Tra il gol di Seedorf, datato ventottesima giornata di un anno fa, e quello di Gattuso a Torino ci sono 12 mesi (e un orizzonte) di differenza. Contro il Chievo, lo scorso marzo, il gol dell'olandese all'ultimo secondo tenne in piedi un'illusione che sarebbe svanita sette giorni più tardi: 1-1 in casa col Napoli e addio. Contro la Juve, sabato sera, il gol di Ringhio ha invece convinto i rossoneri che questo, a sette campionati dall'ultimo trionfo, può essere davvero l'anno buono.
E' proprio Gattuso il simbolo del Milan di Allegri, che in pochi mesi ha recuperato gli esclusi e che, dopo 28 giornate, ha 2 punti in più dell'Inter dell'ultimo Mourinho e 3 in più del Milan di Leonardo. Nonostante il calo di Ibrahimovic. Un gol segnato (su rigore) nelle ultime sette partite. E' un Milan Ibra-indipendente. Cosa che, al momento, sembra una virtù. Ma mancano dieci giornate, derby compreso: il rischio è che diventi un problema.
Perché il gruppo funziona, i fuoriclasse (Pato a parte), no. Robinho è in difficoltà, Cassano illumina a tratti ma non riscalda mai. E a portare il fuoco è l'ultimo arrivato (a costo zero) Mark Van Bommel, ormai padrone indiscusso del centrocampo di Allegri, il vero punto di forza insieme alla difesa: due gol subiti nelle ultime 8 partite di campionato. Il brasiliano più prezioso, Thiago Silva, gioca lì dietro.
Mercoledì contro il Tottenham, nel ritorno degli ottavi di Champions League, Thiago Silva potrebbe tornare a centrocampo. Tutto dipenderà da Boateng, uomo chiave di questo Milan di corsa: gli esami strumentali hanno confermato una distorsione alla caviglia destra, dopo lo scontro di sabato con Felipe Melo. L'ago della bilancia oscillerà fino all'ultimo.
Vincere a Londra e passare il turno avrebbe due (enormi) significati per Allegri (primo in classifica e in semifinale di coppa Italia): vorrebe dire superare - definitivamente - il Milan di Leonardo, e tenere testa all'ultima, invincibile Inter di Mourinho. Quella del triplete.
Fonte : sportmediaset.it
E' proprio Gattuso il simbolo del Milan di Allegri, che in pochi mesi ha recuperato gli esclusi e che, dopo 28 giornate, ha 2 punti in più dell'Inter dell'ultimo Mourinho e 3 in più del Milan di Leonardo. Nonostante il calo di Ibrahimovic. Un gol segnato (su rigore) nelle ultime sette partite. E' un Milan Ibra-indipendente. Cosa che, al momento, sembra una virtù. Ma mancano dieci giornate, derby compreso: il rischio è che diventi un problema.
Perché il gruppo funziona, i fuoriclasse (Pato a parte), no. Robinho è in difficoltà, Cassano illumina a tratti ma non riscalda mai. E a portare il fuoco è l'ultimo arrivato (a costo zero) Mark Van Bommel, ormai padrone indiscusso del centrocampo di Allegri, il vero punto di forza insieme alla difesa: due gol subiti nelle ultime 8 partite di campionato. Il brasiliano più prezioso, Thiago Silva, gioca lì dietro.
Mercoledì contro il Tottenham, nel ritorno degli ottavi di Champions League, Thiago Silva potrebbe tornare a centrocampo. Tutto dipenderà da Boateng, uomo chiave di questo Milan di corsa: gli esami strumentali hanno confermato una distorsione alla caviglia destra, dopo lo scontro di sabato con Felipe Melo. L'ago della bilancia oscillerà fino all'ultimo.
Vincere a Londra e passare il turno avrebbe due (enormi) significati per Allegri (primo in classifica e in semifinale di coppa Italia): vorrebe dire superare - definitivamente - il Milan di Leonardo, e tenere testa all'ultima, invincibile Inter di Mourinho. Quella del triplete.
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