Ieri 09/05/2011 : Raid su Tripoli. Obiettivi: il bunker del Colonnello, un'agenzia di intelligence e un edificio governativo.
"Non abbiamo nessuna prova su cosa Gheddafi stia facendo e non ci interessa realmente". Lo ha detto in un briefing da Napoli il generale Claudio Gabellini, coinvolto nella pianificazione delle operazioni della Nato in Libia, rispondendo alla domanda se l'Alleanza sappia se il colonnello è vivo o è morto. "Il nostro mandato è quello di proteggere la popolazione civile. La Nato non colpisce individui - ha insistito il generale Gabellini in un briefing a Napoli ritrasmesso a Bruxelles - ma centri di comando e controllo perché vogliamo che Gheddafi smetta di dare ordini di attaccare i civili. Non siamo interessati alla vita di Gheddafi". Il generale ha poi ricordato che "la missione continuerà fino a quando saranno stati raggiunti i tre obiettivi" che l'Alleanza si è posta, fine degli attacchi contro i civili, ritiro delle forze nelle caserme ed accesso agli aiuti umanitari, e "prima avverrà meglio sarà per la popolazione". "Ogni giorno che passa e ogni raid che conduciamo fa la differenza", ha infine sottolineato.
PROSEGUE L'OFFENSIVA : Violenti bombardamenti aerei hanno scosso questa notte Tripoli e missili Nato hanno colpito la base del leader libico Muammar Gheddafi. Diversi aerei hanno lanciato otto offensive in circa tre ore, in un attacco insolitamente violento contro la capitale libica. Secondo funzionari libici, almeno quattro bambini sarebbero rimasti feriti, di cui due in modo grave. Intanto, da New York il responsabile delle operazioni umanitarie Onu, Valerie Amos, ha precisato che sono circa 750.000 i libici fuggiti dal Paese dall'inizio del conflitto.
ASSALTO A GHEDDAFI : Quattro esplosioni hanno scosso Tripoli dopo le 2 locali, seguite poco dopo da altre due deflagrazioni. Secondo testimoni, tra gli obiettivi colpiti ci sarebbero il compound di Gheddafi, un'agenzia di intelligence e un edificio già bombardato il 30 aprile scorso, sede dell'alta commissione per l'infanzia, stando a quanto riferito da una fonte ufficiale libica. Nella tarda serata di ieri, invece, altri testimoni avevano riferito di due esplosioni contro la televisione di stato e l'agenzia ufficiale Jana. Durante la notte a Tripoli hanno poi risuonato sirene e sporadici colpi di fucili d'assalto e armi pesanti, mentre gli aerei continuavano a sorvolare la città. Nei raid aerei compiuti nella notte dai caccia della Nato su Tripoli sarebbero stato colpiti anche obiettivi civili. Lo sostiene la tv di stato libica, secondo la quale sarebbero stati colpiti edifici pubblici nel centro della città, dove si svolgono servizi per la popolazione civile. L'emittente di Tripoli non parla però di morti o feriti provocati dall'attacco.
"LA PARTITA È FINITA" : I violenti bombardamenti sono stati lanciati all'indomani della dichiarazione del Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, secondo cui per Gheddafi "la partita è finita". Il leader libico "dovrebbe comprendere rapidamente e non troppo tardi che non c'è futuro per lui o per il suo regime", ha detto il numero uno dell'Alleanza Atlantica, che da fine marzo guida le operazioni militari della coalizione internazionale. Il 1 maggio scorso, il figlio di Gheddafi, Saif al Arab, e tre suoi nipoti sono rimasti uccisi in un attacco della Nato a Tripoli.
RIVOLTA ARMATA : Una rivolta popolare contro le forze fedeli al regime sarebbe in corso alla periferia di Tripoli: lo ha riferito sul proprio sito on-line il quotidiano libico di opposizione "Brnieq", secondo cui gli insorti sarebbero muniti di armi leggere fornite loro da elementi dei servizi di sicurezza che avrebbero disertato. L'indiscrezione, smentita seccamente da fonti governative, non ha finora trovato riscontri indipendenti: giornalisti presenti in zona hanno riferito dal canto loro di non aver udito rumore di spari. Frattanto da Zintan, 160 chilometri più a sud-ovest, i ribelli hanno confermato gli avvenuti bombardamenti aerei della Nato su depositi di armi dei lealisti, sparsi a una trentina di chilometri dalla città: si tratta di una rete di silos e magazzini sotterranei, in tutto 72, dalle pareti in cemento rinforzato. Non si sa quanti tra essi siano andati distrutti, ma a detta dei rivoltosi "ogni volta in cui un velivolo colpiva, si sentivano esplosioni multiple". Raid sarebbero stati condotti inoltre sulle località di Tamina e Chantine, a est di Misurata, così da alleggerire l'assedio da cui l'ultima importante roccaforte degli oppositori in Tripolitania è cinta da diverse settimane.
DISTRUGGERE L'APPARATO MILITARE : I pesanti bombardamenti su Tripoli avvenuti nella notte non sono segno di un'escalation della Nato contro il regime di Muammar Gheddafi, bensì della volontà di distruggere l'apparato militare del colonnello. Lo ha detto oggi una portavoce dell'Alleanza atlantica. "Continuiamo ad applicare la stessa strategia: ridurre il più possibile la capacità del regime di Gheddafi di colpire i civili", ha dichiarato la portavoce, Carmen Romero. La Nato, che finora ha condotto oltre 2000 attacchi in due mesi, "continuerà ad attaccare i centri di comando e controllo libici come pure tutte le strutture suscettibili di essere usate dall'esercito gheddafista", ha aggiunto Romero. I bombardamenti della notte sono stati di una intensità e violenza insolite, ma la portavoce ha respinto l'ipotesi che la Nato - per evitare uno stallo delle operazioni - miri ormai al cuore del regime senza temere di uccidere i responsabili del regime. "Non abbiamo come obiettivi individui particolari", ha detto la portavoce, "siamo già riusciti impedire al regime di ammassare truppe e armi per lanciare un'offensiva su larga scala". Quanto alla situazione nella città di Misurata, assediata e bombardata da oltre due mesi dall'esercito di Tripoli nonostante l'intervento della Nato, la portavoce ha insistito che l'Alleanza è "fermamente decisa e fare tutto il possibile per proteggere" gli abitanti. Tuttavia, ha aggiunto, "prendiamo tutte le precauzioni per evitare danni collaterali", il gergo militare con cui si indicano le morti di civili.
Che sarà questa la fine della guerra in Libia? :shock:
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"Non abbiamo nessuna prova su cosa Gheddafi stia facendo e non ci interessa realmente". Lo ha detto in un briefing da Napoli il generale Claudio Gabellini, coinvolto nella pianificazione delle operazioni della Nato in Libia, rispondendo alla domanda se l'Alleanza sappia se il colonnello è vivo o è morto. "Il nostro mandato è quello di proteggere la popolazione civile. La Nato non colpisce individui - ha insistito il generale Gabellini in un briefing a Napoli ritrasmesso a Bruxelles - ma centri di comando e controllo perché vogliamo che Gheddafi smetta di dare ordini di attaccare i civili. Non siamo interessati alla vita di Gheddafi". Il generale ha poi ricordato che "la missione continuerà fino a quando saranno stati raggiunti i tre obiettivi" che l'Alleanza si è posta, fine degli attacchi contro i civili, ritiro delle forze nelle caserme ed accesso agli aiuti umanitari, e "prima avverrà meglio sarà per la popolazione". "Ogni giorno che passa e ogni raid che conduciamo fa la differenza", ha infine sottolineato.
PROSEGUE L'OFFENSIVA : Violenti bombardamenti aerei hanno scosso questa notte Tripoli e missili Nato hanno colpito la base del leader libico Muammar Gheddafi. Diversi aerei hanno lanciato otto offensive in circa tre ore, in un attacco insolitamente violento contro la capitale libica. Secondo funzionari libici, almeno quattro bambini sarebbero rimasti feriti, di cui due in modo grave. Intanto, da New York il responsabile delle operazioni umanitarie Onu, Valerie Amos, ha precisato che sono circa 750.000 i libici fuggiti dal Paese dall'inizio del conflitto.
ASSALTO A GHEDDAFI : Quattro esplosioni hanno scosso Tripoli dopo le 2 locali, seguite poco dopo da altre due deflagrazioni. Secondo testimoni, tra gli obiettivi colpiti ci sarebbero il compound di Gheddafi, un'agenzia di intelligence e un edificio già bombardato il 30 aprile scorso, sede dell'alta commissione per l'infanzia, stando a quanto riferito da una fonte ufficiale libica. Nella tarda serata di ieri, invece, altri testimoni avevano riferito di due esplosioni contro la televisione di stato e l'agenzia ufficiale Jana. Durante la notte a Tripoli hanno poi risuonato sirene e sporadici colpi di fucili d'assalto e armi pesanti, mentre gli aerei continuavano a sorvolare la città. Nei raid aerei compiuti nella notte dai caccia della Nato su Tripoli sarebbero stato colpiti anche obiettivi civili. Lo sostiene la tv di stato libica, secondo la quale sarebbero stati colpiti edifici pubblici nel centro della città, dove si svolgono servizi per la popolazione civile. L'emittente di Tripoli non parla però di morti o feriti provocati dall'attacco.
"LA PARTITA È FINITA" : I violenti bombardamenti sono stati lanciati all'indomani della dichiarazione del Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, secondo cui per Gheddafi "la partita è finita". Il leader libico "dovrebbe comprendere rapidamente e non troppo tardi che non c'è futuro per lui o per il suo regime", ha detto il numero uno dell'Alleanza Atlantica, che da fine marzo guida le operazioni militari della coalizione internazionale. Il 1 maggio scorso, il figlio di Gheddafi, Saif al Arab, e tre suoi nipoti sono rimasti uccisi in un attacco della Nato a Tripoli.
RIVOLTA ARMATA : Una rivolta popolare contro le forze fedeli al regime sarebbe in corso alla periferia di Tripoli: lo ha riferito sul proprio sito on-line il quotidiano libico di opposizione "Brnieq", secondo cui gli insorti sarebbero muniti di armi leggere fornite loro da elementi dei servizi di sicurezza che avrebbero disertato. L'indiscrezione, smentita seccamente da fonti governative, non ha finora trovato riscontri indipendenti: giornalisti presenti in zona hanno riferito dal canto loro di non aver udito rumore di spari. Frattanto da Zintan, 160 chilometri più a sud-ovest, i ribelli hanno confermato gli avvenuti bombardamenti aerei della Nato su depositi di armi dei lealisti, sparsi a una trentina di chilometri dalla città: si tratta di una rete di silos e magazzini sotterranei, in tutto 72, dalle pareti in cemento rinforzato. Non si sa quanti tra essi siano andati distrutti, ma a detta dei rivoltosi "ogni volta in cui un velivolo colpiva, si sentivano esplosioni multiple". Raid sarebbero stati condotti inoltre sulle località di Tamina e Chantine, a est di Misurata, così da alleggerire l'assedio da cui l'ultima importante roccaforte degli oppositori in Tripolitania è cinta da diverse settimane.
DISTRUGGERE L'APPARATO MILITARE : I pesanti bombardamenti su Tripoli avvenuti nella notte non sono segno di un'escalation della Nato contro il regime di Muammar Gheddafi, bensì della volontà di distruggere l'apparato militare del colonnello. Lo ha detto oggi una portavoce dell'Alleanza atlantica. "Continuiamo ad applicare la stessa strategia: ridurre il più possibile la capacità del regime di Gheddafi di colpire i civili", ha dichiarato la portavoce, Carmen Romero. La Nato, che finora ha condotto oltre 2000 attacchi in due mesi, "continuerà ad attaccare i centri di comando e controllo libici come pure tutte le strutture suscettibili di essere usate dall'esercito gheddafista", ha aggiunto Romero. I bombardamenti della notte sono stati di una intensità e violenza insolite, ma la portavoce ha respinto l'ipotesi che la Nato - per evitare uno stallo delle operazioni - miri ormai al cuore del regime senza temere di uccidere i responsabili del regime. "Non abbiamo come obiettivi individui particolari", ha detto la portavoce, "siamo già riusciti impedire al regime di ammassare truppe e armi per lanciare un'offensiva su larga scala". Quanto alla situazione nella città di Misurata, assediata e bombardata da oltre due mesi dall'esercito di Tripoli nonostante l'intervento della Nato, la portavoce ha insistito che l'Alleanza è "fermamente decisa e fare tutto il possibile per proteggere" gli abitanti. Tuttavia, ha aggiunto, "prendiamo tutte le precauzioni per evitare danni collaterali", il gergo militare con cui si indicano le morti di civili.
Che sarà questa la fine della guerra in Libia? :shock:
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