Gli speleosub esplorano un labirinto di grotte sommerse nella penisola dello Yucatan, in Messico, e trovano quello che potrebbe essere il fiume sotterraneo più lungo del mondo (153 chilometri). Si tratta di una notizia ad effetto, non è un vero e proprio fiume, ma un enorme sistema di gallerie allagate.
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La scintilena aveva già dato questa notizia a gennaio 2007, quando era circolata sulle mailing list degli speleologi centroamericani, ed ora fa il giro del mondo, ne parla anche il National Geographic News.
La grotta si inoltra zigzagando nelle rocce carsiche della penisola dello Yucatan, dice lo speleosub inglese Stephen Bogaerts che ha fatto questa scoperta con il suo collega tedesco Robbie Schmittner.
Il fiume ha scavato una grotta lunga 153 chilometri, di cui attualmente solo 10 chilometri sono liberi dall’acqua.
Bogaerts e Schmittner hanno impiegato 4 anni ad esplorare l’immenso sistema carsico con speciali scooter subacquei, grazie ai quali sono riusciti a congiungere il secondo e il terzo sistema carsico per grandezza della Penisola dello Yucatan, noti rispettivamente come Sac Actun e Nohoch Nah Chich.
“Speravamo di portare a termine le esplorazioni a dicembre 2004" dice Boegaerts," ma sfortunatamente non siamo riusciti a trovare la congiunzione nell’area che avevamo esplorato, doveva essere da qualche altra parte”.
Finalmente il 23 gennaio di quest’anno sono riusciti a passare da un sistema all’altro, brindando all’interno con una bottiglia di spumante.
“E’ un piccolo colpo, come piantare una bandiera sulla luna o in cima all’Everest”, confessa Bogaerts. All’uscita altro brindisi con un’altra bottiglia (se erano italiani avrebbero bevuto un bicchiere di rosso)
Gene Melton, un altro speleosub della Società Speleologica Americana, ricorda che la giunzione è il frutto di venti anni di esplorazioni e rilievi dei labirinti sotterranei dello Yucatan, e la zona, molto famosa e popolare, ha favorito l’esplorazione e la presenza degli speleosub.
Ha paragonato la regione ad una immensa spugna di calcare, infatti la maggiorparte della penisola messicana è costituita da rocce calcaree facilmente attaccabili dall’acqua che in questa regione del globo è particolarmente calda, infatti la media della temperatura è di 25 gradi centigradi, più o meno uniforme in ogni parte del sistema carsico.
Gli speleosub sono entrati nel sistema carsico attraverso i numerosi cenotes che si aprono nella foresta, ma fanno notare che l’acqua non scorre come un vero fiume, infatti la maggiorparte dell’acqua, circa il 98%, rimane ferma all’interno delle cavità sotterranee. Il sistema carsico sotterraneo ha fornito acqua ai Maya per secoli, e attualmente la regione deve sopportare l’impatto del turismo di massa, con il pericolo di inquinare questi delicati sistemi carsici.
Gli speleosub comunque non hanno terminato il proprio lavoro, si stanno già preparando per connettere un terzo sistema sotterraneo, portando lo sviluppo probabilmente a più di 200 chilometri. Per seguire l’evoluzione delle esplorazioni basta andare a questo link caves.org dove sono aggiornate settimanalmente le nuove esplorazioni della zona.
Fonte:Scintilena - Notiziario di Speleologia
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La scintilena aveva già dato questa notizia a gennaio 2007, quando era circolata sulle mailing list degli speleologi centroamericani, ed ora fa il giro del mondo, ne parla anche il National Geographic News.
La grotta si inoltra zigzagando nelle rocce carsiche della penisola dello Yucatan, dice lo speleosub inglese Stephen Bogaerts che ha fatto questa scoperta con il suo collega tedesco Robbie Schmittner.
Il fiume ha scavato una grotta lunga 153 chilometri, di cui attualmente solo 10 chilometri sono liberi dall’acqua.
Bogaerts e Schmittner hanno impiegato 4 anni ad esplorare l’immenso sistema carsico con speciali scooter subacquei, grazie ai quali sono riusciti a congiungere il secondo e il terzo sistema carsico per grandezza della Penisola dello Yucatan, noti rispettivamente come Sac Actun e Nohoch Nah Chich.
“Speravamo di portare a termine le esplorazioni a dicembre 2004" dice Boegaerts," ma sfortunatamente non siamo riusciti a trovare la congiunzione nell’area che avevamo esplorato, doveva essere da qualche altra parte”.
Finalmente il 23 gennaio di quest’anno sono riusciti a passare da un sistema all’altro, brindando all’interno con una bottiglia di spumante.
“E’ un piccolo colpo, come piantare una bandiera sulla luna o in cima all’Everest”, confessa Bogaerts. All’uscita altro brindisi con un’altra bottiglia (se erano italiani avrebbero bevuto un bicchiere di rosso)
Gene Melton, un altro speleosub della Società Speleologica Americana, ricorda che la giunzione è il frutto di venti anni di esplorazioni e rilievi dei labirinti sotterranei dello Yucatan, e la zona, molto famosa e popolare, ha favorito l’esplorazione e la presenza degli speleosub.
Ha paragonato la regione ad una immensa spugna di calcare, infatti la maggiorparte della penisola messicana è costituita da rocce calcaree facilmente attaccabili dall’acqua che in questa regione del globo è particolarmente calda, infatti la media della temperatura è di 25 gradi centigradi, più o meno uniforme in ogni parte del sistema carsico.
Gli speleosub sono entrati nel sistema carsico attraverso i numerosi cenotes che si aprono nella foresta, ma fanno notare che l’acqua non scorre come un vero fiume, infatti la maggiorparte dell’acqua, circa il 98%, rimane ferma all’interno delle cavità sotterranee. Il sistema carsico sotterraneo ha fornito acqua ai Maya per secoli, e attualmente la regione deve sopportare l’impatto del turismo di massa, con il pericolo di inquinare questi delicati sistemi carsici.
Gli speleosub comunque non hanno terminato il proprio lavoro, si stanno già preparando per connettere un terzo sistema sotterraneo, portando lo sviluppo probabilmente a più di 200 chilometri. Per seguire l’evoluzione delle esplorazioni basta andare a questo link caves.org dove sono aggiornate settimanalmente le nuove esplorazioni della zona.