Inps: potere d'acquisto famiglie ridotto del 5,2%

tommy12

Utente Guru
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21 Novembre 2010
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Roma - Il potere d'acquisto delle famiglie, durante la crisi, si è ridotto del 5,2%. La contrazione è stata dell'1,4% nel 2008, del 2,5% nel 2009, dello 0,4% nel 2010 e dello 0,9% lo scorso anno. E' quanto emerge dalle tabelle contenute nel bilancio sociale dell'Inps. Secondo i dati dell'Istituto, i redditi lordi primari del 2007 sono rimasti invariati rispetto al 2011 (rispettivamente 1.163 miliardi di euro e 1.165 miliardi di euro); il reddito complessivo dimostra invece un incremento del 3,3%, grazie alle prestazioni sociali. I redditi familiari ammontano, complessivamente, a 1.529 miliardi e si dividono in: redditi primari (1.165 miliardi), che si sommano a 219 miliardi di prestazioni sociali distribuite dall'Inps (pensioni, trattamenti temporanei e altro), 119 miliardi di altre prestazioni sociali erogate da altri soggetti e 26 miliardi di altri trasferimenti vari. Una volta detratti contributi e imposte la somma effettivamente a disposizione delle famiglie è scesa a 1.053 miliardi. I redditi primari sono quindi passati dal 78,5% del totale nel 2007 al 76,2% del 2011, mentre le prestazioni sociali sono passate dal 21,5% al 23,8%. La situazione delle famiglie, quindi, avrebbe potuto essere "ben più grave senza l'intervento compensativo delle prestazioni sociali", osserva l'Inps. Il reddito delle famiglie consumatrici, senza considerare l'effetto dell'inflazione, dal 2008 al 2011 è aumentato di 5 miliardi di euro (+0,4%); il potere d'acquisto si è però ridotto di 38,6 miliardi (-3,7%). Il reddito primario lordo disponibile in tre anni è sceso di 23 miliardi, mentre in termini di potere d'acquisto si registra un crollo di 70,5 miliardi (-6,7%). Secondo le stime dell'Inps le prestazioni sociali hanno consentito di recuperare il 20% della caduta del reddito primario delle famiglie. Il pagamento dell'assegno al nucleo familiare, secondo le stime dell'Istituto, nel 2011 spetta a circa 1,4 milioni di pensioni previdenziali, per un importo complessivo annuo di 785 milioni di euro. Più di un assegno su due va ai trattamenti di vecchiaia (57%), che vengono riscosse soprattutto dagli uomini (76%). Oltre la metà degli assegni (53%) è erogata al Sud e Isole, il 30,2% al nord e il 17% al centro.

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