- 4 Agosto 2011
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SPECIFICO CHE LA FONTE E' TOTALMENTE ED ASSOLUTAMENTE MIA.
La prima guerra mondiale.
La Prima Guerra Mondiale inizia con l’attentato a Francesco Ferdinando da parte di Gavrìlo Prìncip, un giovane studente affiliato all’ associazione terroristica “Mano Nera”, con sede a Belgrado. L’attentato avviene alle 11 del mattino in Bosnia ed Erzegovina. Francesco Giuseppe, l’ imperatore d’ Austria, viene avvertito da un telegramma della morte del nipote (appena nominato erede al trono). Allora non riesce più a ragionare lucidamente, e dopo aver ottenuto l’ approvazione del Kaiser Guglielmo II dichiara guerra alla Serbia. Tutti pensavano che l’ accaduto si concludesse solo con qualche bombardamento sulla Serbia, ma lo zar Nicola II fu informato che le azioni di rappresaglia avevano il compito di annientare la Serbia e annetterla all’ impero austro-ungarico. La Russia, in quanto protettrice dei serbi, non poteva permettere ciò. Inoltre la Russia si oppose all’ Austria anche perché ostile ad un’ espansione austriaca nei Balcani. Perciò, il 29 Luglio 1914 la Russia proclamò la mobilitazione delle proprie forze armate. Questa azione della Russia diede a Guglielmo II l’ occasione che cercava: il 1° Agosto 1914 la Germania dichiara guerra alla Russia. A sua volta, nello stesso giorno, la Francia mobilita le sue forze armate. Il 3 Agosto la Germania reagisce dando un ultimatum alla Francia, e con la successiva dichiarazione di guerra. L’ Italia si dichiara neutrale. A questo punto, il 4 Agosto la Germania invade il Belgio. La Gran Bretagna risponde dichiarando guerra alla Germania il 5 Agosto 1914.
Era ufficialmente scoppiata la Prima Guerra Mondiale, che opponeva gli Alleati (Francia, Russia, Gran Bretagna e poi Giappone) agli Imperi Centrali (Austria e Germania).
Le conseguenze dello scoppio della guerra furono molteplici anche prima dello scoppio della prima pallottola: la manodopera impiegata per costruire armi era sottoposta a disciplina militare o semimilitare, la produzione agricola fu soggetta a requisizione, il potere esecutivo si rafforzò a spese degli organismi rappresentativi, fu ripristinata la censura sui giornali e la sorveglianza sui cittadini sospettati di disfattismo. Per la mobilitazione, si fece inoltre ricorso ad un nuovo strumento sociale: la propaganda. Fu aumentata quindi l’importanza dell’ opinione pubblica. Da ciò, l’ Europa fu scossa da una fortissima ondata di patriottismo. Ogni ragazzo pensava di partire per un’ esperienza eccitante e che lo avrebbe trasformato in un eroe. Ma, purtroppo, così non fu. Tutti pensavano sarebbe stata solo una “guerra lampo”, cioè una guerra d’attacco che si sarebbe risolta solo in un’ unica, grande battaglia.
Intanto, in Italia, era molto combattuta l’ idea di entrare in guerra: era presente il movimento interventista da sinistra, che pensava che la guerra fosse stata utile per poter conquistare i tanto combattuti Trento e Trieste. Il movimento interventista derivante da destra aveva come ideale non solo quello di completare l’ unità, ma addirittura quello di conquistare terre nell’ Adriatico e nei Balcani. L’interventismo dei conservatori (gli imprenditori) che vedevano nella guerra una possibilità di arricchirsi attraverso la produzione e smercio dei prodotti. Seguivano i neutralisti, i cattolici e i socialisti (per la maggior parte della PSI e della CGIL) che comprendevano che la guerra sarebbe stata rovinosa per la popolazione e che avrebbe portato solo morte e distruzione.
Gli interventisti, molto numerosi, nel Maggio 1915 furono protagonisti di clamorose manifestazioni, ricordate come “radiose giornate” ed in alcune di queste, il poeta Gabriele D’ Annunzio infiammò la folla con i suoi discorsi interventisti.
Il 26 Aprile Salandra e Sonnino siglano il patto di Londra con Francia, Inghilterra e Russia, con il quale impegnano l’ Italia ad entrare in guerra nel giro di un mese. In cambio, l’ Italia ottiene la promessa di ricevere, a guerra finita, Trento, Trieste, l’ Istria e la Dalmazia.
Ma torniamo alla Germania che invade il Belgio: ciò contravveniva a tutte le leggi internazionali, in quanto il Belgio era una nazione neutrale. Fu però una mossa molto astuta dal punto di vista militare, in quanto il governo francese aveva collocato l’ esercito ai confini con la Germania. Inizialmente l’ offensiva tedesca sul Fronte Occidentale travolse i francesi, tanto che il 2 Settembre i tedeschi erano a soli 25 km da Parigi. Quando però sembrava che i francesi fossero prossimi alla resa, si ingaggiò una violenta e logorante battaglia sul fiume Marna che durò sei gironi e che costrinse i tedeschi a ripiegare. Questa battaglia segna la fine della guerra lampo prevista dai tedeschi e l’ inizio di un’ estenuante guerra di logoramento. Nel 1916 un secondo attacco tedesco si concluse con 700 000 morti e nulla di fatto.
Intanto i fronti erano diventati quattro nella sola Europa, uno in Medio Oriente ed uno in Estremo Oriente. Si combatteva inoltre la “battaglia dell’ Atlantico” dove i sommergibili tedeschi affondavano sia le navi da guerra inglesi sia i convogli civili americani, che portavano viveri agli Alleati (questa fu una delle cause che portò all’ entrata in guerra degli USA e che segnò la vittoria degli Alleati).
Il generale Luigi Cadorna (1850 – 1928), comandante dell’ esercito italiano, tentò una serie di offensive che fallirono miseramente. Schierò poi un gran numero di uomini lungo il fiume Isonzo e sull’ altopiano del Carso, dove per più di un anno si svolse una guerra di trincea che costò mezzo milione di morti. Tra il 24 ottobre ed il 12 novembre 1917 le truppe, esauste e disorientate dai gravissimi errori commessi da Cadorna, furono travolte dall’ esercito austriaco a Caporetto. Gli alti ufficiali riuscirono a reagire solo dopo molti giorni, fermando la truppa austriaca sulla linea del fiume Piave. Dopo la “Disfatta di Caporetto” il generale Luigi Cadorna fu sostituito dal generale Armando Diaz, che riuscì a risso levare i soldati dal punto di vista psicologico. Ora i soldati sapevano di dover combattere per uno scopo: difendere la patria. La situazione drammatica sul fronte orientale e la fame che colpiva gli abitanti della città culminò in Russia con imponenti scioperi e manifestazioni ai quali si unì buona parte dell’ esercito. Questi eventi determinarono la destituzione e l’ arresto dello Zar, che si conclusero con una grande rivoluzione che portò al governo un partito marxista. Quest’ ultimo, di idee socialiste, ritirò la Russia dalla guerra il 23 Febbraio 1917, facendo sparire il fronte orientale con grande soddisfazione per Germania e Austria.
Intanto però, il 6 Aprile 1917 il presidente degli USA Wilson aveva dichiarato guerra alla Germania. Nel Gennaio del 1918 le truppe americane sbarcarono in Europa con tutto il peso della loro organizzazione: carri armati, cannoni, ospedali da campo e rifornimenti alimentari. Oltre allo sdegno per le vittime causate dagli attacchi sottomarini tedeschi, l’ entrata in guerra degli Stati Uniti fu dovuta a due motivi:
• Una di tipo economico, che era la necessità di ripristinare al più presto la libera circolazione delle merci tra America ed Europa;
• L’ altra, di tipo morale, che aveva l’ obbiettivo di far rispettare il diritto all’ autodeterminazione dei popoli, calpestato dalla Germania (che aveva invaso il Belgio neutrale) e dall’ Austria (che si era annessa alla Serbia).
Due milioni di americani, insieme ad inglesi e francesi, attaccarono i tedeschi, e li costrinsero a sgombrare la Francia e il Belgio, nella battaglia di Amiens. Da qua è tutto un susseguirsi di vittorie, per gli Alleati: il generale Armando Diaz lancia un’ offensiva sul fiume Piave fermando gli austriaci. Intanto l’ esercito italiano sbaragliava gli austriaci a Vittorio Veneto. Il 4 novembre 1918 l’ Austria firmava l’ armistizio con l’ Italia. Anche il Kaiser fu costretto a scappare. Fu proclamata la repubblica che, dal nome della città dove nacque, prese il nome di Repubblica di Weimar. L’ 11 novembre la Germania firmava la resa. Intanto si arrendeva anche la Turchia.
La guerra era finita con la vittoria degli alleati.
La prima guerra mondiale.
La Prima Guerra Mondiale inizia con l’attentato a Francesco Ferdinando da parte di Gavrìlo Prìncip, un giovane studente affiliato all’ associazione terroristica “Mano Nera”, con sede a Belgrado. L’attentato avviene alle 11 del mattino in Bosnia ed Erzegovina. Francesco Giuseppe, l’ imperatore d’ Austria, viene avvertito da un telegramma della morte del nipote (appena nominato erede al trono). Allora non riesce più a ragionare lucidamente, e dopo aver ottenuto l’ approvazione del Kaiser Guglielmo II dichiara guerra alla Serbia. Tutti pensavano che l’ accaduto si concludesse solo con qualche bombardamento sulla Serbia, ma lo zar Nicola II fu informato che le azioni di rappresaglia avevano il compito di annientare la Serbia e annetterla all’ impero austro-ungarico. La Russia, in quanto protettrice dei serbi, non poteva permettere ciò. Inoltre la Russia si oppose all’ Austria anche perché ostile ad un’ espansione austriaca nei Balcani. Perciò, il 29 Luglio 1914 la Russia proclamò la mobilitazione delle proprie forze armate. Questa azione della Russia diede a Guglielmo II l’ occasione che cercava: il 1° Agosto 1914 la Germania dichiara guerra alla Russia. A sua volta, nello stesso giorno, la Francia mobilita le sue forze armate. Il 3 Agosto la Germania reagisce dando un ultimatum alla Francia, e con la successiva dichiarazione di guerra. L’ Italia si dichiara neutrale. A questo punto, il 4 Agosto la Germania invade il Belgio. La Gran Bretagna risponde dichiarando guerra alla Germania il 5 Agosto 1914.
Era ufficialmente scoppiata la Prima Guerra Mondiale, che opponeva gli Alleati (Francia, Russia, Gran Bretagna e poi Giappone) agli Imperi Centrali (Austria e Germania).
Le conseguenze dello scoppio della guerra furono molteplici anche prima dello scoppio della prima pallottola: la manodopera impiegata per costruire armi era sottoposta a disciplina militare o semimilitare, la produzione agricola fu soggetta a requisizione, il potere esecutivo si rafforzò a spese degli organismi rappresentativi, fu ripristinata la censura sui giornali e la sorveglianza sui cittadini sospettati di disfattismo. Per la mobilitazione, si fece inoltre ricorso ad un nuovo strumento sociale: la propaganda. Fu aumentata quindi l’importanza dell’ opinione pubblica. Da ciò, l’ Europa fu scossa da una fortissima ondata di patriottismo. Ogni ragazzo pensava di partire per un’ esperienza eccitante e che lo avrebbe trasformato in un eroe. Ma, purtroppo, così non fu. Tutti pensavano sarebbe stata solo una “guerra lampo”, cioè una guerra d’attacco che si sarebbe risolta solo in un’ unica, grande battaglia.
Intanto, in Italia, era molto combattuta l’ idea di entrare in guerra: era presente il movimento interventista da sinistra, che pensava che la guerra fosse stata utile per poter conquistare i tanto combattuti Trento e Trieste. Il movimento interventista derivante da destra aveva come ideale non solo quello di completare l’ unità, ma addirittura quello di conquistare terre nell’ Adriatico e nei Balcani. L’interventismo dei conservatori (gli imprenditori) che vedevano nella guerra una possibilità di arricchirsi attraverso la produzione e smercio dei prodotti. Seguivano i neutralisti, i cattolici e i socialisti (per la maggior parte della PSI e della CGIL) che comprendevano che la guerra sarebbe stata rovinosa per la popolazione e che avrebbe portato solo morte e distruzione.
Gli interventisti, molto numerosi, nel Maggio 1915 furono protagonisti di clamorose manifestazioni, ricordate come “radiose giornate” ed in alcune di queste, il poeta Gabriele D’ Annunzio infiammò la folla con i suoi discorsi interventisti.
Il 26 Aprile Salandra e Sonnino siglano il patto di Londra con Francia, Inghilterra e Russia, con il quale impegnano l’ Italia ad entrare in guerra nel giro di un mese. In cambio, l’ Italia ottiene la promessa di ricevere, a guerra finita, Trento, Trieste, l’ Istria e la Dalmazia.
Ma torniamo alla Germania che invade il Belgio: ciò contravveniva a tutte le leggi internazionali, in quanto il Belgio era una nazione neutrale. Fu però una mossa molto astuta dal punto di vista militare, in quanto il governo francese aveva collocato l’ esercito ai confini con la Germania. Inizialmente l’ offensiva tedesca sul Fronte Occidentale travolse i francesi, tanto che il 2 Settembre i tedeschi erano a soli 25 km da Parigi. Quando però sembrava che i francesi fossero prossimi alla resa, si ingaggiò una violenta e logorante battaglia sul fiume Marna che durò sei gironi e che costrinse i tedeschi a ripiegare. Questa battaglia segna la fine della guerra lampo prevista dai tedeschi e l’ inizio di un’ estenuante guerra di logoramento. Nel 1916 un secondo attacco tedesco si concluse con 700 000 morti e nulla di fatto.
Intanto i fronti erano diventati quattro nella sola Europa, uno in Medio Oriente ed uno in Estremo Oriente. Si combatteva inoltre la “battaglia dell’ Atlantico” dove i sommergibili tedeschi affondavano sia le navi da guerra inglesi sia i convogli civili americani, che portavano viveri agli Alleati (questa fu una delle cause che portò all’ entrata in guerra degli USA e che segnò la vittoria degli Alleati).
Il generale Luigi Cadorna (1850 – 1928), comandante dell’ esercito italiano, tentò una serie di offensive che fallirono miseramente. Schierò poi un gran numero di uomini lungo il fiume Isonzo e sull’ altopiano del Carso, dove per più di un anno si svolse una guerra di trincea che costò mezzo milione di morti. Tra il 24 ottobre ed il 12 novembre 1917 le truppe, esauste e disorientate dai gravissimi errori commessi da Cadorna, furono travolte dall’ esercito austriaco a Caporetto. Gli alti ufficiali riuscirono a reagire solo dopo molti giorni, fermando la truppa austriaca sulla linea del fiume Piave. Dopo la “Disfatta di Caporetto” il generale Luigi Cadorna fu sostituito dal generale Armando Diaz, che riuscì a risso levare i soldati dal punto di vista psicologico. Ora i soldati sapevano di dover combattere per uno scopo: difendere la patria. La situazione drammatica sul fronte orientale e la fame che colpiva gli abitanti della città culminò in Russia con imponenti scioperi e manifestazioni ai quali si unì buona parte dell’ esercito. Questi eventi determinarono la destituzione e l’ arresto dello Zar, che si conclusero con una grande rivoluzione che portò al governo un partito marxista. Quest’ ultimo, di idee socialiste, ritirò la Russia dalla guerra il 23 Febbraio 1917, facendo sparire il fronte orientale con grande soddisfazione per Germania e Austria.
Intanto però, il 6 Aprile 1917 il presidente degli USA Wilson aveva dichiarato guerra alla Germania. Nel Gennaio del 1918 le truppe americane sbarcarono in Europa con tutto il peso della loro organizzazione: carri armati, cannoni, ospedali da campo e rifornimenti alimentari. Oltre allo sdegno per le vittime causate dagli attacchi sottomarini tedeschi, l’ entrata in guerra degli Stati Uniti fu dovuta a due motivi:
• Una di tipo economico, che era la necessità di ripristinare al più presto la libera circolazione delle merci tra America ed Europa;
• L’ altra, di tipo morale, che aveva l’ obbiettivo di far rispettare il diritto all’ autodeterminazione dei popoli, calpestato dalla Germania (che aveva invaso il Belgio neutrale) e dall’ Austria (che si era annessa alla Serbia).
Due milioni di americani, insieme ad inglesi e francesi, attaccarono i tedeschi, e li costrinsero a sgombrare la Francia e il Belgio, nella battaglia di Amiens. Da qua è tutto un susseguirsi di vittorie, per gli Alleati: il generale Armando Diaz lancia un’ offensiva sul fiume Piave fermando gli austriaci. Intanto l’ esercito italiano sbaragliava gli austriaci a Vittorio Veneto. Il 4 novembre 1918 l’ Austria firmava l’ armistizio con l’ Italia. Anche il Kaiser fu costretto a scappare. Fu proclamata la repubblica che, dal nome della città dove nacque, prese il nome di Repubblica di Weimar. L’ 11 novembre la Germania firmava la resa. Intanto si arrendeva anche la Turchia.
La guerra era finita con la vittoria degli alleati.
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