responsabile finanziario Carlo Freschi.
Fonte consultata: corrieredellasera.it
MILANO - Otto volte i fondi neri accertati finora come usciti dal San Raffaele tramite il mediatore Piero Daccò: cinque nuovi arresti spostano l'asse dell'inchiesta della Procura di Milano su un altro colosso della sanità, la Fondazione Maugeri, base a Pavia ma articolazioni in tutta Italia. Sono almeno 56 i milioni di euro per i quali il gip Vincenzo Tutinelli ha ordinato l'arresto, per associazione a delinquere, non solo di Daccò (già in carcere dal 15 novembre scorso) ma anche di Antonio Simone (ex assessore regionale Dc alla Sanità in Lombardia e figura di spicco in Comunione e liberazione), del dirigente della Fondazione Maugieri Costantino Passerino, del suo consulente Gianfranco Mozzali e del commercialista milanese Claudio Massimo. Indagato anche il patron della Fondazione, Umberto Maugieri: formalmente irreperibile, si trova probabilmente all'estero.
Sulla base delle ricostruzioni contabili operate dalle sezione di polizia giudiziaria della Procura tra i conti di Madeira, Malta, Lussemburgo, Svizzera, Austria e Stati Uniti, i pm Laura Pedio, Antonio Pastore, Luigi Orsi e Gaetano Ruta contestano a tutti gli arrestati l'associazione a delinquere, a Simone anche il riciclaggio, a Daccò l'appropriazione indebilta e l'intestazione fittizia di beni.
Per il primo filone dell'inchiesta, quello nato dal suicidio del vicepresidente del San Raffaele Mario Cal - e relativo appunto a sette milioni di fondi neri affidati in contanti a Daccò - è invece già stata fissata l'udienza preliminare per l'eventuale rinvio a giudizio: si terrà il 26 aprile e vedrà la giudice Cristina Mannocci valutare le posizioni di Daccò, dell'ex direttore amministrativo del San Raffaele Mario Valsecchi, dei costruttori Pierino e Gianluca Zammarchi, con il loro socio Andrea Bezziccheri, l'altro grosso fornitore Fernando Lora e il suo responsabile finanziario Carlo Freschi.
Fonte consultata: corrieredellasera.it