Grecia, ancora una fumata nera

LoLLoPoWa

Utente Esperto
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5 Agosto 2010
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Niente intesa sul nuovo governo
ATENE
Nuova fumata nera ad Atene: dopo tre giorni di intensi colloqui e negoziati, i politici greci non sono riusciti a trovare un consenso sul nome di colui che dovrà assumere l’incarico di premier del governo di transizione che dovrebbe rassicurare i partner e i creditori europei e portare il Paese verso elezioni anticipate.

Una riunione tra il presidente della Repubblica Karolos Papoulias e i capi dei partiti Pasok (socialista al governo), Nea Dimocratia (di centro-destra all’opposizione) e Laos (di destra) - rispettivamente il premier uscente Giorgio Papandreou, Antonis Samaras e Giorgo Katatzaferis - convocata questa sera e dalla quale sarebbe dovuto scaturire l’annuncio del nuovo governo e la sua composizione è miseramente fallita ed è stata rinviata a domani mattina. La riunione è definitivamente saltata pochi minuti dopo che Karatzaferis, visibilmente contrariato, aveva lasciato in fretta e furia il palazzo presidenziale, dove era arrivato poco prima, dichiarando ai giornalisti che «Papandreou e Samaras stanno prendendo in giro Papoulias».

Il leader di Laos, secondo vari commentatori, si riferiva al fatto di aver scoperto poco prima che come premier del nuovo governo era stato indicato il nome dell’attuale presidente del Parlamento, Filippos Petsalnikos, 61 anni, stretto collaboratore del premier uscente Papandreou. Un uomo politico da molti ritenuto non all’altezza di assumere l’incarico e non in grado di rappresentare adeguatamente la Grecia nei circoli europei (non è un economista e non parlerebbe nemmeno le lingue straniere). Inoltre è risaputo che è stato proprio lui a suggerire a Papandreou l’idea di proporre il referendum sull’accordo Ue-Grecia che così tanti danni ha fatto al Paese e all’economia europea e mondiale. Intanto - come riferiscono analisti e media - comincia a trapelare che tutta la questione della ricerca del premier è stata condotta in maniera incredibilmente approssimativa e antiprofessionale.

Sino a mezzogiorno di oggi, infatti, Lucas Papademos, ex presidente della Banca Centrale Europea, personalità rispettata e apprezzata non solo ad Atene e Bruxelles ma anche a livello internazionale, e da tre giorni indicato come il candidato più «papabile» per diventare premier, era stato contattato da una sola telefonata, per di più fattagli da un collaboratore di Papandreou. Solo dopo le 12 odierne, quando all’interno del Pasok (ma anche in Nea Dimocratia) decine di deputati hanno cominciato a ribellarsi ai loro leader, Papandreou si è deciso a telefonare personalmente a Papademos. Gli ha offerto l’incarico di «numero due» di Petsalnikos e la poltrona di ministro degli Esteri. Ma Papademos, che al massimo accetterebbe l’incarico di premier con la possibilità di scegliersi i propri ministri economici (e, quindi, tagliando forse fuori l’attuale ministro delle Finanze Evangelos Venizelos) ha declinato l’offerta. A questo punto, come sottolineano analisti e media, è evidente che il problema è in casa Pasok tanto che lo stesso Samaras, come riferiscono fonti del suo partito, ha detto chiaramente che a lui andrà bene «qualunque nome Papandreou indicherà per l’incarico di premier». La scelta di interrompere la riunione dei leader dei partiti con Papoulias e di aggiornarla a domani mattina, come ha riferito la tv Mega, è derivata dal fatto che i deputati del Pasok avevano minacciato a Papandreou una vera e propria ribellione. Ma, visto come i dirigenti politici greci stanno gestendo da tre giorni la situazione, probabilmente anche questa è solo rinviata a domani.