- 31 Marzo 2012
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Parzialmente accolto il ricorso di Diego: le pendenze passano da 40 a 34,2 milioni. Il legale non si accontenta: "Sentenza contraddittoria: la impugneremo". E l'argentino pensa di venire in Italia il 20 giugno per chiedere al Parlamento una commissione d'inchiesta
Più scontento che scontato. Diego Armando Maradona continuerà a sentirsi vittima di persecuzione anche dopo la sentenza delle Commissione provinciale tributaria di Napoli che ha ridotto da circa 40 milioni di euro a 34,2 milioni il suo debito con il fisco italiano per pendenze relative all'attività di calciatore svolta dall'84 al '91. Accolto solo in parte, dunque, il ricorso dell'argentino. "Una vittoria a metà, andremo in appello per ottenere la cancellazione di tutto il debito illegittimo", ha dichiarato l'avvocato Angelo Pisani.
GLI SVILUPPI — La telenovela Maradona-fisco, dunque, è destinata a proseguire. La Commissione tributaria ha annullato solo quattro delle sei cartelle esattoriali contestate e i legali andranno avanti nella loro battaglia: "Si tratta di una sentenza contraddittoria - ha aggiunto Pisani - Nega giustizia a Maradona che al fisco non deve nemmeno un euro. Ci sono le sentenze del '92 e del '94 che gli danno ragione, è estraneo a queste vicende e la sentenza di oggi è parzialmente errata. La impugneremo e andremo avanti fino alla Cassazione se non addirittura fino alla Corte europea dei diritti dell'uomo".
INCONTRI — Pisani rivela anche che il suo assistito ha chiesto di incontrare il presidente della Repubblica perchè si sente vittima di una "persecuzione" e «"nche l'Argentina farà sentire le sue ragioni attraverso il suo ambasciatore". C'è anche una data per l'arrivo dell'ex fuoriclasse del Napoli in Italia: "Verrà il 20 giugno - ha concluso Pisani - per raccontare la verità e chiedere al Parlamento una commissione d'inchiesta che faccia luce su questa storiaccia".
Più scontento che scontato. Diego Armando Maradona continuerà a sentirsi vittima di persecuzione anche dopo la sentenza delle Commissione provinciale tributaria di Napoli che ha ridotto da circa 40 milioni di euro a 34,2 milioni il suo debito con il fisco italiano per pendenze relative all'attività di calciatore svolta dall'84 al '91. Accolto solo in parte, dunque, il ricorso dell'argentino. "Una vittoria a metà, andremo in appello per ottenere la cancellazione di tutto il debito illegittimo", ha dichiarato l'avvocato Angelo Pisani.
GLI SVILUPPI — La telenovela Maradona-fisco, dunque, è destinata a proseguire. La Commissione tributaria ha annullato solo quattro delle sei cartelle esattoriali contestate e i legali andranno avanti nella loro battaglia: "Si tratta di una sentenza contraddittoria - ha aggiunto Pisani - Nega giustizia a Maradona che al fisco non deve nemmeno un euro. Ci sono le sentenze del '92 e del '94 che gli danno ragione, è estraneo a queste vicende e la sentenza di oggi è parzialmente errata. La impugneremo e andremo avanti fino alla Cassazione se non addirittura fino alla Corte europea dei diritti dell'uomo".
INCONTRI — Pisani rivela anche che il suo assistito ha chiesto di incontrare il presidente della Repubblica perchè si sente vittima di una "persecuzione" e «"nche l'Argentina farà sentire le sue ragioni attraverso il suo ambasciatore". C'è anche una data per l'arrivo dell'ex fuoriclasse del Napoli in Italia: "Verrà il 20 giugno - ha concluso Pisani - per raccontare la verità e chiedere al Parlamento una commissione d'inchiesta che faccia luce su questa storiaccia".
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