Juventus - 2009 In Chiaroscuro

Jay-Z

Utente Strepitoso
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7 Marzo 2009
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Juve, 2009 in chiaroscuro
I bianconeri hanno chiuso al secondo posto nello scorso campionato, ma dopo aver cambiato allenatore prima della volata finale. La Champions ha invece bocciato i bianconeri due volte. In questo campionato la squadra è reduce da 5 sconfitte nelle ultime 6 uscite e Ferrara rischia. Bene Sissoko e Marchisio, male Felipe Melo e Diego.

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MILANO, 24 dicembre 2009 - Il 2009 non è stato un anno da ricordare per la Juventus. Se non come monito per il futuro. C'è stata indubbiamente qualche luce, come la consacrazione di Chiellini, l'esplosione di Marchisio e la conquista di un secondo posto in campionato che, seppure con distacco da tappa di montagna, non è stato certo da buttare. Ma le ombre sono state di più. Specie se relazionate alle aspettative di una tifoseria, la più numerosa d'Italia, che vuole e pretende di più. Vincere, perchè la Juve nella storia l'ha abituata così. E nel 2009 non ci è riuscita. E allora guarda al 2010 come data del riscatto: in fondo c'è più di metà campionato ancora da giocare, più la Coppa Italia e l'Europa League.

le luci — Il secondo posto della scorsa stagione è stato un passo avanti rispetto al terzo posto precedente. Ed un progresso deciso rispetto al campionato di serie B di tre stagioni fa. Tanto per mettere le cose in prospettiva. L'uscita negli ottavi di Champions, per mano del Chelsea, è stata dignitosa nel doppio confronto, pur senza lasciare troppe recriminazioni. E la Juve si era appena riaffacciata nel magico mondo della musichetta del martedì/mercoledì di coppa, anzi della coppa con la C maiuscola. Qualche acquisto azzeccato c'è stato, se è vero che Sissoko si è dimostato una piovra di palloni con tentacoli difficili da evitare; e se, nella stagione 2009-10, Caceres, arrivato in prestito, ha saputo trasformarsi da centrale difensivo in terzino destro forse non con piedi nobili, ma con enorme dinamismo. E uno dei tanti giovani provati con alterne fortune ha finalmente spiccato il volo: Marchisio è diventato uno dei migliori centrocampisti d'Italia: completo, duttile, di ottima personalità. Nel frattempo Buffon è tornato fenomeno, e Chiellini è diventato il miglior difensore centrale italiano, tra i migliori in Europa. La Juve - grazie ad uno zoccolo duro vincente di senatori - ha occasionalmente alzato la voce nelle grandi partite: con la vittoria in casa contro il Milan e in trasferta a Roma negli ultimi due campionati, o più ancora nelle sfida di questo dicembre, anche se sembra passato un decennio, contro l'Inter, battuta con orgoglio e temperamento. E il finale dello scorso campionato - griffato Del Piero a Siena - è stato da grande squadra: quella che quando conta c'è, e non tradisce.

le ombre — Secondo posto, certo, ma parliamoci chiaro: la scorsa stagione i bianconeri l'hanno chiusa a 10 punti di distanza dall'Inter scudettata, e non sono quasi mai stati in lizza per lo scudetto. Ed è così vero che a due giornate dal termine del torneo Ranieri è stato esonerato e sostituito da Ferrara, che ha agguantato al fotofinish un piazzamento in Champions senza preliminari che era tornato in discussione. Negli scontri diretti con l'Inter i bianconeri avevano racimolato solo un punticino, peraltro acciuffato da Grygera in extremis. E il confronto europeo contro i Blues ha mostrato che il gap con gli squadroni europei è evidente. In questa stagione le cose stanno andando peggio. Nel senso che in campionato la Juve è terza a -9 dall'Inter, con una partita in più del Milan secondo, e reduce da un filotto complessivo di 5 sconfitte nelle ultime 6 uscite. Due delle quali le sono costate l'eliminazione della Champions. La qualificazione, che sembrava ormai in mano, le è infatti sfuggita come una saponetta dispettosa con i k.o. di Bordeaux e contro il Bayern Monaco. La panchina di Ferrara è tutto tranne che solida, come dimostra la fiducia non unanime che il tecnico ha ricevuto dal Cda del club. Anche la situazione societaria è complicata: è appena tornato Bettega, mentre Lippi sembra allontanarsi - parola del c.t.. Ma è il progetto tecnico che non decolla: la quantità di acquisti che non ha convinto è lunga come la lista dei regali natalizi. Se Poulsen si è dimostrato l'onesto comprimario che è sempre stato, Tiago continua a non convincere le poche volte che va in campo, mentre Amauri dal 15 febbraio ha segnato una volta ogni cambio di stagione: 4 reti. Il capitolo nuovi acquisti è ancor più doloroso: Felipe Melo, preso per giocare da regista, non ha convinto neanche da mediano, Diego è lontano dal giocatore ammirato nel Werder Brema, Cannavaro e Grosso non hanno blindato una difesa che in campionato ha subìto 21 reti in 17 partite. C'è tanto da lavorare.

Fonte : Gazzetta.it​