attesa di sapere che fine faranno Maicon e Balotelli, l'Inter pensa al primo regalo per Benitez. Naturalmente il nome è quello di Javier Mascherano, da sempre pupillo dello spagnolo. Il centrocampista argentino non ha intenzione di continuare col
Ma, come detto, l'Inter non farà follie, anche se la cessione di Maicon e Balotelli potrebbe portare nelle casse di corso Vittorio Emanuele abbastanza liquidità per mandare in porto la trattativa. Trattativa non ancora realmente avviata.
Si aspetta, infatti, che il Liverpool sia pronto a cedere Mascherano, che dal canto suo sembra deciso a non presentarsi più ad Anfield Road. Per farlo, però, sarà decisiva l'intesa con la Juve per avere Poulsen. Il danese (sull'elenco dei partenti bianconeri nonostante il suo desiderio di restare a Torino) è corteggiatissimo da Hodgson che lo ha già allenato una decina di anni fa al Copenhagen. Basterebbe il suo "sì" per liberare il nazionale argentino
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ed è questo su cui punta Moratti, pronto ad aspettare anche il finale del mercato. Decisivo sarà il passaggio ai "Reds" di Poulsen, che andrebbe a coprire il vuoto lasciato da Mascherano. L'addio di Benitez, i dubbi sul futuro di Torres e le voci di una possibile cessione ai cinesi, stanno sempre più convincendo Mascherano a lasciare l'Inghilterra per rispondere alla chiamata di Benitez. Si andrebbe così a ricomporre una coppia ben affiatata, oltre a rinforzare ulteriormente la linea mediana nerazzurra.Ma, come detto, l'Inter non farà follie, anche se la cessione di Maicon e Balotelli potrebbe portare nelle casse di corso Vittorio Emanuele abbastanza liquidità per mandare in porto la trattativa. Trattativa non ancora realmente avviata.
Si aspetta, infatti, che il Liverpool sia pronto a cedere Mascherano, che dal canto suo sembra deciso a non presentarsi più ad Anfield Road. Per farlo, però, sarà decisiva l'intesa con la Juve per avere Poulsen. Il danese (sull'elenco dei partenti bianconeri nonostante il suo desiderio di restare a Torino) è corteggiatissimo da Hodgson che lo ha già allenato una decina di anni fa al Copenhagen. Basterebbe il suo "sì" per liberare il nazionale argentino
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