A Toronto nerazzurri sconfitti (3-2) dai campioni di Grecia. Coutinho a segno con una bella conclusione di sinistro, in gol anche Eto'o
TORONTO (Canada), 4 agosto 2010 - Benitez aveva previsto tutto: "Non sarà facile giocare sempre bene e fare gol come contro il Manchester City", aveva detto alla vigilia. E il secondo test nerazzurro, contro il Panathinaikos, ha fatto registrare un passo indietro dell’Inter, non solo nel risultato. Soprattutto per quanto si è visto nel primo tempo. Al di là della sconfitta, si è vista una squadra meno ordinata, meno intensa nel pressing, a volte anche meno attenta ai principi tattici raccomandati da Benitez, in particolare nella fase difensiva. La costruzione offensiva, al di là del gol di Eto’o, è stata invece discreta, anche se a volte i nerazzurri hanno finito per peccare di precisione. Non il camerunense, che alla prima occasione non ha sbagliato: del resto aveva chiesto non a caso di stare più vicino alla porta e questa era stata l’indicazione anche di Benitez.
SENZA PAURA — Le cose sono andate meglio nella ripresa: il Panathinaikos si è un po’ placato, l’Inter ha sofferto meno e il tecnico ha ricevuto segnali incoraggianti dai molti giovani messi in campo. Solo negli ultimi 20 minuti scarsi, poi, ha mandato in campo i reduci dal Mondiale e si sono rivisti Lucio, Maicon, Milito, Samuel e Muntari, oltre a Santon. E si è visto anche un accenno di rissa, quando Lucio e Cisse per poco non sono venuti alla mani. Ma soprattutto è arrivato il gol di Coutinho: palla ricevuta da Maicon e gran botta di sinistro sul primo palo, perché il ragazzo - questo si è capito - non ha paura e sa sfruttare le occasioni che gli vengono concesse.
CONDIZIONE — Benitez aveva scelto anche stavolta un 4-2-3-1 flessibile, tendente al 4-4-2 in base all’ago della bilancia Pandev, un po’ trequartista e a volte più avanzato, quasi sulla stessa linea di Eto’o. Ancora Obinna e Obi sulle fasce, con Mariga e Cambiasso davanti alla stessa linea difensiva che aveva ridotto praticamente al silenzio il Manchester City, sabato scorso a Baltimora. Ma si è capito presto che per l’Inter sarebbe stata una partita con un altro grado di difficoltà, non solo perché stavolta i nerazzurri non hanno potuto godere del vantaggio di giocare per 70’ in superiorità numerica. La differenza l’ha fatta la condizione fisica del Panathinaikos, campione di Grecia, ieri sera alla quarta amichevole prestagionale: squadra veloce, da corsa, con qualche limite difensivo, ma pericolosa con il trio Govou-Ninis-Leto, alle spalle di un Cisse già in forma campionato.
ERRORI IN DIFESA — L’Inter, che atleticamente aveva impressionato tre giorni prima, ha segnato forse un po’ il passo, peccando soprattutto nella fase difensiva, in occasione di tutti e tre i gol subiti nel primo tempo. Al 13’ una palla persa sulla fascia destra ha consentito una sovrapposizione di Spyropulos, che ha ricevuto da Leto e messo in mezzo per Cisse, che si è trovato praticamente solo davanti a Orlandoni: il portiere nerazzurro ha respinto il primo tiro, ma non ha potuto evitare che il francese correggesse in porta. Il raddoppio del Panathinaikos su penetrazione centrale, lacuna dell’Inter di ieri sera, che così avrebbe subito anche il 3-1: al 22’ appoggio difettoso di Cambiasso per Chivu, da Simao a Cisse che ha puntato Cordoba e battuto senza problemi Orlandoni; al 42’ Pandev è stato anticipato da Vyntra su appoggio di Materazzi, la combinazione Ninis-Leto è stata rapidissima e l’Inter ha visto vanificato da un altro contropiede i segnali di ripresa che si erano manifestati dopo il 2-1 di Eto’o. Il camerunense aveva fatto da sponda per Obinna, che dal fondo aveva rimesso in mezzo, e poi non aveva sbagliato sulla respinta difettosa di Kante, trovandosi al posto giusto per il sinistro fatale a Tzorvas.
MAICON C'E' — Inter totalmente rivoluzionata nella ripresa. Benitez ne ha cambiati otto e si è affidato con continuità al 4-4-2: si è rivisto Burdisso, Chivu è passato in mezzo alla difesa, Stankovic e Nwankwo coppia centrale con Coutinho a sinistra, libero di accentrarsi alle spalle di Mancini e Alibec. Il Panathinaikos si è un po’ placato e l’Inter ha guadagnato mano a mano campo, fino al 3-2 firmato da Coutinho e all’errore di Milito, che da posizione favorevolissima, di testa, ha sprecato un cross al bacio arrivato dalla destra, ancora da uno straordinario Maicon, in condizioni già strepitose dopo pochi giorni di allenamenti.
Gazetta
TORONTO (Canada), 4 agosto 2010 - Benitez aveva previsto tutto: "Non sarà facile giocare sempre bene e fare gol come contro il Manchester City", aveva detto alla vigilia. E il secondo test nerazzurro, contro il Panathinaikos, ha fatto registrare un passo indietro dell’Inter, non solo nel risultato. Soprattutto per quanto si è visto nel primo tempo. Al di là della sconfitta, si è vista una squadra meno ordinata, meno intensa nel pressing, a volte anche meno attenta ai principi tattici raccomandati da Benitez, in particolare nella fase difensiva. La costruzione offensiva, al di là del gol di Eto’o, è stata invece discreta, anche se a volte i nerazzurri hanno finito per peccare di precisione. Non il camerunense, che alla prima occasione non ha sbagliato: del resto aveva chiesto non a caso di stare più vicino alla porta e questa era stata l’indicazione anche di Benitez.
SENZA PAURA — Le cose sono andate meglio nella ripresa: il Panathinaikos si è un po’ placato, l’Inter ha sofferto meno e il tecnico ha ricevuto segnali incoraggianti dai molti giovani messi in campo. Solo negli ultimi 20 minuti scarsi, poi, ha mandato in campo i reduci dal Mondiale e si sono rivisti Lucio, Maicon, Milito, Samuel e Muntari, oltre a Santon. E si è visto anche un accenno di rissa, quando Lucio e Cisse per poco non sono venuti alla mani. Ma soprattutto è arrivato il gol di Coutinho: palla ricevuta da Maicon e gran botta di sinistro sul primo palo, perché il ragazzo - questo si è capito - non ha paura e sa sfruttare le occasioni che gli vengono concesse.
CONDIZIONE — Benitez aveva scelto anche stavolta un 4-2-3-1 flessibile, tendente al 4-4-2 in base all’ago della bilancia Pandev, un po’ trequartista e a volte più avanzato, quasi sulla stessa linea di Eto’o. Ancora Obinna e Obi sulle fasce, con Mariga e Cambiasso davanti alla stessa linea difensiva che aveva ridotto praticamente al silenzio il Manchester City, sabato scorso a Baltimora. Ma si è capito presto che per l’Inter sarebbe stata una partita con un altro grado di difficoltà, non solo perché stavolta i nerazzurri non hanno potuto godere del vantaggio di giocare per 70’ in superiorità numerica. La differenza l’ha fatta la condizione fisica del Panathinaikos, campione di Grecia, ieri sera alla quarta amichevole prestagionale: squadra veloce, da corsa, con qualche limite difensivo, ma pericolosa con il trio Govou-Ninis-Leto, alle spalle di un Cisse già in forma campionato.
ERRORI IN DIFESA — L’Inter, che atleticamente aveva impressionato tre giorni prima, ha segnato forse un po’ il passo, peccando soprattutto nella fase difensiva, in occasione di tutti e tre i gol subiti nel primo tempo. Al 13’ una palla persa sulla fascia destra ha consentito una sovrapposizione di Spyropulos, che ha ricevuto da Leto e messo in mezzo per Cisse, che si è trovato praticamente solo davanti a Orlandoni: il portiere nerazzurro ha respinto il primo tiro, ma non ha potuto evitare che il francese correggesse in porta. Il raddoppio del Panathinaikos su penetrazione centrale, lacuna dell’Inter di ieri sera, che così avrebbe subito anche il 3-1: al 22’ appoggio difettoso di Cambiasso per Chivu, da Simao a Cisse che ha puntato Cordoba e battuto senza problemi Orlandoni; al 42’ Pandev è stato anticipato da Vyntra su appoggio di Materazzi, la combinazione Ninis-Leto è stata rapidissima e l’Inter ha visto vanificato da un altro contropiede i segnali di ripresa che si erano manifestati dopo il 2-1 di Eto’o. Il camerunense aveva fatto da sponda per Obinna, che dal fondo aveva rimesso in mezzo, e poi non aveva sbagliato sulla respinta difettosa di Kante, trovandosi al posto giusto per il sinistro fatale a Tzorvas.
MAICON C'E' — Inter totalmente rivoluzionata nella ripresa. Benitez ne ha cambiati otto e si è affidato con continuità al 4-4-2: si è rivisto Burdisso, Chivu è passato in mezzo alla difesa, Stankovic e Nwankwo coppia centrale con Coutinho a sinistra, libero di accentrarsi alle spalle di Mancini e Alibec. Il Panathinaikos si è un po’ placato e l’Inter ha guadagnato mano a mano campo, fino al 3-2 firmato da Coutinho e all’errore di Milito, che da posizione favorevolissima, di testa, ha sprecato un cross al bacio arrivato dalla destra, ancora da uno straordinario Maicon, in condizioni già strepitose dopo pochi giorni di allenamenti.
Gazetta