Info La Migrazione

RλlB

Utente Strepitoso
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12 Ottobre 2009
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Perché popolazioni o singoli individui si spostano?
Quali sono le ragioni che li portano a scappare o a trasferirsi in un paese nuovo?



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Le popolazioni, o gli individui, possono spostarsi per diverse ragioni, tra cui il lavoro, lo
studio, il ricongiungimento familiare o la fuga da guerre, carestie e persecuzioni. Spesso, diversi
motivi si sovrappongono. Le migrazioni per lavoro, verso paesi dove si spera di trovare opportunità lavorative migliori
di quelle che si hanno nel proprio paese, hanno coinvolto gran parte del mondo nell'ultimo
secolo e mezzo. In altri casi, si emigra per fuggire da guerre, massacri, persecuzioni di gruppi etnici o religiosi.
Questo tipo di migrazioni può coinvolgere centinaia di migliaia di persone in pochi anni, come è accaduto per i conflitti nella ex
Iugoslavia negli anni '90 del secolo scorso. D'altra parte, le migrazioni possono avvenire anche quando una guerra finisce, e diversi
paesi si accordano per ridefinire i propri confini. Talvolta, infatti, gli stati decidono di spostare d'autorità le popolazioni, nel tentativo di far
coincidere la distribuzione delle popolazioni con le nuove frontiere. Dopo la sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra
mondiale, ben 12 milioni di tedeschi hanno dovuto abbandonare i paesi dell'Europa centrale e orientale dove vivevano, talvolta da più generazioni.
Più o meno nello stesso periodo, circa 300.000 italiani hanno dovuto abbandonare l'Istria e la Dalmazia, dove
i loro antenati avevano vissuto, in alcuni casi da generazioni. Si calcola che tra la fine della prima guerra mondiale e gli anni '50 del Ventesimo secolo,
in particolare con la ridefinizione delle frontiere dopo le due guerre mondiali, ben 30 milioni di europei siano stati sottoposti a migrazioni forzate.
Si è trattato, di fatto, di sradicamenti violenti di intere comunità, anche quando lo scopo era quello di prevenire conflitti tra etnie. Questa separazione tra
popolazioni può servire a ridurre i conflitti, ma rappresenta anche una dolorosa perdita dei vantaggi reciproci che la convivenza pacifica
tra genti e culture diverse ha spesso prodotto nella storia.

Alessandro, RλlB
 
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I motivi più ricorrenti sono il lavoro, lo studio e la fuga da guerre e possiamo prendere come esempio la Tunisia che durante la guerra contro Gheddafi molti suoi abitanti sono fuggiti su barconi in pessimo stato verso l'Italia e Francia.
 
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La migrazione è sempre esistita, basta pensare all'imbarbarimento dell'impero romano durante la crisi del III secolo.
Tuttavia non ho mai capito se è un fenomeno positivo ( aumento della manodopera ) o negativo ( perdita delle tradizioni ). Bhò
 
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La migrazione è sempre esistita, basta pensare all'imbarbarimento dell'impero romano durante la crisi del III secolo.
Tuttavia non ho mai capito se è un fenomeno positivo ( aumento della manodopera ) o negativo ( perdita delle tradizioni ). Bhò
In parte è un fenomeno positivo perché se in Italia non ci fossero tutti questi immigrati, ora, la piramide dell'età non sarebbe più un tubo che si allarga al centro (mezza età) bensì una piramide al contrario nella quale i bambini inferiori a 10 anni erano pochissimi.
 
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La migrazione è sempre esistita, basta pensare all'imbarbarimento dell'impero romano durante la crisi del III secolo.
Tuttavia non ho mai capito se è un fenomeno positivo ( aumento della manodopera ) o negativo ( perdita delle tradizioni ). Bhò

Senza migranti non ci sarebbero forze di lavoro, soprattutto manuali.

Le tradizioni non vanno assolutamente perse, poiché le etnie migratorie rimangono comunque
una minoranza rispetto al popolo originario.
 
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Tuttavia la minoranza si " mescola " al popolo italiano quindi questo può comportare ( secondo mè ) la perdita di tanti usi e costumi.
 
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Tuttavia la minoranza si " mescola " al popolo italiano quindi questo può comportare ( secondo mè ) la perdita di tanti usi e costumi.
Non credo. La fede cristiana è ancora molto stabile in Italia.
Parlo di religione ora, perché, come sicuramente sai, è strettamente legata alle tradizioni.
 
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