La stima degli advisor su Gtt,
Amiat e trm delude Palazzo Civico
ANDREA ROSSI, MAURIZIO TROPEANO
TORINO
Le relazioni sono atterrate sul tavolo di Piero Fassino lunedì, nel primo pomeriggio. E non si può dire che gli abbiano strappato un sorriso. Al contrario, hanno confermato quanto a Palazzo di Città si sussurra da tempo: l'operazione che dovrebbe portare la città a cedere le quote di minoranza delle tre società partecipate Gtt, Amiat e Trm sarà lunga, complessa, non priva di rischi.
E, probabilmente, porterà nei forzieri del Comune meno quattrini del previsto. Questo lasciano intendere - a detta di chi le ha viste - le analisi che gli advisor incaricati dall'amministrazione hanno condotto per stabilire il valore delle aziende che Palazzo Civico vuole prima trasferire nella maxi holding e poi cedere al 40 per cento. Le valutazioni non sono definitive. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra gli advisor e la giunta, cui sono stati chiesti nuovi dettagli per approfondire i dossier. Riunioni che dovrebbero servire per capire quali opportunità e quali scelte sia possibile mettere in campo per avvicinarsi alla soglia più alta del range contenuto nei report arrivati a Palazzo Civico.
Secondo Deloitte (che si è occupata di Gtt), A&G (che si è concentrata su Amiat e Trm) e Meliorbanca (che ha espresso la valutazione finanziaria complessiva) le tre aziende nel complesso valgono tra 500 e 700 milioni di euro. Meno di quanto si aspettavano in Comune. Soprattutto se la cifra più accreditata è la prima. I ragionamenti di queste ore partono da «quota 500» e dalla certezza che il vero gioiello in mano alla città sia Trm. La società che sta seguendo la costruzione del termovalorizzatore da sola varrebbe, come investimento lordo, circa 350 milioni. Ha però sul groppone i prestiti negoziati con un pool di banche per finanziare l'opera e i prestiti obbligazionari emessi. Soldi che vanno scontare dal valore che, secondo gli advisor, potrebbe oscillare intorno ai 200 milioni. è pur vero che, se ora la società ha molti debiti da saldare, in futuro sarà l'unica in grado di macinare utili.
Da una cessione del 40 per cento delle quote, quindi, il Comune potrebbe incassare un centinaio di milioni, oltre a scrollarsi di dosso una parte dei prestiti da rimborsare agli istituti di credito. Più complessa la partita Gtt. L'azienda dei trasporti ha appena vinto la gara per l'affidamento del servizio. Fino al 2021 è al riparo da brutte sorprese. Ma sulla valutazione pesano alcune incognite, a cominciare dalle tariffe, che dovranno essere adeguate al costo del servizio. Per non parlare dei contributi statali al trasporto pubblico, ridotti negli ultimi anni. Per rendere appetibile Gtt servirebbero garanzie su quei fondi, che lo Stato eroga alla Regione che poi li trasferisce. L'unica certezza sembra Amiat: da lì non si potrà incassare molto, l'azienda che smaltisce i rifiuti non vale più di 20-30 milioni. è chiaro che la forbice tra i valori complessivi incide non poco: dalla cessione delle tre società il Comune potrebbe incassare circa 200 milioni, secondo la valutazione prudente; 280 secondo la più rosea.
In ogni caso le relazioni degli advisor, a caldo, non hanno smosso il sindaco dalle sue intenzioni. Piero Fassino spinge perché la delibera che istituisce la maxi holding venga approvata lunedì in Consiglio comunale. Il sindaco è deciso a tirare dritto nonostante le critiche di Sel e i dubbi di una parte del Pd (a cominciare dai consiglieri vicini allo sfidante delle primarie Davide Gariglio). Fassino, però, è convinto che la situazione non potrà che peggiorare nei prossimi mesi, quando anche le altre città - per effetto dell'ultima manovra finanziaria - metteranno sul mercato le loro aziende. A quel punto l'offerta sarà ampia, molto ampia, la rosa di privati disposti a investire si assottiglierà e le quotazioni si ridurranno ulteriormente.
Amiat e trm delude Palazzo Civico
ANDREA ROSSI, MAURIZIO TROPEANO
TORINO
Le relazioni sono atterrate sul tavolo di Piero Fassino lunedì, nel primo pomeriggio. E non si può dire che gli abbiano strappato un sorriso. Al contrario, hanno confermato quanto a Palazzo di Città si sussurra da tempo: l'operazione che dovrebbe portare la città a cedere le quote di minoranza delle tre società partecipate Gtt, Amiat e Trm sarà lunga, complessa, non priva di rischi.
E, probabilmente, porterà nei forzieri del Comune meno quattrini del previsto. Questo lasciano intendere - a detta di chi le ha viste - le analisi che gli advisor incaricati dall'amministrazione hanno condotto per stabilire il valore delle aziende che Palazzo Civico vuole prima trasferire nella maxi holding e poi cedere al 40 per cento. Le valutazioni non sono definitive. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra gli advisor e la giunta, cui sono stati chiesti nuovi dettagli per approfondire i dossier. Riunioni che dovrebbero servire per capire quali opportunità e quali scelte sia possibile mettere in campo per avvicinarsi alla soglia più alta del range contenuto nei report arrivati a Palazzo Civico.
Secondo Deloitte (che si è occupata di Gtt), A&G (che si è concentrata su Amiat e Trm) e Meliorbanca (che ha espresso la valutazione finanziaria complessiva) le tre aziende nel complesso valgono tra 500 e 700 milioni di euro. Meno di quanto si aspettavano in Comune. Soprattutto se la cifra più accreditata è la prima. I ragionamenti di queste ore partono da «quota 500» e dalla certezza che il vero gioiello in mano alla città sia Trm. La società che sta seguendo la costruzione del termovalorizzatore da sola varrebbe, come investimento lordo, circa 350 milioni. Ha però sul groppone i prestiti negoziati con un pool di banche per finanziare l'opera e i prestiti obbligazionari emessi. Soldi che vanno scontare dal valore che, secondo gli advisor, potrebbe oscillare intorno ai 200 milioni. è pur vero che, se ora la società ha molti debiti da saldare, in futuro sarà l'unica in grado di macinare utili.
Da una cessione del 40 per cento delle quote, quindi, il Comune potrebbe incassare un centinaio di milioni, oltre a scrollarsi di dosso una parte dei prestiti da rimborsare agli istituti di credito. Più complessa la partita Gtt. L'azienda dei trasporti ha appena vinto la gara per l'affidamento del servizio. Fino al 2021 è al riparo da brutte sorprese. Ma sulla valutazione pesano alcune incognite, a cominciare dalle tariffe, che dovranno essere adeguate al costo del servizio. Per non parlare dei contributi statali al trasporto pubblico, ridotti negli ultimi anni. Per rendere appetibile Gtt servirebbero garanzie su quei fondi, che lo Stato eroga alla Regione che poi li trasferisce. L'unica certezza sembra Amiat: da lì non si potrà incassare molto, l'azienda che smaltisce i rifiuti non vale più di 20-30 milioni. è chiaro che la forbice tra i valori complessivi incide non poco: dalla cessione delle tre società il Comune potrebbe incassare circa 200 milioni, secondo la valutazione prudente; 280 secondo la più rosea.
In ogni caso le relazioni degli advisor, a caldo, non hanno smosso il sindaco dalle sue intenzioni. Piero Fassino spinge perché la delibera che istituisce la maxi holding venga approvata lunedì in Consiglio comunale. Il sindaco è deciso a tirare dritto nonostante le critiche di Sel e i dubbi di una parte del Pd (a cominciare dai consiglieri vicini allo sfidante delle primarie Davide Gariglio). Fassino, però, è convinto che la situazione non potrà che peggiorare nei prossimi mesi, quando anche le altre città - per effetto dell'ultima manovra finanziaria - metteranno sul mercato le loro aziende. A quel punto l'offerta sarà ampia, molto ampia, la rosa di privati disposti a investire si assottiglierà e le quotazioni si ridurranno ulteriormente.