Il procuratore nazionale antimafia
in aspettativa per motivi elettorali.
Letta: primo segnale contro i boss.
E anche l’ex pm dell’antiterrorismo scende in campo con Montezemolo
Dalla magistratura alla politica: nell’Italia che corre alle elezioni, il salto è breve. Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ha fatto richiesta al Csm di un’aspettativa per motivi elettorali. Il magistrato correrà con il Pd e domani la decisione del procuratore nazionale antimafia sarà formalizzata nel corso di una conferenza stampa.
Prima di Grasso era toccato a Ingroia, ma il passaggio dai tribunali al Parlamento non si ferma. Anche l’ex pm antiterrorismo Stefano Dambruoso ha deciso di scendere in politica presentando al Csm domanda di aspettativa. Dambruoso è fuori ruolo e a ottobre ha firmato il manifesto di Italiafutura di Luca Cordero di Montezemolo ricevendo apprezzamento dal candidato alla presidenza della Regione Lombardia Gabriele Albertini che corre per la lista “montezemolina”. Di Italiafutura, Dambruoso è il responsabile del settore giustizia.
Ma a tenere banco è la richiesta avanzata da Grasso, che sarà esaminata dalla quarta commissione dell’organo di autogoverno della magistratura a partire dal 7 gennaio. Poi ci sarà la trasmissione al plenum, forse già per mercoledì 9 gennaio, per la ratifica. Il via libera a Grasso è scontato trattandosi solo di una formalizzazione dell’accoglimento della domanda. Pochi giorni fa il plenum del Csm aveva dato il via libera all’analoga richiesta avanzata dall’ex pm di Palermo, Antonio Ingroia, ora in Guatemala per un incarico all’Onu. «Un atto dovuto», aveva commentato Michele Vietti, vicepresidente di Palazzo dei Marescialli.
Grasso correrà nelle file del Pd, probabilmente nel Lazio. La conferma è arrivata da Bersani: «Domani alle 11,30 a Roma, nella sede nazionale Pd, interverrò ad una conferenza stampa con il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso», ha scritto su Twitter il segretario del Pd. La discesa in campo di Grasso non arriva del tutto inaspettata. «Io in politica? Mai dire mai...», rispondeva il procuratore nazionale antimafia i primi giorni del gennaio di quest’anno interpellato a margine della commemorazione di Piersanti Mattarella a Palermo. In quell’occasione Grasso aveva però negato un suo impegno in un partito: «Non guardo a un’eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito “una lista civica nazionale”», aveva poi detto ancora il magistrato che adesso, invece, ha cambiato idea.
Le reazioni non tardano. «Quello di Grasso primo segnale di impegno durissimo del Pd contro le mafie. Altri ne verranno». commenta su Twitter Enrico Letta. Ichino, in uscita dal Pd, non risparmia critiche: «Sulla persona di Grasso non posso che dire bene, sulla regola che consente un passaggio così rapido dalla magistratura alla carica parlamentare, secondo me sarebbe opportuno stabilire una nuova regola per prevedere un intervallo che separi nettamente le due funzioni. È una questione di sostanza, altrimenti viene meno la separazione tra l’esercizio delle due funzioni». Critiche si levano anche dal Pdl: «I magistrati che scelgono di candidarsi alle elezioni non vadano in aspettativa ma si dimettano», chiede in una nota il portavoce Daniele Capezzone. «Pieno rispetto per i magistrati, sia chiaro, ma per ognuno di loro indipendenza dovrebbe significare anche indipendenza dalla politica», dice il presidente della commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini (Pdl),
lastampa
in aspettativa per motivi elettorali.
Letta: primo segnale contro i boss.
E anche l’ex pm dell’antiterrorismo scende in campo con Montezemolo
Dalla magistratura alla politica: nell’Italia che corre alle elezioni, il salto è breve. Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ha fatto richiesta al Csm di un’aspettativa per motivi elettorali. Il magistrato correrà con il Pd e domani la decisione del procuratore nazionale antimafia sarà formalizzata nel corso di una conferenza stampa.
Prima di Grasso era toccato a Ingroia, ma il passaggio dai tribunali al Parlamento non si ferma. Anche l’ex pm antiterrorismo Stefano Dambruoso ha deciso di scendere in politica presentando al Csm domanda di aspettativa. Dambruoso è fuori ruolo e a ottobre ha firmato il manifesto di Italiafutura di Luca Cordero di Montezemolo ricevendo apprezzamento dal candidato alla presidenza della Regione Lombardia Gabriele Albertini che corre per la lista “montezemolina”. Di Italiafutura, Dambruoso è il responsabile del settore giustizia.
Ma a tenere banco è la richiesta avanzata da Grasso, che sarà esaminata dalla quarta commissione dell’organo di autogoverno della magistratura a partire dal 7 gennaio. Poi ci sarà la trasmissione al plenum, forse già per mercoledì 9 gennaio, per la ratifica. Il via libera a Grasso è scontato trattandosi solo di una formalizzazione dell’accoglimento della domanda. Pochi giorni fa il plenum del Csm aveva dato il via libera all’analoga richiesta avanzata dall’ex pm di Palermo, Antonio Ingroia, ora in Guatemala per un incarico all’Onu. «Un atto dovuto», aveva commentato Michele Vietti, vicepresidente di Palazzo dei Marescialli.
Grasso correrà nelle file del Pd, probabilmente nel Lazio. La conferma è arrivata da Bersani: «Domani alle 11,30 a Roma, nella sede nazionale Pd, interverrò ad una conferenza stampa con il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso», ha scritto su Twitter il segretario del Pd. La discesa in campo di Grasso non arriva del tutto inaspettata. «Io in politica? Mai dire mai...», rispondeva il procuratore nazionale antimafia i primi giorni del gennaio di quest’anno interpellato a margine della commemorazione di Piersanti Mattarella a Palermo. In quell’occasione Grasso aveva però negato un suo impegno in un partito: «Non guardo a un’eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito “una lista civica nazionale”», aveva poi detto ancora il magistrato che adesso, invece, ha cambiato idea.
Le reazioni non tardano. «Quello di Grasso primo segnale di impegno durissimo del Pd contro le mafie. Altri ne verranno». commenta su Twitter Enrico Letta. Ichino, in uscita dal Pd, non risparmia critiche: «Sulla persona di Grasso non posso che dire bene, sulla regola che consente un passaggio così rapido dalla magistratura alla carica parlamentare, secondo me sarebbe opportuno stabilire una nuova regola per prevedere un intervallo che separi nettamente le due funzioni. È una questione di sostanza, altrimenti viene meno la separazione tra l’esercizio delle due funzioni». Critiche si levano anche dal Pdl: «I magistrati che scelgono di candidarsi alle elezioni non vadano in aspettativa ma si dimettano», chiede in una nota il portavoce Daniele Capezzone. «Pieno rispetto per i magistrati, sia chiaro, ma per ognuno di loro indipendenza dovrebbe significare anche indipendenza dalla politica», dice il presidente della commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini (Pdl),
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