Quando gli occhi scivolano giù per posarsi sul fondoschiena, donne e uomini lo fanno per puro piacere, per feticismo o incuriositi dalle dimensioni. Il sedere, insomma, sembra esser modellato proprio per "farsi guardare". Dunque buona visione...
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Non è difficile trovare qualcuno che fornisca una colorita terminologia per indicare la forma del fondoschiena. La metafora degli strumenti musicali è la più in voga: sedere a violino, a grancassa o a mandolino. Ma è quest'ultimo che viene considerato perfetto perché piccolo, sodo e alto. Questa forma comunica che la donna è giovane, che ha una buona forma fisica, è in salute, ha un'ottima muscolatura e una colonna dorsale flessibile. Tutti dettagli che l'uomo "interpreta" inconsciamente, vedendola "più adatta" alla riproduzione sessuale.
Nella foto, un'insegna di un locale giapponese.
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Il particolare dei glutei de Le Tre Grazie, scolpite dal Canova nel 1812-1816, riprende l'ideale di bellezza occidentale coniato dall'arte classica greca. Venere, infatti, dea della bellezza era anche detta callipigia, cioè "dalle belle natiche". Ma questo è solo un punto di vista, che non troverebbe conforto negli occhi di una tribù africana, i boscimani: per loro la donna deve avere natiche e glutei ipertrofici perché venga scelta come moglie. Nell'islam, invece, il didietro deve essere bianchissimo e abbondante, in modo che rappresenti la purezza della luna e contemporaneamente dia un senso di equilibrio quando le dimensioni della pancia gravida aumentano il volume del ventre.
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Mostrare le proprie curve, perché no? Questa provocatoria domanda ha radici nel passato, esattamente nel 1966. Il giovane Yves Saint Lauren lancia la moda del nude look: indossare abiti trasparenti senza altro addosso. Il passo è breve quando, nel 1972, si applica questo concetto alle sinuose curve del fondoschiena: nasce il tanga. Rose di Primo, per farsi notare ad una festa sulla spiaggia di Rio, tagliuzzò il bikini fino a farlo diventare un succinto filo, mettendo in mostra tutta le sue naturali forme. Allo stesso modo, anche i tacchi a spillo nascono con intenti "bellicosi": alti fino a 12cm, enfatizzano la sensualità della camminata attraverso l'ancheggiare dell'andatura.
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Ci sono varie allocuzioni per indicare che la dea bendata ci ha baciato, ma la più colorita è quella che fa riferimento ad avere "un grosso didietro". Questa espressione nasce all'epoca dei Romani, grandi cultori di sederi muscolosi e prominenti, tanto che associarono l'ano alla Dea Fortuna. Ma quando i Sanniti li sconfissero, fecero passare i Romani sotto le forche caudine, sodomizzandoli uno ad uno. Chi aveva un ano più grande soffriva meno, quindi era più "fortunato".
Nella foto, un carro allegorico del carnevale di Viareggio.
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