Info La Halliburton ammette di aver distrutto le prove

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L’azienda di servizi petroliferi Halliburton ha ammesso di aver distrutto le prove dell’incidente sulla piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico, avvenuto nell’aprile del 2010 e definito il più grave disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti.

La società, annuncia il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, ha aggiunto che pagherà una multa di 200mila dollari, il massimo previsto dalla legge, e garantirà la sua collaborazione alle autorità statunitensi per il proseguimento delle indagini. Inoltre la Halliburton ha fatto una donazione volontaria di 55 milioni di dollari alla National fish and wildlife foundation, un associazione che si occupa della tutela dei mari.

La Halliburton è una multinazionale texana, con sede a Houston, specializzato in lavori pubblici e in particolare nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi.

Cosa è successo nel golfo del Messico. Il 20 aprile del 2010 un’esplosione nella piattaforma offshore Deepwater Horizon del pozzo Macondo, gestita dall’azienda petrolifera britannica Bp e dalla stessa Halliburton, ha provocato la morte di 11 operai e il ferimento di altri 17. Dopo l’esplosione la piattaforma è affondata, e quasi 5 milioni di barili di petrolio si sono riversati in mare. Secondo gli esperti si è trattato della più grossa fuoriuscita di petrolio nella storia statunitense.

Il governo di Barack Obama, dopo aver fatto diverse indagini, ha stabilito che la causa dell’incidente è stata il collasso della struttura di cemento che rivestiva il pozzo. Il pozzo, di proprietà della Bp, era stato costruito con la collaborazione della Halliburton e di altre società. Subito dopo il disastro, la Halliburton e la Bp hanno cominciato ad accusarsi a vicenda per il crollo della struttura.

All’inizio di maggio l’azienda texana ha avviato un’indagine interna per stabilire se il numero di “centralizzatori” – dei collari metallici che aiutano a mantenere il tubo ben centrato – avesse giocato un ruolo nell’esplosione della piattaforma. La Halliburton aveva raccomandato alla Bp di installarne 21, ma l’azienda britannica aveva scelto di usarne solo sei.

Le simulazioni in 3d al computer hanno provato che i centralizzatori non sono stati la causa del disastro. A qual punto l’azienda ha ordinato ai tecnici di distruggere i test, e ha continuato ad accusare la Bp di aver ignorato le sue raccomandazioni.

La Bbc ha raccontato la vicenda in un documentario, intitolato Deepwater disaster: the untold story.

Il 30 gennaio del 2013 il tribunale ha accolto il patteggiamento da 4 miliardi di dollari proposto da Bp come risarcimento, in sede penale, dei danni provocati dall’incidente.

Foto: la piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico, 21 aprile 2010. (Guardia costiera/Reuters/Contrasto)


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