- 1 Febbraio 2009
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L'ha sempre avuta addosso la Juve. L'ha sempre trattata con amore e tra poco potrà dirlo di nuovo ufficialmente. Roberto Bettega, terza attesa per una terza volta, considerando la prima da giocatore. Dirigente, non semplice consulente. Entrando nello specifico vice Direttore Generale, potremmo dire vice di un terzo di Jean Claude Blanc. Ingresso dirompente e inversamente proporzionale alla sua uscita di tre anni e mezzo fa.
Già pulito perché mai toccato, nemmeno in quel processo fatto in terzo di estate, assolto e non solo lui, quando la giustizia ordinaria ha dovuto giudicarlo. Se ne era andato per moralità, per senso di rispetto verso il nuovo che lo aveva sostituito, ritorna nonostante qualche resistenza di minoranza all'interno del consiglio di amministrazione e interprete di quel moralismo diffuso che spesso confina nell'ipocrisia. Torna per far sentire la sua voce di uomo di calcio dentro ad un progetto che sta perdendo i connotati tecnici sotto forma di giocatori da rigenerare magari anche con la forza delle imposizioni, delle regole da rispettare, dei fatti che devono seguire parole troppo spesso e superficialmente regalate a telecamere e taccuini. Torna anche perché il progetto prevede altri ingressi molto più sopra e con quel cognome, Agnelli, che da sempre vuol dire Juve, lo stesso nome di quattro lettere di quella che si ritroverà il 28 Dicembre con Ciro Ferrara e la sua voglia di cancellare altri nomi, tipo Hiddink, Zaccheroni, Gentile o quant'altro. Gli basterà vincere, gli basterà fare la Juve.
Fonte: SportMediaset
Già pulito perché mai toccato, nemmeno in quel processo fatto in terzo di estate, assolto e non solo lui, quando la giustizia ordinaria ha dovuto giudicarlo. Se ne era andato per moralità, per senso di rispetto verso il nuovo che lo aveva sostituito, ritorna nonostante qualche resistenza di minoranza all'interno del consiglio di amministrazione e interprete di quel moralismo diffuso che spesso confina nell'ipocrisia. Torna per far sentire la sua voce di uomo di calcio dentro ad un progetto che sta perdendo i connotati tecnici sotto forma di giocatori da rigenerare magari anche con la forza delle imposizioni, delle regole da rispettare, dei fatti che devono seguire parole troppo spesso e superficialmente regalate a telecamere e taccuini. Torna anche perché il progetto prevede altri ingressi molto più sopra e con quel cognome, Agnelli, che da sempre vuol dire Juve, lo stesso nome di quattro lettere di quella che si ritroverà il 28 Dicembre con Ciro Ferrara e la sua voglia di cancellare altri nomi, tipo Hiddink, Zaccheroni, Gentile o quant'altro. Gli basterà vincere, gli basterà fare la Juve.
Fonte: SportMediaset
