- 19 Marzo 2009
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PS: Chi non riesce a leggere può aprire lo spoiler.
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Vedere un serpente vi mette a disagio? Provate a immaginare come può essere fatto… dentro. E se non avete fantasia sufficiente date uno sguardo a
Henrik Lauridsen e Kasper Hansen, dell’università danese di Aarhus hanno in particolare voluto indagare per la prima volta ciò che accade all’interno di un serpente dopo il suo abbondantissimo e saltuario pasto.
Oltre le fauci del serpente
I ricercatori hanno servito un succulento ratto a un pitone burmese (Python molurus) di 5 kg e lo hanno poi sottoposto a TAC e risonanza magnetica dopo 2, 16, 24, 40, 48, 72 e 132 ore. Il risultato è la suggestiva sequenza di immagini che vedete nella foto qui sopra. Con il passare delle ore il topo sparisce dall’apparato digerente del pitone e, contemporaneamente, il suo intestino si espande, la sua cistifellea si comprime e il volume del cuore aumenta del 25% per compensare l’enorme richiesta energetica della digestione.
"Il pitone può mangiare un pasto equivalente alla metà del proprio peso corporeo, ma possono passare mesi tra un pasto e l’altro e ogni volta l’animale deve riavviare da zero il proprio sistema digerente" spiega Lauridsen.
Tra i vantaggi di questo studio i più evidenti sono di natura etica ma anche pratica: permette infatti di creare
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: sono state realizzate da un team di scienziati danesi che ha impiegato le più sofisticate tecniche diagnostiche per esplorare in modo non invasivo l’interno degli pitoni, anguille, alligatori e rane. Henrik Lauridsen e Kasper Hansen, dell’università danese di Aarhus hanno in particolare voluto indagare per la prima volta ciò che accade all’interno di un serpente dopo il suo abbondantissimo e saltuario pasto.
Oltre le fauci del serpente
I ricercatori hanno servito un succulento ratto a un pitone burmese (Python molurus) di 5 kg e lo hanno poi sottoposto a TAC e risonanza magnetica dopo 2, 16, 24, 40, 48, 72 e 132 ore. Il risultato è la suggestiva sequenza di immagini che vedete nella foto qui sopra. Con il passare delle ore il topo sparisce dall’apparato digerente del pitone e, contemporaneamente, il suo intestino si espande, la sua cistifellea si comprime e il volume del cuore aumenta del 25% per compensare l’enorme richiesta energetica della digestione.
"Il pitone può mangiare un pasto equivalente alla metà del proprio peso corporeo, ma possono passare mesi tra un pasto e l’altro e ogni volta l’animale deve riavviare da zero il proprio sistema digerente" spiega Lauridsen.
Tra i vantaggi di questo studio i più evidenti sono di natura etica ma anche pratica: permette infatti di creare
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senza doverli uccidere, ma anche senza incorrere negli errori di valutazione e analisi causati dalla cruenta (e crudele) tecnica della dissezione.Perfavore,
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